"Sul corno insanguinato del vincitore si posarono le farfalle bianche. Una di loro ci restò per sempre, per generazioni di farfalle, petalo a sbattere nel vento sopra il re dei camosci nelle stagioni da aprile a novembre."
"Gli zoccoli del camoscio sono assi in tasca a un baro. Con loro la gravità è una variante al tema, non una legge."
"Non erano coraggiosi, erano molti, valore che dà forza ai più deboli."
"Nelle imprese la grandezza sta nell'avere in mente tutt'altro."
"Quella sera aveva suonato per i presenti l'armonica a bocca. Era il suo modo di stare insieme senza rispondere alle domande."
"Da ragazzi non si pensa a cadere, sono pensieri di età adulta."
"Sono scarsi i sensi in dotazione alla specie dell'uomo. Li migliora con il riassunto dell'intelligenza."
"L'uomo non sopporta la fine, dopo averla saputa si distrae, spera di aver sbagliato previsione."
"In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Sono una quota sperimentale che va alla deriva. Dietro di loro la traccia aperta si richiude."
"Una farfalla sopra un fucile lo prende in giro. La sua mira è derisa dal volo spezzettato che, dovunque cade, porta con sè il centro raggiunto."
"Con il sole nelle palpebre abbagliate la neve si trasforma in frantumi di vetro. Il corpo e l'ombra disegnano l'articolo il. L'uomo sulla montagna è una sillaba del vocabolario."
"Un uomo non arriva a volere quanto una donna, si distrae, s'interrompe, una donna no. Davanti a lei si trovava incalzato. Se era un guardiacaccia se la sbrigava. Ma una donna è quel filo di ragno steso in un passaggio, che si attacca ai panni e si fa portare. Gli aveva messo addosso i suoi pensieri e non se li scrollava. Un uomo che non frequenta donne è un uomo senza. Non è un uomo e basta, nient'altro da aggiungere. E' un uomo senza. Può dimenticarselo ma quando si ritrova davanti, lo sa di nuovo."
"I debiti si pagano alla fine, una volta per tutte."
"Un uomo è quello che ha commesso. Se dimentica è un bicchiere messo alla rovescia, un vuoto chiuso."
"Con gli uomini il peggio era possibile di nuovo."
"Gli piaceva dire di fronte al cielo che calava in terra per la sera, un grazie al capomastro."
"Era l'acciaio tirato a lucido dall'affilatura, di quella materia erano gli occhi della donna."
"Il sonno dentro gli occhi è una macchia d'inchiostro che si allarga."
"Le bestie sanno il tempo in tempo, quando serve saperlo. Pensarci prima è una rovina di uomini e non prepara alla prontezza."
"Il presente è la sola conoscenza che serve. L'uomo non ci sa stare nel presente."
"La più aspettata vittoria era gemella uguale di una sconfitta mai conosciuta prima."
da "Visita a un albero":
"L'ospite di un albero si deve dileguare all'ora che si tolgono le ombre. Esistono in montagna alberi eroi, piantati sopra il vuoto, medaglie sopra il petto di strapiombi. Salgo ogni estate in visita a uno di loro. Prima di andare via monto a cavallo del suo braccio sul vuoto. I piedi scalzi ricevono il solletico dell'aria aperta sopra centinaia di metri. Lo abbraccio e lo ringrazio di durare."
"Gli zoccoli del camoscio sono assi in tasca a un baro. Con loro la gravità è una variante al tema, non una legge."
"Non erano coraggiosi, erano molti, valore che dà forza ai più deboli."
"Nelle imprese la grandezza sta nell'avere in mente tutt'altro."
"Quella sera aveva suonato per i presenti l'armonica a bocca. Era il suo modo di stare insieme senza rispondere alle domande."
"Da ragazzi non si pensa a cadere, sono pensieri di età adulta."
"Sono scarsi i sensi in dotazione alla specie dell'uomo. Li migliora con il riassunto dell'intelligenza."
"L'uomo non sopporta la fine, dopo averla saputa si distrae, spera di aver sbagliato previsione."
"In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Sono una quota sperimentale che va alla deriva. Dietro di loro la traccia aperta si richiude."
"Una farfalla sopra un fucile lo prende in giro. La sua mira è derisa dal volo spezzettato che, dovunque cade, porta con sè il centro raggiunto."
"Con il sole nelle palpebre abbagliate la neve si trasforma in frantumi di vetro. Il corpo e l'ombra disegnano l'articolo il. L'uomo sulla montagna è una sillaba del vocabolario."
"Un uomo non arriva a volere quanto una donna, si distrae, s'interrompe, una donna no. Davanti a lei si trovava incalzato. Se era un guardiacaccia se la sbrigava. Ma una donna è quel filo di ragno steso in un passaggio, che si attacca ai panni e si fa portare. Gli aveva messo addosso i suoi pensieri e non se li scrollava. Un uomo che non frequenta donne è un uomo senza. Non è un uomo e basta, nient'altro da aggiungere. E' un uomo senza. Può dimenticarselo ma quando si ritrova davanti, lo sa di nuovo."
