domenica 30 novembre 2008

Da "E' una vita che ti aspetto" (F. Volo)

"Cosa c'è di meglio che essere curiosi di se stessi?"
"Mi piace la loro compagnia anche se silenziosa e sconosciuta. Le donne sono belle da respirare".
"E' tutto molto più semplice. Se vuoi essere felice, se vuoi essere libero impara ad amare. Ad amare e a lasciarti amare."
"La tua vita adesso è priva d'amore. Non ami il tuo lavoro, non ami una donna, non ami te stesso. Di conseguenza, non ami il mondo".
"Vivere è la cosa più rara del mondo. La maggior parte della gente esiste, e nulla più - Oscar Wilde"
"Come si fa a non pensare? E' impossibile, sto pensando di non pensare, quindi penso..."
"Perché una donna felice non tradisce. Una donna felice è sempre fedele. Non ha bisogno di nient'altro".
"Per me è sempre stato più che un fratello. Dovessimo anche separarci per sempre, non staremmo mai l'uno senza l'altro perché Luca ce l'ho nella pelle, nel sangue, disegnato in fondo alle pupille. Per lui farei qualsiasi cosa."
"Non potevo fare a meno di chiedermi - Cazzo, la vita è tutta qui?"
"Una volta mi sono intrippato pensando che nulla sa di nulla finché non c'è un incontro. Che la mela non abbia sapore finché non incontra una bocca che la morde. Dall'incontro tra la mela e la bocca nasce il sapore e quindi ognuno di noi nella propria vita crea sapori diversi... Come i profumi che cambiano in base alla pelle. Tutto è neutro. Sei tu che dai sapore alle cose, incontrandole."
"Forse la libertà poi non è nemmeno fare ciò che si vuole senza limiti, ma piuttosto saperseli dare. Non essere schiavi delle passioni, dei desideri. Essere padroni di se stessi."
"Amare. Amare veramente. Magari non è vero che ci si riconosce subito. Magari prima bisogna aprirsi, liberarsi da mille paure, da mille atteggiamenti, da mille armature."
"Quanto lo invidiavo. Quanto avrei voluto anch'io avere subito la barba. Quanto avrei voluto essere come lui. E quanto fa male poi, crescendo, scoprire che il tuo eroe è un uomo normale. Anzi, a volte anche un po' sfigato".
"Avevo imparato una cosa importante ed era che continuavo ad avere le mie paure, ma non avevo più paura di aver paura".
"Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri."
"Se i giovani sapessero e i vecchi potessero."
"Che l'incompreso è quasi sempre l'isola felice dei fallimenti. [...] Che preferiva essere in seconda fila a lamentarsi perché questo la faceva sentire meglio. Più buona."
"Le donne sono come i fiori: se cerchi di aprirli con la forza, i petali ti restano in mano e il fiore muore."
"Cambiare posto al cuore con il cervello. Ho imparato a pensare con il cuore e ad amare con la testa."
"Ma ero io che sbagliavo, anche perché non significa niente amare tanto o amare poco. Si può solo amare o non amare."
"Anche perché ci sono cose che non puoi spiegare. Sono cose che puoi capire solo vivendole."
"Perché lo schiavo non è chi ha la catena al piede, ma chi non riesce più a immaginare una vita in libertà."
"Ho imparato che per ogni cosa ci vuole il tempo giusto. Che bisogna saper aspettare: aspettare che il pane lieviti, che il pane cuocia. Che alterare questi tempi vuol dire alterare la qualità. E alla fine tutto quello che fai deve passare dal forno. E il forno è la coscienza. E' dopo che il pane è uscito dal forno che capisci se hai fatto le cose giuste o no".
"Ad esempio, se è una ragazza ad accompagnarmi a casa, quando scendo non mi piace se riparte subito sparata. Mi aspetto che da dentro la macchina mi saluti ancora una volta. Mi piace pensare ch enon basti chiudere una portiera per far cambiare subito dimensione. Atmosfera."
"Ho pensato che, quando si incontra una persona, quell'incontro crea cose nuove. Dà vita a pensieri, riflessioni, sentimenti, azioni, che appartengono solo alle due persone che si sono incontrate. L'amore che circola tra loro deve essere sempre vissuto tutto, in ogni momento. Fino in fondo. Perché quando l'amore circola, quando viene vissuto è leggero e fa sentire leggeri, ma se viene bloccato, se non lo si vive, diventa piombo."
"Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola e più acquista valore la persona con cui decide di stare".

domenica 16 novembre 2008

Da "La solitudine dei numeri primi" (P. Giordano)

