lunedì 22 aprile 2013

Da "La caccia al tesoro" (A. Camilleri)



"Aviva un cori d'asino e uno di lione."
"Accomenzò a 'nsultarli tutti, architetti, 'ngigneri, geometri, capomastri, muratori, con una raggia irrazionale, ma talmenti forti che il sangue gli faciva battiri le tempie.
- Ma pirchì me la piglio tanto? - si spiò. Certo, il guasto alla natura, la morti del gusto, la prevalenza del laido, non sulo ferivano, ma macari offinnivano. Però era chiaro che 'na bona parti della sò arraggiatura era dovuta al fatto che a 'na certa età s'addiventa 'nsofferenti, non tinni va beni una. Altra conferma che stava addivintanno vecchio.
"L'interessarono assà quelli assistimati nel ripiano cchiù in alto: Venere in Pelliccia, Justine, L'histoire d'O, un trattato di psicopatologia sessuale, dù annate di Penthouse rilegate... Doviva travgliare assà di mano, la perla rara."
"- Allora dimmelo tu perché mangi tanto. [...] La virità è quella  che 'na volta mi disse 'n amico. E cioè che il mangiare è per mia 'na sorta di acceleratore delle funzioni del mio ciriveddro. Tutto qua. Epperciò basta con la vrigogne e i rimorsi."
"La mancanza di prove non è prova della mancanza."

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