"I debiti si pagano alla fine, una volta per tutte."
"Un uomo è quello che ha commesso. Se dimentica è un bicchiere messo alla rovescia, un vuoto chiuso."
"Con gli uomini il peggio era possibile di nuovo."
"Gli piaceva dire di fronte al cielo che calava in terra per la sera, un grazie al capomastro."
"Era l'acciaio tirato a lucido dall'affilatura, di quella materia erano gli occhi della donna."
"Il sonno dentro gli occhi è una macchia d'inchiostro che si allarga."
"Le bestie sanno il tempo in tempo, quando serve saperlo. Pensarci prima è una rovina di uomini e non prepara alla prontezza."
"Il presente è la sola conoscenza che serve. L'uomo non ci sa stare nel presente."
"La più aspettata vittoria era gemella uguale di una sconfitta mai conosciuta prima."
da "Visita a un albero":
"L'ospite di un albero si deve dileguare all'ora che si tolgono le ombre. Esistono in montagna alberi eroi, piantati sopra il vuoto, medaglie sopra il petto di strapiombi. Salgo ogni estate in visita a uno di loro. Prima di andare via monto a cavallo del suo braccio sul vuoto. I piedi scalzi ricevono il solletico dell'aria aperta sopra centinaia di metri. Lo abbraccio e lo ringrazio di durare."
2 commenti:
“Sua madre era stata abbattuta dal cacciatore. Nelle sue narici di cucciolo si conficcò l’odore dell’uomo e della polvere da sparo”. Inizia così questa storia soave. Da una parte il camoscio, protagonista assoluto della montagna, dall’altra il cacciatore. Orfano della madre, il camoscio cresce solo, fiero, forte.
È novembre quando entra in un branco, sfida il maschio, vince. Una farfalla bianca, simbolo della regalità, si posa sul suo corno per non abbandonarlo più. È diverso dagli altri camosci, ne è il re incontrastato, lui è il re dei camosci. Ma non è il solo.Nel villaggio il re di camosci è un altro: il cacciatore. Ne ha uccisi tanti eppure non avrà pace finché non avrà ucciso il re.
Le storie corrono parallele, piene di contrasti forti e di somiglianze assolute. Il camoscio è leggiadro, elegante, simbolo di un’etica di natura inconsapevole, fatta di rispetto e lealtà. Il cacciatore è goffo nell’ambiente naturale, si arrampica faticosamente, spia, uccide nascondendosi.
Sono diversi eppure entrambi soli. Il camoscio non è cresciuto in un branco e non sa trasmettere nulla ai suoi figli. Il cacciatore scende dalla sua capanna solo per far scorte, non dialoga con gli altri, non sa rapportarsi alle donne. Il camoscio avverte il cacciatore, lo sfida, lo inganna. Il cacciatore cerca di ucciderlo ma lo ammira profondamente. Il contrasto tra le leggi dell’uomo e quelle degli animali è immenso: il primo tenta di contrastare la natura, di conquistarla, di esserne padrone. Il secondo ne è parte, agisce secondo quelle leggi perché fa parte della natura, è la natura.
Erri De Luca racconta queste due esistenze quando sono giunte al termine, quel novembre sarà l’ultimo per entrambi. Il camoscio lo sa, il cacciatore lo teme. Il primo va incontro alla propria morte fiero, risparmiando il suo avversario e sfidando quell’odore di polvere da sparo. Al secondo sembra essere concessa la più grande vittoria che “era gemella uguale di una sconfitta mai conosciuta prima”. Ancora una volta la legge animale supera la morale umana.
Il branco rende omaggio al re e, a modo suo, anche il cacciatore. Lui sa che quella non è solo la fine del camoscio ma non immagina che la sua arriverà sulle ali di una farfalla. La scrittura semplice e poetica di De Luca ci lascia pervasi dalla leggerezza e dalla sacralità della natura, estasiati da un mondo che possiamo solo ammirare ma non spiegare.
vorrei farti i complimenti per il tuo blog. Ci sono capitata per caso, cercando una frase letta qualche tempo fa in un libro di Benni, che da questa mattina mi riecheggia in testa senza tuttavia comporsi mai totalmente…e non so perché mi è venuta in mente ma tant’è…che ora mi sembra di doverla ricordare per forza…altrimenti non riesco a lavorare (sarà una banale scusa per non farlo?!). Ci sono frasi che alle volte uno legge e pensa “cavolo! Io questa me la devo proprio segnare!”. Quello che capita a me, è che me lo dico sempre e lo faccio quasi mai. Quindi, grazie. Perché se anche non ho trovato la frase che cercavo…mi sono perduta a leggerne di altre. ;) Luisa
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