"Le notti in cui il futuro sembrava arrivare solo fino al mattino e lui contava le ore, tutte quante, dai rintocchi delle campane in lontananza."
"Mattia lo faceva apposta a essere così silenzioso in ogni suo movimento. Sapeva che il disordine del mondo può solo aumentare, che il rumore di fondo crescerà fino a coprire ogni segnale coerente ma era convinto che misurando attentamente ogni suo gesti avrebbe avuto meno colpa di questo suo lento disfacimento."
"Avevano un'aria trasognata, come se arrivassere da un posto lontano, che conoscevano solo loro."
"- Ti ci abituerai. Finirai per non vederlo neanche più. - fece.
- E come? L'avrò sempre sotto gli occhi. -
- Appunto - disse Mattia - è proprio per questo che non lo vedrai più."
"Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. A lei non lo aveva mai detto."
"Vivevano la lenta e invisibile compenetrazione dei loro universi, come due astri che gravitano intorno a un asse comune, in orbite sempre più strette, il cui destino chiaro è quello di coalescere in qualche punto dello spazio e del tempo."
"[..] sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che uno possa costruirsi [...]."
"Quella sera, alzandosi da tavola, aveva superato il confine invisibile oltre il quale le cose cominciano ad andare da sole."
"Forse perché aveva quella gamba storta e le mancava la madre come a lui mancava una moglie e le mancanze si assomigliano un po' tutte. Oppure perché era sicuro che lei si sarebbe presto stancata e la serranda, la sera, l'avrebbe tirata di nuovo giù lui da solo e poi se ne sarebbe tornato verso casa dove non c'era nessuno, con la testa vuota eppure così pesante."
"Alice sorrise al pensiero che quella potesse essere la loro prima mezza verità di sposi, la prima delle minuscole crepe che si formano in un rapporto, dove presto o tardi la vita riesce a infilare un grimaldello e fare leva."
"Alberto si fece più vicino. Non interruppe Mattia finché lui non ebbe finito di spiegargli, perché lo sapeva che Mattia parlava poco ma, quando lo faceva, valeva la pena di stare zitti e ascoltare."
"Eppure non sapeva decidersi a lasciarlo. Ormai dipendeva da quel luogo, ci si era attaccata con l'ostinazione con cui ci si attacca soltanto alle cose che fanno male."
"Comune strano rendeva l'idea. E inquietante. Ma aveva anche qualcosa nello sguardo, come un corpuscolo brillante che nuotava in quegli occhi scurie che, Nadia ne era sicura, nessuna donna era ancora stata in grado di catturare."
"Vagava per l'appartamento silenzioso come il fantasma di se stessa, inseguendo senza fretta la propria lucidità. Sto impazzendo, pensava alle volte. Ma non le dispiaceva. Anzi, le veniva da sorridere, perché finalmente stava scegliendo lei."
"Poteva sforzarsi, ma da tutti gli anni passati insieme a Fabio non riusciva ad estrarre neppure un'immagine che le schiacciasse il cuore così forte, che avesse la stessa impetuosa violenza nei colori e che lei riuscisse ancora a sentire sulla pelle e alla radice dei capelli e tra le gambe."
"[...] L'amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta."
"[...] Tre sconosciuti che fingono di avere qualcosa in comune e grattano la superficie delle cose, pur di evitare il silenzio."
"Perché lei e Mattia erano uniti da un filo elastico e invisibile, sepolto sotto un mucchio di cose di poca importanza, un filo che poteva esistere soltanto fra due come loro: due che avevano riconosciuto la propria solitudine l'uno nell'altra."
"Tutto il resto giaceva come sommerso a profondità irraggiungibili, in una massa cementificata di discorsi mai affrontati, di scuse da fare e da ricevere e di ricordi da correggere, che sarebbero rimasti tali."
"Era difficile parlare e pensare insieme, come se le due azioni si annullassero a vicenda."
"A ripensarci adesso si sentiva stupido, come ci si sente stupidi a pensare a tutto il tempo che sprechiamo a desiderare di essere altrove."
"Ormai l'aveva imparato. Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante."
"Poco più in là lo aspettavano una doccia, una tazza di tè caldo e una giornata come tante e a lui non serviva nient'altro."
"Pensò a quel silenzio perfetto. Anche adesso, come allora, nessuno sapeva dove lei si trovasse. Anche questa volta non sarebbe arrivato nessuno. Ma lei non stava più aspettando. Sorrise verso il cielo terso. Con un po' di fatica, sapeva alzarsi da sola."

domenica 26 ottobre 2008

Da "I love shopping" (S. Kinsella)


"Se chiedi un consiglio a qualcuno, poi devi starlo ad ascoltare".

"Non mi interessa se divento grassa. Ho bisogno di zucchero, caffeina e cioccolato, in grandi quantità".

"Qualche progetto per il resto della mia vita? Veramente no".

sabato 4 ottobre 2008

Da "Zazie nel metrò" (R. Queneau)

"L'emozione non gli consente di pronunciare altre frasi storiche dopo 'vado a compiere il mio dovere'" ma il suo sguardo si vela di quella malinconia che è propria delle persone elette a un destino grande".
"Parigi è solo un sogno, Gabriel è solo un'ombra (incantevole), Zazie il sogno di un 'ombra (o di un incubo) e tutta questa storia il sogno di un sogno, l'ombra di un'ombra, poco più di un delirio scritto a macchina da un romanziere idiota".
"Quando lo si è davvero, innocente, - disse il vigile - non si ha bisogno di nessuno".
"Perché, - diceva- perché non si dovrebbe sopportare la vita quando basta un nulla per togliervela? Un nulla la mena, un nulla l'emana, un nulla la mina, un nulla l'allontana. Chi altrimenti sopporterebbe i colpi della sorte e le umiliazioni di una bella carriera, gli imbrogli dei droghieri, le tariffe dei macellai, l'acqua dei lattai, i nervi dei genitori, le furie dei professori, gli strilli dei sergenti, la turpitudine degli assicurati, i gemiti degli assassinati, il silenzio degli spazi infiniti, l'odore dei cavolfiori o la passività dei cavalli di legno, se non si sapesse che la malvagia e proliferante condotta di poche infime cellule o la traiettoria tracciata da un anonimo involontario irresponsabile potrebbe venire inopinatamente a far sì che tutti quegli affanni svaporassero nell'azzurro del cielo?"
"- Una birra per me.
- Alla spina o in bottiglia? - chiese quello.
- In compresse."
"Trouscaillon e la vedova Mouaque avevano già fatto un po' di strada lentamente, l'uno accanto all'altra, ma sempre dritto davanti a sé e per di più in silenzio , quando s'accorsero di star camminando l'uno accanto all'altra lentamente ma sempre dritto davanti a sé e per di più in silenzio. Allora si guardarono e sorrisero: i cuori avevano parlato. Rimasero a fissarsi, chiedendosi che cosa avrebbero potuto dirsi e in quale lingua esprimerlo."
"A questo punto rimasero silenziose, paurose, dubbiose. Il tempo passava fra loro due senza fretta".
"- La vita. Certe volte pare un sogno. [...]
- Che diarrea, l'esistenza".
"Per un poco medito così sulla fragilità delle cose umane e sui progetti dei topi che non si realizzano più di quelli degli antropoidi, poi si dette a invidiare - solo per pochi istanti, non esageriamo- la sorte di quei diseredati, diseredati forse ma liberati dal peso delle servitù sociali e delle convenzioni mondane".
"- Allora ti sei divertita?
- Così.
- L'hai visto, il metrò?
- No.
- E allora, che cosa hai fatto?
- Sono invecchiata".

martedì 2 settembre 2008

Da "Il presidente" (G. Simenon)

"Era come se volesse innalzare intorno a sé un muro, o meglio come se si rannicchiasse sotto una coperta per non sentire più nulla al di fuori della sua personale esistenza."
"Quegli accessi avevano su di lui lo stesso effetto dell'alcol, che non sempre toglie la lucidità ma a volte la moltiplica."
"A quaranta, a cinquant'anni, riteneva ancora di capire a fondo gli uomini e dava giudizi senza incertezze né rimorsi. A sessant'anni era già meno sicuro di sé e ora procedava solo a tentoni cercando verità provvisorie."
"Strano come gli eventi possano concatenarsi nel tempo e nello spazio, creando bizzarri arabeschi..."
"C'era stata davvero una dissociazione passeggera tra la sua mente e il suo corpo, con quest'ultimo che rimaneva inerte, mentre l'altra, ancora agile, descriveva cerchi - al pari di un uccello - in mondi talvolta sconosciuti, talvolta non troppo lontani dalla realtà?"
"Non aver bisogno di pensare gli procurava una sensazione strana - gradevole e angosciosa insieme."

