mercoledì 28 gennaio 2015

Da "Serpenti nel paradiso" (A. Giménez-Bartlett)



"Quello poteva già essere un punto di partenza, non c'è niente di più sterile della perfezione. Lacerare l'apparenza liscia e comoda di una vita pacifica è il primo passo per ricostruire la realtà."
"L'autunno cominciava a farsi sentire. Indossai un pesantissimo maglione che ho comprato a Londra vent'anni fa e che conservo più per i momenti di depressione che per il freddo. Il suo tepore mi abbraccia e mi conforta come una madre. Una volta che ha assolto il suo compito lo rimetto nell'armadio e mi dimentico della sua esistenza, cosa che di rado si può fare con una madre in carne e ossa."
"Quella mattina scoprii che mentre noi comuni mortali passiamo la vita a rovistare fra le miserie umane, altri si trovano comodamente insediati nella più completa felicità."
"Mi domandai che cos'avessi io da difendere, quale fosse il nucleo acro per cui avrei lottato se se ne fosse presentata l'occasione. La mia indipendenza. Non mi venne in mente nient'altro, e quel pensiero mi rattristò."
"Una camminata mi avrebbe fatto bene. Per la strada incrociavo gente che si muoveva decisa, come se sapesse dove andare. Persone d'ogni età e condizione che di sicuro avevano qualche impegno preciso nella vita, un'occupazione in cui vi fosse qualche corrispondenza logica tra sforzo e risultato. Le invidiai. Ero pronta a invidiare chiunque quel giorno, non stavo bene nella mia pelle."
"Mi svegliai all'imbrunire. Di colpo, l'ansia si impadronì di me. Ero rimasta in stato di incoscienza per troppe ore mentre tutti gli altri avevano continuato a vivere. Detesto questa sensazione di perdita."
"Avere rimpianti mi è sempre parso volgare, come riconoscere in pubblico le proprie debolezze."