"C'è una frase di Paul Valéry [...]. Dice, più o meno, così: il modo migliore per realizzare i propri sogni è svegliarsi."
"Qualcuno ha detto che i momenti di felicità ci prendono di sorpresa e a volte - spesso - non ce ne accorgiamo nemmeno."
"E solo quello che è provvisorio è perfetto."
"Andavo lì con la bicicletta, ascoltavo la musica e a volte scoprivo cose che non avevo mai sentito prima, mangiavo, chiacchieravo con Nadia, bevevo ottimi alcolici e me ne tornavo a casa alquanto sereno. Il che, in tempi difficili, non è davvero poco."
"Tendenza patologica alla procrastinazione, la chiamano. Pare che sia un atteggiamento tipico di soggetti insicuri, con scarsa autostima, che rimandano continuamente i compiti sgradevoli per evitare di confrontarsi con le proprie debolezze, le proprie paure e i propri limiti."
"Chi legge troppi libri spesso fa cose di cui non c'è nessun bisogno."
"E, sì, hai ragione, mi perdo nei pensieri e non mi spiego. Il motivo per cui mi viene da piangere è che mi sembra tutto sbiadito, silenzioso. Anche la sofferenza. La mia cosiddetta vita emotiva è un film muto. Lo so che tu sei un tipo poco incline alle sottigliezze, ma io sono triste perché mi viene da piangere perché non riesco a ritrovare la tristezza. Quella sana, come sangue che ti pulsa nelle tempie, che ti fa sentire vivo. Non questa cosa fiacca e molle e miserabile."
"Troppo tempo libero per pensare che non è sempre una buona cosa."
"Nessuno dice mai tutta la verità, soprattutto quando parla di se stesso. [...] Quelli che dicono e magari sono convinti di essere sinceri sono i più pericolosi. Non sanno di mentire inevitabilmente, non se ne rendono conto e sono prigionieri di se stessi. [...] Watts diceva che una persona sincera è quella che sa di essere un grande impostore e agisce con totale nonchalance."
"Il rimedio all'imprevedibilità della sorte, alla caotica incertezza del futuro è la facoltà di fard e mantenere promesse."
"Per me un'altra regola è quella sulle bugie. Bisogna cercare di dirne il meno possibile, agli altri. E nemmeno una a se stessi."
"Qualcuno ha detto che i momenti di felicità ci prendono di sorpresa e a volte - spesso - non ce ne accorgiamo nemmeno."
"E solo quello che è provvisorio è perfetto."
"Andavo lì con la bicicletta, ascoltavo la musica e a volte scoprivo cose che non avevo mai sentito prima, mangiavo, chiacchieravo con Nadia, bevevo ottimi alcolici e me ne tornavo a casa alquanto sereno. Il che, in tempi difficili, non è davvero poco."
"Tendenza patologica alla procrastinazione, la chiamano. Pare che sia un atteggiamento tipico di soggetti insicuri, con scarsa autostima, che rimandano continuamente i compiti sgradevoli per evitare di confrontarsi con le proprie debolezze, le proprie paure e i propri limiti."
"Chi legge troppi libri spesso fa cose di cui non c'è nessun bisogno."
"E, sì, hai ragione, mi perdo nei pensieri e non mi spiego. Il motivo per cui mi viene da piangere è che mi sembra tutto sbiadito, silenzioso. Anche la sofferenza. La mia cosiddetta vita emotiva è un film muto. Lo so che tu sei un tipo poco incline alle sottigliezze, ma io sono triste perché mi viene da piangere perché non riesco a ritrovare la tristezza. Quella sana, come sangue che ti pulsa nelle tempie, che ti fa sentire vivo. Non questa cosa fiacca e molle e miserabile."
"Troppo tempo libero per pensare che non è sempre una buona cosa."
"Nessuno dice mai tutta la verità, soprattutto quando parla di se stesso. [...] Quelli che dicono e magari sono convinti di essere sinceri sono i più pericolosi. Non sanno di mentire inevitabilmente, non se ne rendono conto e sono prigionieri di se stessi. [...] Watts diceva che una persona sincera è quella che sa di essere un grande impostore e agisce con totale nonchalance."
"Il rimedio all'imprevedibilità della sorte, alla caotica incertezza del futuro è la facoltà di fard e mantenere promesse."
"Per me un'altra regola è quella sulle bugie. Bisogna cercare di dirne il meno possibile, agli altri. E nemmeno una a se stessi."
1 commento:
Guido Guerrieri è un avvocato penalista di successo. Vive e lavora a Bari nel suo studio legale. Ha un matrimonio e una convivenza falliti alle spalle. È introverso, solitario, estremamente colto ed ha un unico confidente: il suo sacco da pugilato. “La mia cosiddetta vita emotiva è un film muto. […] mi viene da piangere perché non riesco a ritrovare la tristezza”.
La sua esistenza scorre monotona tra i tribunali, le notti trascorse preparando cause e le sue passeggiate notturne fino al Chelsea Hotel n.2, un locale in periferia, frequentato da omosessuali e gestito dalla sua ex cliente Nadia, uno dei pochi luoghi in cui Guido si sente perfettamente a suo agio.
Questo apatico equilibrio viene interrotto dalla telefonata di Sabino Fornelli, avvocato civilista e compagno di università di Guido. Stanno per archiviare il fascicolo di Manuela Ferraro, una studentessa ventiduenne, scomparsa sei mesi prima dopo una vacanza tra i trulli di Ostuni. Fornelli chiede a Guido di studiare il fascicolo e di suggerire al pubblico ministero ulteriori indagini per impedire la chiusura dell’inchiesta.
Tra citazioni cinematografiche e riferimenti a gialli d’autore, Guido accetta la sfida e inizia ad occuparsi del caso di Manuela come un detective. Incontra tutte le persone che l’hanno vista nelle ore precedenti la sua scomparsa: Anita, la ragazza che l’ha accompagnata alla stazione, Caterina, la seducente e sfacciata amica, Nicoletta, la coinquilina dell’appartamento di Manuela a Roma.
L’indiziato numero uno sembrerebbe Michele, ex fidanzato della ragazza scomparsa, giovane spregiudicato e benestante, iracondo e manesco. La pista da seguire quella dello spaccio di cocaina. Con l’aiuto di Caterina, Guido inizia a rileggere tutta la vicenda ma più si inoltra nei meandri dell’inchiesta più comprende che in quel quadro così ben architettato manca qualcosa. Sembra tutto troppo facile, troppo perfetto. Ma la perfezione è sempre provvisoria, la realtà non è quella che sembra e la soluzione è proprio sotto i suoi occhi.
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