Da "La regina della casa" (S. Kinsella)

"Non ha importanza - dice, con tono affettuoso .- Non ti colpevolizzare perché non conosci tutte le risposte. Non sempre è necessario sapere chi sei. Non è necessario avere il quadro completo, né sapere dove stai andando. A volte è sufficiente anche solo sapere cosa si farà dopo."
"Non sai mai come vanno a finire le cose, per quanto tu le abbia pianificate."
"Per tutto il giorno non ho fatto che riflettere su questo. Diventare socio della Carter Spink è stato il sogno della mia vita. Il premio splendente. L'unica cosa che abbia mai desiderato. A parte... tutte le cose che non sapevo di desiderare. Cose di cui non avevo idea fino ad una settimana fa. Tipo l'aria fresca. Tipo le serate libere, i weekend senza impegni. Fare programmi con gli amici. Sedere in un pub dopo il lavoro, a bere sidro, senza avere nulla da fare, niente a cui pensare, niente che ti assilli la mente."
"Una delle cose che ho imparato da tutto quello che mi è successo è che non esiste l'errore più grande della vita. Non ci si rovina la vita. In fin dei conti, la vita ha notevoli capacità di recupero."
"Li osservo, la crème del mondo legale, nei loro abiti di alta sartoria da mille sterline, con i palmari ultimo modello. Che si lasciano sfuggire la vita, senza curarsi di cosa si sono persi. Che vivono in un mondo a parte."
"Guy, io non voglio essere una che non guarda dal finestrino!"
"Scruto le rotaie senza fine, strizzando gli occhi per il sole. Ho ventinove anni. Posso andare ovunque. Fare qualunque cosa. Essere chiunque desideri."

domenica 31 agosto 2008

Da "I love shopping in New York" (S. Kinsella)


"E' incredibile cosa riesca a fare per lo spirito il conforto della propria casa."

"Glielo dico col cuore. Che decida di accettare la mia offerta o no, non si accontenti di una cosa qualsiasi [...] Non si accontenti. Lei è troppo giovane per fermarsi. Guardi dentro il suo cuore e insegua quello che realmente vuole."


Da "L'eleganza del riccio" (M.Barbery)

"Siccome, pur essendo sempre educata, raramente sono gentile, non mi amano; tuttavia mi tollerano perché corrispondo fedelmente al paradigma della portinaia forgiato dal comune sentire. Di conseguenza rappresento uno dei molteplici ingranaggi che permettono il funzionamento di quella grande illusione universale secondo cui la vita ha un senso facile da decifrare."
"La mia famiglia frequenta tutte persone che hanno seguito lo stesso percorso: una gioventù passata a cercare di mettere a frutto la propria intelligenza, a spremere come un limone i propri studi e ad assicurarsi una posizione al vertice e poi tutta una vita a chiedersi sbalorditi perché tali speranza siano sfociate in un'esistenza così vana. la gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia."
"A quanto pare nessuno ha pensato che, se l'esistenza è assurda, una brillante riuscita non vale più di un fallimento."
"Che cos'è un'aristocratica? E' una donna che, sebbene circondata dalla volgarità, non ne viene sfiorata. Alcune persone sono incapaci di cogliere l'essenza della vita e il soffio intrinseco di ciò che contemplano."
"Nella nostra società essere povera, brutta e per giunta intelligente condanna a percorsi cupi e disillusi cui è meglio abituarsi quanto prima."
"Ho battuto in ritirata certo, rifiutando lo scontro. Ma nel chiuso della mia mente, non esiste sfida che io non possa accettare. Umile per nome, posizione e aspetto, nell'intelletto sono una dea invitta."
"Quando la malattia entra in una casa non si impossessa soltanto di un corpo ma tesse tra i cuori un'oscura rete che seppellisce la speranze. Come una ragnatela che avvolgeva i nostri progetti e il nostro respiro, giorno dopo giorno la malattia inghiottiva la nostra vita."
"[...] anch'io so bene che il tè non è una bevanda qualunque. Quando diventa rituale, rappresenta tutta la capacità di vedere la grandezza nelle piccole cose. Dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire, oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell'attimo una gemma di infinito?"
"Tutte le parole che avremmo dovuto dire, i gesti che avremmo dovuto fare, i kairòs folgoranti che un giorno sono apparsi ma che non abbiamo saputo cogliere e che sono sprofondati per sempre nel nulla..."
"La nostra capacità di manipolare noi stessi perché lo zoccolo delle nostre credenze non vacilli neanche un po' è un fenomeno affascinante."
"Quando le righe divengono demiurghe di se stesse, quando assisto, come un miracoloso insaputo, alla nascita sulla carta di frasi che sfuggono alla mia volontà e che si imprimono sul foglio mio malgrado, esse mi fanno conoscere quello che non sapevo né credevo di volere, gioisco di questo parto indolore, di questa evidenza non calcolata, e del fatto che seguo senza fatica né certezza, con la felicità delle meraviglie sincere, una penna che mi guida e mi porta."
"Madame Michel ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti."
"Subire il fascino dell'intelligenza è davvero molto affascinante. Secondo me l'intelligenza non è un valore in sé. Di gente intelligente ce n'è a pacchi. Ci sono molti dementi ma anche molti cervelli eccezionali. [...] E quando l'intelligenza crede di essere uno scopo, funziona in modo strano: non dimostra la sua esistenza con l'ingegno e la semplicità dei suoi frutti, bensì con l'oscurità della sua espressione."
"C'è talmente tanta umanità in questa capacità di amare gli alberi, talmente tanta nostalgia dei nostri primi stupori, talmente tanta forza nel sentirsi così insignificanti in mezzo alla natura... sì, è proprio questo: l'evocazione degli alberi, della loro maestosità indifferente e dell'amore che proviamo per loro da un lato ci insegna quanto siamo insignificanti, cattivi parassiti brulicanti sulla superficie terrestre, dall'altro invece quanto siamo degni di vivere, perché siamo capaci di riconoscere una bellezza che non ci è debitrice."
"Non vi capita mai? Si tratta di avvertire riorganizzazioni interiori di cui non riuscireste affatto a descrivere la natura, è una cosa mentale e spaziale allo stesso tempo, come un trasloco."
"Da bambina spesso mi chiedevo se mi sarebbe stato concesso vivere istanti simili, stare al centro del lento balletto dei fiocchi di neve, strappata finalmente alla triste frenesia del tempo."
"In fin dei conti, gli adolescenti credono di diventare adulti scimmiottando adulti rimasti bambini che fuggono davanti alla vita."
"Giacché l'Arte è l'emozione senza desiderio."
"Poi, come le lacrime, che sono talvolta tonde, abbondanti e compassionevoli, si lasciano dietro una lunga spiaggia lavata dalla discordia, così la pioggia estiva, spazzando via la polvere immobile, è per l'anima degli esseri come un respiro infinito."
"A cosa serve l'intelligenza se non a servire?"
"Fatevi una sola amica ma sceglietela con cura."
"Forse essere vivi è proprio questo: andare alla ricerca degli istanti che muoiono."
"Quando è stata la prima volta che ho provato questo incantevole abbandono, possibile solo in due? La quiete che avvertiamo quando siamo soli, la sicurezza di noi stessi nella serenità della solitudine non sono niente al confronto al saper abbandonarsi, al saper aspettare e al saper ascoltare che si vivono con l'altro, in una semplice compagnia."
"Finito per sempre sarebbe rimasta ancora un'espressione vuota. Ma quando qualcuno a cui vuoi bene muore... allora posso dire che capisci cosa significa ed è una cosa che fa molto molto male. E' come un fuoco d'artificio che si spegne di colpo e tutto diventa nero."
"Stasera, ripensandoci con il cuore e lo stomaco in subbuglio, mi dico che forse in fondo la vita è così: molta disperazione ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. E' come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai."

