lunedì 8 marzo 2010

Da "Lost in fashion" (S. Paoli)

" - Perché se n'è andata?
- Perché volevo vivere."
"Ho sempre pensato che l'anno cominci il primo settembre quando, temprati dalle vacanze e stimolati dal sole o dai flirt estivi, abbiamo l'energia per elaborare nuovi progetti e, soprattutto, per realizzarli."
"La strangolerei, ma non posso: è la migliore amica della mia amica, un sillogismo illogico di quelli che congegniamo noi donne per farci andare bere delle situazioni insostenibili, tipo 'lui sta con un'altra, ma ama me'."
"Non so perché, ma a settembre hai l'impressione che tutto può succedere."
"I film sono un ottimo narcotico. Spazzano via la realtà per farti entrare in contesti alle volte più terrificanti dei tuoi. Dimenticarsi di tutto [...] è una grande consolazione."
"Non è facile. E poi devi essere sempre all'altezza: di compiti, pagine, richieste. Io, per arrivare più su, mi metto dei tacchi altissimi. Ma sì, questa è una buona spiegazione sul perché le fashion editor hanno almeno 12 cm di piedistallo: per essere all'altezza."
"Preparare un pranzo è una gioia mistica (specie se lo fai una volta ogni sei mesi). Santa Martha Stewart prega per me."
"Ci sono volte in cui parlare è una necessità, l'occasione della vita, quella da prendere al volo. Parlare è come baciare, bisogna farlo prima che sia troppo tardi. L'ultima notte delle vacanze, di fronte a un treno che parte, quando avete un nodo in gola."
"Un'ora di inspiegabile struggimento che finisce quando scivolo nel sonno, che tutto quieta e tutto aggiusta."
"La verità è che non controllo niente della mia vita, rincorro la moda in motorino, porto tacchi da squilibrata, ho una capa incontentabile e faccio danni alle feste."
"La coscienza è una brutta bestia. Decide molto più in fretta del cervello."
"Ci vuole una pausa. Una boccata di leggerezza, uno scalo tecnico da questo volo pieno di vuoti d'aria che è la mia vita."
" - Mi ha detto che non se la sente di fare le vacanze con me. Mi ama, ma deve stare con la sua ex, le ne soffrirebbe troppo. [...] E cos'altro ti dice? - Che se mi avesse conosciuta prima, che mi ama però... - Ma è il kit di cazzate! [...] L'uso ricorrente e mondiale di queste frasi, prova che la scusa banale e odiosa è congenita al genere maschile, arriva dal profondo del cosmo, come la differenza cromosomica tra X e Y. Sono nati così. Non è colpa nostra."
"Telefono staccato, cuore staccato, testa in aria. [...] Forse è questo il motivo di tanta serenità: avere una destinazione, avere un senso per questo viaggio che è così insensato. In questo momento, in questa pausa di sospensione, vorrei mettere ordine in tutte le vicende inconcluse, e tutto mi sembra facile e realizzabile. Poi arrivo a destinazione, riaccendo la mia vita, e tutto quello che ero decisa a rimediare diventa inafferrabile."
"Forse è questo quello che si intende quando si usa l'espressione: ho incontrato l'uomo della mia vita. Uno che ti mette davanti le cose e ti fa capire tutto quanto."
"Ma forse è più la sensazione di gabbia ad angosciarmi. Certo una gabbia 'haute couture', fatta di inferriate dorate, di pavimenti di moquette trapuntata e cuscini di piume. Ma da cui non si vede il cielo."
"Si può essere felici, anche quando tutto crolla. Specialmente quando tutto crolla."
" - Come riusciva a mantenere delle amicizie?
- Come tutti, mandavo delle email, degli sms, o col messenger.
- Erano persone lontane?
- No, alcune lavoravano al piano di sopra, ma non riuscivo mai a vederle.
- Adesso riesce a vedere qualcuno?
- Esco cinque sere alla settimana, purtroppo.
- Non è contenta?
- Sono ingrassata di due chili. Il peso della libertà."
"Perché piove a maggio, mi domando? Non ci sono neppure le sfilate. Serve solo a sentirsi fradici dentro."
"Questa è la sensazione che provo più spesso agli eventi della moda. La chiamo la solitudine della fashion writer. Quella di essere in una realtà fiabesca che ti sovrasta con la sua bellezza e non poterla condividere con nessuno, un fratello, un'amica, una persona vicina al tuo cuore. Alla fine ti sembra quasi di non averla vissuta, rimane irreale come un lampo di sogno che ti attraversa la mente a metà giornata."
"Ma perché bisogna lasciarsi con eleganza? Non si possono fare sacrosante scene della malavita, con schiaffoni, vestiti che volano dal terrazzo, telefonate alla nuova amante per riempirla di insulti, distruzione sistematica di tutti i videogame e altre piazzate? Perché dobbiamo prenderla con filosofia se ci fanno torti tremendi? Chi ha instillato nelle menti delle giovani donne questo conformismo da casalinghe anni Cinquanta? Se uno ti offende, ferisce, lede, perché non battiamo ciglio anche se nel cuore abbiamo un bombardamento atomico? Per questo poi andiamo dalla psicoterapeuta: per sfogare di fronte a lei quello che non abbiamo urlato di fronte all'infame quand'era il momento."
"[...] invece a piangere sotto l'acquazzone ci riesco benissimo, con le gocce che si confondono con le lacrime, in un impasto che sa di ferro bagnato e di sangue rappreso e mi cade dalle guance fino in bocca, lo asciugo con la lingua e ha un gusto infernale, come di veleno: deve essere il sapore del mio cuore che si sta spezzando. O forse del cielo di Milano."
"Irene, credimi, gli uomini sono di due qualità: quelli che ti spezzano il cuore e quelli che non si tolgono più dalle scatole. E spesso sono la stessa persona."
"Le cose belle non si possono affrontare da soli, fa troppo male."
"[...] e mi tuffo nell'acqua fresca e rigenerante. Non voglio sentire nulla. Preferisco il silenzio degli abissi."
"L'ironia, il distacco, la sagacia, lo humour sono la sua strada dentro la moda. [...] Omnia vincit humor."
"Trattengo l'aria, poi la faccio passare tra i denti. Sa di caffè e di inchiostro. Di vento e di aeroporto. Deve essere questo il sapore del futuro."

