lunedì 24 maggio 2010


Malaussèniani carissimi,
sono rimasta un po' indietro con gli aggiornamenti
ma tornerò prestissimo con:
BRANCHIE di Ammaniti,
KITCHEN della Yoshimoto
e SHAKESPEARE SCRIVEVA PER SOLDI di Hornby.

A prestissimo, correndo...
S.M.

domenica 16 maggio 2010

Da "Olive Kitteridge" (E. Strout)


"A mia madre, che sa rendere magica la vita ed è la migliore narratrice di storie che io conosca."
"Ormai in pensione, si sveglia ancora presto e ricorda come le mattine fossero sempre state il suo momento preferito, come se il mondo fosse il suo segreto."
"O forse, penso mentre tornava agli scatoloni, essere cattolici significava sentirsi sempre in colpa per tutto."
"Ci si adatta alle cose, senza in realtà abituarsi, pensa Henry."
"La gente non è mai tanto sperduta come credi tu."
"Si può imparare ad amare una persona."
"A volte si aveva torto a credere di sapere quel che avrebbe fatto il prossimo."
"Non puoi vincere. [...] Puoi solo fare del tuo meglio."
"Chi, chi non ha il suo cestino da viaggio?"
"Non importa. [...] Se ti manca qualcuno non smetti mai."
"Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi."
"Se comprendiamo per quale motivo facciamo certe cose, non ripeteremo gli stessi errori."
"L'amore non va respinto con noncuranza, come un pasticcino posato assieme ad altri su un piatto passato in giro per l'ennesima volta."
"Sprechiamo inconsciamente un giorno dopo l'altro."
"Olive aveva gli occhi chiusi, e la sua anuma stanca era attraversata da ondate di gratitudine, e rimpianto. Immaginò la stanza piena di sole, le pareti accarezzate dai raggi, i cespugli là fuori. Il mondo la confondeva. Non voleva ancora lasciarlo."