domenica 3 agosto 2008

Da "Margherita dolcevita" (S. Benni)

“Dentro un raggio di sole che entra dalla finestra talvolta vediamo la vita nell’aria. E la chiamiamo polvere.”
“Il mondo si divide in:
quelli che mangiano il cioccolato senza pane;
quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane;
quelli che non hanno il cioccolato;
quelli che non hanno il pane.”
“Sono andata a letto e le stelle non c’erano più. Ho pulito per bene il vetro della finestra ma niente da fare. Erano sparite . Era sparita Sirio e Venere e Carmilla e Altazor. E anche Mab e Zelda e Bacbuc e Dandelion e la costellazione del Tacchino e la Croce di Lennon. Non ditemi che alcune di queste stelle non esistono. Sono i nomi che gli ho dato io. Infatti rivendico il diritto di ognuno, specialmente della fanciulle fantasiose come me, a chiamare le cose non soltanto con il nome del vocabolario ma anche quello del vocabolaltro, cioè con un nome inventato e scelto. In fondo tutti lo fanno.”
“Mio nonno dice che ogni bellezza è complicata e che Pisolo è come una casa o come il mondo intero. In ogni casa ci sono il salotto buono, il bagno sfavillante e i mobili antichi ma anche il ripostiglio polveroso, le tubature viscide e i tarli che rodono, la stanza dei giochi e la cantina oscura che spaventa e attrae noi bambini. In ogni casa che crediamo di conoscere bene c’è sempre qualcosa di dimenticato, di nascosto. Un cassetto chiuso con un coltello insanguinato in mezzo ai tranquilli cucchiaini. E nel giardino scopriamo una misteriosa scritta su un albero, o un fiore mai visto, nella strada che percorriamo tutti i giorni c’è un vicolo buio, nella città scorre un fiume sotterraneo e nel nostro paese vive nascosta una banda di assassini.”
“Dice che l’uomo è stato creato padrone della terra ma gli manca una cosa fondamentale: una borsa di attrezzi per riaggiustarsi. Ah, sospira, se ci fosse un cacciavite per togliere le idee sbagliate e un martello per fissare le buone intenzioni, una chiave inglese per stringere per sempre l’amore e una sega per tagliare col passato! Ma questa attrezzeria non ce l’hanno data e, dopo aver tentennato e cigolato, prima o poi ci romperemo.”
“Non vorrei ma che finisse quello che finisce bene.”
“A volte penso che dovrei mettermi a dieta, poi penso che se dimagrissi sarei sempre tesa per la paura di ingrassare, invece così sono tranquilla.”
“Inoltre, per addormentarsi bisogna fermare i pensieri e non è facile.”
“Le cose belle e le cose orribili stanno sempre vicine.”
“Amor non corrisposto.
Soffro e dimagrisco.
Amor corrisposto a metà.
Il peso non cambierà.
Amore corrisposto,
Questo amore non conosco.”
“Quando amo, odio tutti.”
“Quante battaglie stupide e quante nobili e giuste ci sono nella giornata media di ognuno?”
“Dice che una buona idea deve essere: sconfinata come gli spazi freddi dell’Universo e precisa come la scelta di un gelato. Ve l’ho detto, è terrorizzante.”
“I Del Bene stavano cercando di contagiarci con l’arma batteriologica del secolo: il tedio. Quella che ti convince che aspettare di vivere è meno faticoso di vivere.”
“Io non scherzo mai – ha detto Eraclito – non sono un adulto qualsiasi.”
È tardi Margherita – ha detto – le stelle si nascondono. Sono stato felice anch’io qualche volta. Ma non posso dimenticare quello che ho visto. È una fiaba sbagliata: gli assassini, Margherita, sono diventati i padroni del mondo. Non c’è più posto per noi.”
“La casa di cura e di riposo Santa Vispa è in cima a una collina da dove si gode, o si soffre, il panorama di tutta la città. C’è odore di gigli e di vaso da notte. All’entrata troneggia il busto di un famoso medico e una lapide che ricorda che nella vita quell’uomo siè comportato in modo esemplare. Proprio come il busto all’entrata della mia scuola. Mi piacerebbe un giorno vedere un bel busto di marmo con questa scritta: in ricordo di quel gran bastardo bugiardo e truffatore che ha impestato la città con le sue malefatte, che l’inferno lo inghiotta, ricordate questa faccia, era la faccia di un porco.”
“Sembrava proprio un asilo di bambini, di vite riavvolte all’indietro. […]Ma non c’era solo morte, lì dentro. C’era tenace, ironica vita. Muschio nella roccia.”
“Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre.”
“Non tutto si può guardare negli occhi, Margherita.”
“Io credo che esisteranno sempre l’intelligenza, la voglia di libertà, l’eros e le sale da ballo – ha detto il nonno – ma la parola speranza non mi sento più di pronunciarla.”
“L’arte è questo: scappare dalla normalità che ti vuole mangiare.”
“Sono tornata a casa e mi sono chiusa in camera. Dalla stanza di Eraclito veniva la voce di Lennon. Tutto il dolore del mondo si è seduto sul mio letto. Il dolore di Angelo prigioniero e il mio. E la stanchezza dei muratori. E la scontentezza di mia madre, la rabbia di mio padre, l’amore offeso di Giacinto. La miseria di Frido e il vuoto di Lenora, il pianto dietro le lunghe ciglia di Labella. La solitudine senza speranza del nonno. Il respiro della bambina di polvere, nascosta fra le macerie.”
“E ci sono periodi molto maperò nella vita. Il fiume degli eventi ristagna e non si sa quale direzione prenderà e andiamo alla deriva nelle acque torbide. Poi l’acqua diventa limpida, il torrente scorre e tutto ritorna trasparente. Così fu la mia vita da quel mattino. Mi trovavo in una pozza profonda, l’ultima quiete prima della cascata finale. Lì potevo vedere ciò che era stato importante nella mia vita, la mia meravigliosa e sordida infanzia che stava per precipitare, tutto ciò che avrei amato sempre anche quando sarebbe stato lontano.”
“Da lì alla mia casa c’erano trecento metri di strada, un tragitto lungo per un cuore storto come il mio, e mi misi a correre.”
“Tutto questo era perduto? Era inevitabile che fosse cambiato? Dovevo dimenticare? Dobbiamo chiudere gli occhi? Dobbiamo perdonare perché ognuno vive di briciole? […] Oppure, proprio perché siamo piccola cosa, dobbiamo combattere per la nostra briciola di giustizia o le stelle crolleranno? […] Ho sognato i sogni degli altri. Perché se capiamo i sogni degli altri, ho pensato, forse non ci separeremo.”
“Puoi credere che quegli anni fossero soltanto difficili oppure che siano stati i peggiori della storia del mondo. In cui il mondo invecchiò di colpo. E prese della vecchiaia l’egoismo e la disperazione, non la saggezza e la generosità.”