1 commento:

Sylvie Malaussène ha detto...

Silvia Paoli, ex caporedattrice moda di Vanity Fair e ideatrice del blog “Lost in fashion” (www.lostinfashion.it), ci trascina nella mirabolante vita quotidiana di una giornalista di moda alle prese con i ritmi impossibili della vita di redazione e i tentativi di mantenere una vita privata. Tutto su un tacco 12.

Appena tornata nella redazione di Star&Fashion dopo le vacanze estive, Irene scopre che Lisa, il suo amato capo, si è misteriosamente licenziata ed è sparita in Svezia per seguire un corso di istruttore di Pilates. Ma non è tutto. La direttrice, Isabella Pucci, le comunica che sarà lei a prendere il suo posto. Tramortita dal cambiamento ma già alle prese con sfilate, articoli, interviste e collezioni, Irene ci scarrozza per Milano sul suo motorino e ci presenta al mondo della moda con la sua travolgente ironia e la sua bizzarra sindrome di Cenerentola.

Ci affezioniamo subito a questa modaiola atipica perennemente stressata, sempre avanti di una stagione sui comuni mortali, che non rinuncia ai suoi frizzantini mentre scrive in redazione a notte fonda e che, nonostante tutto, continua a chiedersi “Cosa ci faccio qui?”. Ed ecco che in una giornata qualunque una battuta di un’amica dà il via ad una reazione impercettibile ma inarrestabile: “Vuoi fare l’estetista adesso?”. Con comicità quasi fantozziana e profonda autoironia, Irene inizia una vita parallela come massaggiatrice in incognito nei centri benessere, accompagnata dalle indimenticabili apparizioni di Karl Lagerfeld nella veste di Grillo Parlante.

Da Milano a Stromboli la strada è lunga e il viaggio della nostra Irene si tingerà di giallo e di rosa. Sceglierà la moda o la vita? Possiamo darvi solo un indizio: “Omnia vincit humor”. Quattrocentosessantuno pagine divertenti e scorrevoli, una protagonista straordinariamente concreta e brillante, una scrittura scorrevole e irriverente, un mondo da favola che poi tanto favola non è. Silvia Paoli si trasforma in scrittrice e si conferma una fuoriclasse.