sabato 26 luglio 2008

Da "Noi che ci vogliamo così bene" (M. Serrano)

“Qui sto bene. È tutto molto grigio, in sintonia con me stessa.”
“Il vino mi avvicina alla terra: è per questo che mi piace.”
“Dove andranno a finire i sogni di tutte le signore Wilson, tutti quei sogni che non si sono avverati.”
“Non sono né bella né brutta, Né alta né bassa. Né grassa né magra. I capelli non sono né scuri né chiari. Il mio aspetto rispecchia profondamente il mio essere. Né eccentrica né invisibile. Emana da me una sorta di equilibrio. Maria direbbe che questo è maledettamente noioso. Spero che il tempo la convinca del contrario. La mia grande conquista è la serenità. E questo mi sembra già abbastanza."
"Forse mi si potrebbe accusare di essere più spettatrice che protagonista degli avvenimenti. Nel qual caso mi difendere rispondendo che i reali protagonisti nella vita sono in verità molto pochi e che la capacità di osservare – neppure quella di analizzare – oggi è molto diminuita perché tutti vogliono essere al centro. Io non sono la protagonista di queste pagine. Ci sono solo donne, tanti tipi diversi di donne. Eppure così simili, tutte; abbiamo molto in comune.”
“Ora voglio la mia indipendenza e guadagnarmi da vivere nel mondo privato, con quella libertà – e mal di testa – che dà soltanto l’essere padroni del proprio posto di lavoro. Nel mio caso, facendo ricerche, nel silenzio dei miei libri. Non cambierei l’odore della biblioteca dell’Istituto per niente al mondo.”
“D’improvviso immaginai di essere io la persona osservata, poiché succede che ciò che risalta in una persona dipende sempre dal tipo di sguardo che le indirizza l’osservatore.”
“La cosa certa è che era bella. Ma non era una bellezza né tipica né classica. Ciò che possedeva era un’aura attraente. Sì, più che bella era questo: maledettamente attraente.”
“Cercavamo di rubare la pace alla notte prima di andare a dormire. Forse eravamo stanche ma non ce ne accorgevamo. Era più importante il fatto che quel paesaggio ci stava contenendo tutte e quattro, tutte e quattro insieme.”
“Vi regalo un pensiero, ragazze, perché possiate dormire tranquille: la cosa migliore è essere assolutamente banali. Che nessuna si senta svilita perché non è stata un’eroina… essere obbligati a morire, sognando la terra cui non si fece mai più ritorno…”
“Come ho fatto a sopportare me stessa, vorrai dire. È STATA COLPA MIA. È per questo che ho chiuso il capitolo matrimonio. Perché se mi innamoro, perdo ogni dignità. Perché sono un essere umano che è stato capace di vivere quello che ha vissuto, per scelta. Mi vergogno della Sara di quegli anni: se mi è successo quello che mi è successo, è stato perché io l’ho permesso.”
“Ah, Ana, i conti non tornano mai! Ma non mi lamento. È la soluzione ideale per evitare di dipendere da qualcuno. Se d’improvviso sento che mi sto innamorando troppo di uno, mi distraggo nell’amore dell’altro e la paura passa. Dal punto di vista terapeutico può sembrare un metodo insano. Può sembrare il modo migliore per non amare. Ma a volte le terapie si confondono con la norma, si classifica come nevrosi quello che non trova riscontro nelle categorie stabilite. Io so che amo tutti e due, non esiste psichiatra in grado di convincermi del contrario. Ho paura della simbiosi, Ana, e non mi viene in mente un altro modo per combatterla.”
“Come la penna per il poeta e il pennello per il pittore, così era l’amore per Maria. Lei stessa racconta in modo divertente di aver avuto mille amori nella sua vita e tutti, anche quelli che erano durati quattro giorni, erano stati totali.”
“La proiezione di nuove situazioni, l’intuizione di nuovi incontri e una specie di strana speranza inondavano Maria ogni volta che si affacciava a uno scenario ignoto, come se attraverso ambienti sconosciuti potesse ricostituirsi e sentirsi reale.”
“Sara si accese una sigaretta e fissò lo sguardo nell’acqua verde. Era il tramonto, la nostra ora preferita per portare a spasso l’anima a prendere un po’ d’aria. Eravamo sulla veranda, Isabel si spazzolava i capelli, Maria si limava le unghie e io, con una pinzetta, mi sfoltivo le sopracciglia. Mi ha sempre divertito molto la contraddizione tipica delle donne tra l’occupazione manuale del momento e i loro pensieri. Sarà perché dobbiamo pensare sempre alle cose importanti mentre siamo sommerse in fatti insignificanti?”
“Tutti vennero frenati e ritardarono così la scoperta dell’unica verità: quella della nostra radicale solitudine. Si nasce da soli, si muore da soli. Si È soli.”
“Sappiamo che l’amore finisce, Ana. Perché ci inventiamo tante storie? Le proiezioni verso il futuro sono soltanto una forma di esorcismo. Sappiamo che ogni relazione muore. Tu dici che si trasforma. Certo, in quella cosa tiepida, blanda e accondiscendente? Che energia c’è in tutto questo? Si sa che la passione non è eterna. Si sa che dietro una relazione simbiotica si cela soltanto il terrore della solitudine.”
“Gli spiegò la teoria che le storie d’amore che nascono subito dopo una separazione finiscono sempre male. Che se non si passa un periodo determinato di elaborazione, se non si pulisce il cuore, la nuova coppia ne paga le conseguenze.”
“Non esiste una vita trasparente, Ana. Ogni donna ha un segreto, pur piccino che sia. Tutte ne hanno almeno uno.”
“Il dolore è mal ripartito – dice Sara. Fa bene, a volte, sentirsi male, Isabel – la consola Maria – Sono epoche ponte in cui si cambia orbita.”
“Maria soffre. Maria è stata ferita. Le è difficile respirare, in quel momento le è difficile sentirsi viva. È successo che a Maria hanno strappato un pezzo di cuore.”
“Il problema, Ana, è che il calore assopisce. L’inverno rigido, quello di fuori e quello dell’anima, invoca disperatamente protezione. E solo il calore può proteggere. Ma al contempo ti avvolge. Ed è pericoloso. L’abbraccio caldo ti stordisce. Riduce l’attenzione vigile. Ti abbandoni al sonno, alla convinzione che ti trovi bene in quel sonno perché non sei riuscita a scacciare il fantasma del freddo. E si resta così. Come si fa a non confondere la serenità con uno schifoso conformismo? Sto bene… con il fuoco e la lana… non aprirò a nessuno. Non mi muoverò, lascerò che tutto mi scivoli a fianco. Così posso continuare a svuotarmi.”
“Si domanda in che momenti i segnali dell’elasticità dell’anima che cresce in modo salutare si confondono con i segnali di una persona che sta perdendo il controllo. Non è a suo agio con se stessa. Guarda la gente per strada, i vecchi guardano al passato, i giovani al futuro? Lei dove deve guardare?”
“Uno dopo l’altro tutti gli specchi si frantumano. Maria non sa più dove guardarsi. È rimasta senza nulla in cui riflettersi, un Narciso senz’acqua.”
“Nell’affanno di immobilizzare l’affetto altrui si è dimenticata di immobilizzare il proprio. […] Ha prestato attenzione ai sentimenti dell’altro, non ha sentito se stessa. […] Per accendere passioni negli altri, ha spento se stessa. E ora non sa cosa farsene di tutta questa desolazione.”
“Poverina, la mia Maria. La sacerdotessa dell’amore: la sua volontà e il suo officio nella vita furono quelli di custodire il segreto del tempio. Ma il tempio era vuoto.”
“Le diagnosi sono confuse. Isterica, narcisista, autodistruttiva. Non è forse così la metà del genere umano? E sono forse tutti ricoverati? […] Dicono che sono fredda. […] Dicono che era arrivato un principe azzurro, che ha tentato di salvarmi e che io non gliel’ho permesso. Dicono che il mio peccato grave è che sono incapace di amare.”
“Sara e io eravamo piene di energia e il sud, con la sua natura, aiutò a trasmetterla. È stata la vita quotidiana che ci ha permesso di farlo. Il pane che usciva caldo dal forno ogni mattina. Il vino, color delle ciliegie, che ci iniettava ciò che non scorre nelle vene degli avari che per anni si sono privati di vino e di calore. È stato il legno di rovere rosa del tavolo che ci vedeva riunite, lì attorno, tre volte al giorno, offrendoci cibo. È stata la quarta sinfonia di Brahms che ci ha svegliato tante mattine. Sono state le ventate di nostalgia quando il braciere di carbone brillava vicino alle zampe a testa di leone della vasca, mentre aspettavamo il nostro turno per fare il bagno. Sono stati gli specchi grandi degli armadi quando posavamo da sole o a coppe. Sono stati i sogni tra le lenzuola, tra i colori amaranto e verde oliva, tra i profili di raso. Sono stati pomeriggi in cucina in cui, guardando la pioggia, ringraziavamo il cielo della nostra amicizia. È stato quel tramonto quando il lago diventò grigio e in spiaggia Maria abbracciò Isabel, prendendola per le spalle, costringendola a dirlo. Invochiamo Emily Dickinson: bring me the sunset in a cup. Portami il tramonto in una tazza. È vero, erano passati dieci anni ed eravamo ancora lì, tutte e quattro, sempre noi quattro. Più grandi, più vecchie, più ferite, più sagge. E il lago, a farci da testimone. Di cosa? Non lo so… di tutto. Racconti, discussioni, lacrime, risa. Chiusure. Di fasi? Di decadi? Maria mi avrebbe risposto: - Sintetizza, Ana: d’amore”.
“La mia conclusione, Ana, è che l’amore è l’unica cosa veramente importante al mondo.”
Sono scesa agli inferi per riuscire a scriverti queste frasi d’amore. E sono risalita distrutta ma sicura. Basta con i viaggi all’estero, il mondo, tutta la vita che non sia tu. Questi periodi nel vortice, senza un uomo al fianc, fanno bene e male, amore mio. Sono sufficientemente pazza e saggia. Ti amo oltre ogni limite. Torna, Ignacio!
“Alla fine, Ana - mi dice con voce molto tranquilla, - il nostro compito, il compito di noi donne, è quello di dare alla luce i figli e di chiudere gli occhi a chi muore, Esattamente i due passi chiave dell’esistenza. Come se la storia in realtà dipendesse dalle nostre mani.”
“Chiudi bene la porta, Ana. Il mondo sa essere così freddo là fuori.”

lunedì 14 luglio 2008

Da "Firmino" (S. Savage)

"Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo."
"Guardatelo il Cavaliere dalla Trista Figura: fatuo, cocciuto, clownesco, ingenuo sino alla cecità, idealista sino al grottesco - e chi è costui se non la sintesi di me stesso? La verità è che non sono mai stato a posto con la testa. Solo, non combatto contro i mulini a vento. Faccio di peggio: sogno di combattere contro il mulini a vento, muoio dalla voglia di combattere contro i mulini a vento. [...] Cosa cambia in fin dei conti? Una causa senza speranza è solo e soltanto una causa senza speranza, punto."
"Ora, maltrattato e frastornato dalla vita, ripenso all'infanzia sperando di trovarvi una qualche conferma del mio valore, un qualche segno che io ero destinato, almeno per un certo periodo, a essere tutt'altro che un dilettante e un buffone, e che, se ho fallito, ciò è accaduto per un'ineluttabile circostanza e non per mia inadeguatezza."
"In questo senso, somigliava a un libro: attraverso di essa potevi indagare mondi che non erano tuoi."
"Se c'è un merito da riconoscere alla letteratura è che infonde un senso di fatalità. Niente, più di una vivida immaginazione, riesce a privare una persona del suo coraggio."
"E' mai possibile che io, a dispetto della apparenze tutt'altro che promettenti, abbia un Destino? E con ciò, intendo quel genere di cose che succedono alle persone nelle storie, dove gli accadimenti di cui è fatta una vita, per quanto vorticosi e ribollenti possano essere, infine sono sempre una manifestazione, in quel loro stesso vorticare e ribollire, di un preciso disegno. Le vite, nelle storie, hanno sempre un significato e un fine."
"Riuscii a conversare con tutti i Grandi. Dostoevskij e Strindberg, per esempio. Subito riconobbi in loro dei compagni di strada afflitti, isterici come me. E da loro appresi un insegnamento prezioso: per quanto piccolo e insignificante tu possa essere, nulla vieta che la tua follia sia tra le più grandi."
"Rido per non piangere. Cosa che, naturalmente, non mi è possibile fare... Come ridere, d'altro canto, se non nella mia testa, dove quel riso è più doloroso delle lacrime."
"Compresi che l'intensità del dolore, com'è ovvio, era direttamente proporzionale alla mia smisurata vanità."
"Adesso lo capisco, quanto fosse contraddittoria la sua indole. Ma a quei tempi le uniche contraddizioni che sapevo riconoscere erano le mie."
"L'amore non corrisposto fa male, ma l'amore che non può essere corrisposto riesce davvero a buttarti giù."
"Mi veniva da piangere. Così vicino al nome di Jerry misi le parole ANIMA GEMELLA e SOLITUDINE. Adesso capivo come quel cestino di fili metallici intrecciati sistemato sul davanti della bicicletta gli servisse proprio per trasportare in giro la sua immensa disperazione e come quell'occhio spostato tutto da una parte se ne stesse imperterrito a fissare il nulla di cui era fatta l'esistenza umana, e l'infinitezza di tempo e di spazio."
"Non sono mai stato a posto con la testa, ma non sono pazzo. Inarcate pure un sopracciglio, inarcateli pure entrambi ma rimane assodato il fatto che una cosa è sognare a occhi aperti e ingannare se stessi, tutt'altra cosa è avere una rotella mancante. E non è possibile che un tipo come me sia pazzo senza saperlo."
"[...]Quando cioè mi dedico a quel che io chiamo "sognare", prendendo tutta la roba insensata di cui è fatta la vita e dandole un inizio, uno sviluppo e una fine."
"E' interessante come le illusioni non finiscano mai. [...] La vita è breve ma c'è sempre qualcosa da imparare prima di tirare le cuoia. Una delle cose che ho notato è come gli estremi finiscano per fondersi. Immenso amore diventa immenso odio, la tranquillità della pace si trasforma nel clamore di guerra, il tedio più sconfinato dà origine a smisurata eccitazione."
"Sotto il profilo psicologico, ubriacarsi è di gran lunga più utile di quanto la gente non creda."
"Se si è soli, penso che aiuti essere un po' pazzi, purché non si esageri."
"Si vedevano immagini di treni carichi di gente affamata che stendeva le braccia scarne fuori dalle sbarre dei carri bestiame, cataste di cadaveri emaciati - le facce da ratti. E Jerry disse che quelle immagini lo facevano vergognare di essere uomo. Concetto che per me era nuovo."
"Be' ecco il perché: la differenza tra assumere una maschera, che è sempre occasione di libertà, e averla imposta è la stessa che intercorre tra un rifugio e una prigione."
"Penso sempre che ogni cosa durerà in eterno, ma non è mai così. In realtà, niente esiste per più di un istante, tranne ciò che custodiamo nella memoria."
"Suonavo e pensavo a Mamma, che era scomparsa, a Norman, che non era riuscito ad esistere, e pensavo sempre a Jerry, che aveva smesso di esistere, e anche a me stesso, certo, quel me stesso che non era sicuro di voler esistere. Mi resi conto che non avevo mai saputo, prima d'allora cosa fosse davvero la solitudine."
"Quando piove, il cuore piange." (Verlaine).
"Ciascuno è nemico di se stesso, Firmino. Dovresti saperlo ormai."
"E in conformità a quanto precedentemente asserito, il Ratto Firmino, abusivo, girovago, parassita, saccente, guardone, roditore di libri, sognatore ridicolo, mentitore, parolaio e pervertito, con il presente documento, è sfrattato da questo pianeta."
"Era tempo di andare. Jerry era solito dire che se uno non desiderava tornare a rivivere la propria vita, allora l'aveva sprecata. Non saprei dire. Anche se mi considero fortunato di aver vissuto la vita nel modo in cui l'ho vissuta, non mi piacerebbe essere così fortunato due volte."

lunedì 16 giugno 2008

Da "Ti ricordi di me?" (S. Kinsella)

"La luce del mattino filtra tra le veneziane; sono sveglia da un po' ma rimango ancora a letto. Inspiro ed espiro con regolarità fissando il soffitto. Secondo la mia teoria, se sto sdraiata tranquilla, la tempesta nella mia mente forse si calmerà e tutto tornerà a posto. Fino a questo momento, sembra un po' una teoria di merda."
"Persino qui, nel mio rifugio più intimo, è tutto ordinato e sterile: una sorta di 'nientità'. Dov'è il casino? Dov'è finita la mia roba? Le lettere, le foto? Dove sono finite tutte le mie cinture con le borchie, e i rossetti che regalano quelle riviste pidocchiose? Dove... dove sono io?"
"Ogni volta che mi guardo allo specchio mi riconosco solo a scoppio ritardato."
"Perché, se ti arrendi, poi non sai se ci saresti mai riuscita."
"So solo che ho voglia di raggomitolarmi sotto una trapunta e far finta che il mondo non esista. Non c'è niente in questa nuova vita che io riesca ad accettare."

sabato 7 giugno 2008

Da "Gomorra" (R.Saviano)

"Quando tutto ciò che è possibile è stato fatto, quando talento, bravura, maestria, impegno vengono fusi in un'azione, in una prassi, quando tutto questo non serve a mutare nulla, allora viene voglia di stendersi a pancia sotto sul nulla, nel nulla. Sparire lentamente, farsi passare i minuti sopra, affondarci dentro come fossero sabbie mobili. Smettere di fare qualsiasi cosa. E tirare, tirare a respirare. Nient'altro.[...] Perché quando qualcuno conosce una cosa solo nel perimetro della propria carne e del proprio cranio è come se non la sapesse. E così il lavoro quando serve solo a galleggiare, a sopravvivvere, solo a se stessi, allora è la peggiore delle solitudini. [...] Sono sicuro che Pasquale, da solo, qualche volta, magari quando ha finito di mangiare, quando a casa i bambini si sono addormentati sfiancati dal gioco a pancia sotto sul divano, quando la moglie prima di lavare i piatti si mette al telefono con la madre, proprio in quel momento gli viene in mente di aprire il portafogli e fissare quella pagina di giornale. E sono sicuro che, guardando quel capolavoro che ha creato con le sue mani, Pasquale è felice. Una felicità rabbiosa. Ma questo non lo saprà mai nessuno."
"Ti senti gonfio come dopo una mangiata o una bevuta di pessimo vino. Una paura che non esplode nei manifesti per strada o sui quotidiani. Non ci sono invasioni o cieli coperti di aerei, è una guerra che ti senti dentro. Quasi come una fobia. Non sai se mostrare la paura invece di nasconderla. Non riesci a comprendere se stai esagerando o sottovalutando. [...] E ci si sente intrappolati, spalla a spalla, trovando insopportabile il calore dell'altro."
"Mentre mi allontanavo, mentre portavano via Attilio Romanò, iniziai a capire. A capire perché non c'è momento in cui mia madre non mi guardi con preoccupazione, non comprendendo perché non me ne vado, perché non fuggo via, perché continuo a vivere in questi luoghi d'inferno."
"Quella notte Secondigliano era silenziosa e stremata, Senza giornalisti ed elicotteri. Senza vedette e pali. Un silenzio che faceva venire voglia di dormire, come di pomeriggio sulla sabbia ì con le braccia intrecciate sotto la nuca non pensando più a niente."
"Qui però non esiste attimo in cui il mestiere di vivere non appaia una condanna all'ergastolo, una pena da scontare attraverso un'esistenza brada, identica, veloce, feroce."
" - Robbe', cos'è un uomo senza laurea e con la pistola?
- Uno stronzo con la pistola...
- Bravo. Cos'è un uomo con la laurea e senza la pistola?
- Uno stronzo con la laurea...
- Bravo. Cos'è un uomo con la laurea e con la pistola?à
- Un uomo, papà!
- Bravo Robertino."
" - Li vedi quelli. Sono loro che comandano veramente. Sono loro che decidono tutto! C'è chi comanda le parole e chi comanda le cose. Tu devi capire chi comanda le cose e fingere di credere a chi comanda le parole. Ma devi sempre sapere la verità in corpo a te. Comanda veramente solo chi comanda le cose."
"Scegliere di salvare chi deve morire significa voler condividerne la sorte, perché qui con la volontà non si muta nulla. Non è una decisione che riesce a portarti via da un problema, non è una presa di coscienza, un pensiero, una scelta, che davvero riescono a darti la sensazione di star agendo nel migliore dei modi. Qualunque sia la cosa da fare, sarà quella sbagliata per qualche motivo. Questa è la vera solitudine."
"La vita ti chiede sempre ciò che sei capace di affrontare."
"Un posto dove fosse ancora possibile riflettere senza vergogna sulla possibilità della parola.La possibilità di scrivere dei meccanismi del potere, al di là delle storie, oltre i dettagli. Riflettere se era ancora possibile fare i nomi, a uno a uno, indicare i visi, spogliare i corpi dei reati e renderli elementi dell'architettura dell'autorità. Se era ancora possibile inseguire come porci da tartufo le dinamiche del reale, l'affermazione dei poteri, senza metafore, senza mediazioni, con la sola lama della scrittura."
"Io so e ho le prove. [...] E la verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova. E non deve trascinare controprove e imbastire istruttorie. Osserva, soppesa, guarda, ascolta. Sa. Non condanna in nessun gabbio e i testimoni non ritrattano. Nessuno si pente. Io so e ho le prove. [...] Le prove sono inconfutabili perché parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni. Io vedo, trasento, guardo parlo, e così testimonio, brutta parola che ancora può valere quando sussura: - E' falso - all'orecchio di chi ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di potere. La verità è parziale, in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica. Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità."
"Io so e ho le prove. Non faccio prigionieri."
"Don Peppino scavò un percorso nella crosta della parola, erose dalle cave della sintassi la potenza che la parola pubblica, pronunciata chiaramente, poteva ancora concedere. Non ebbe l'indolenza intellettuale di chi crede che la parola ormai abbia esaurito ogni sua risorsa che risulta capace solo di rimepire gl spazi tra un timpano e un altro. La parola come concretezza, materia aggregata di atomi per intervenire sui meccanismi delle cose, come malta per costruire, come punta di piccone. Don Peppino cercava una parola necessaria come secchiata d'acqua sugli sguardi imbrattati."
"Qui tutto ciò che fai rimane nel perimetro degli spazi ristretti, nella condivisione dei pochi. E' proprio in questa solitudine credo, che si foggia quello che potrebbe chiamarsi coraggio, una sorta di panoplia a cui non pensi, te la porti addosso senza rendertene conto. Vai avanti, fai quello che devi fare, il resto non vale nulla. perché la minaccia non è sempre una pallottola tra gli occhi o i quintali di merda di bufala che ti scaricano fuori la porta di casa. Ti sfogliano lentamente. Una foglia al giorno, fin quando ti trovi nudo e solo a credere che stai combattendo con qualcosa che non esiste, che è un delirio del tuo cervello. Inizi a credere alle calunnie che ti indicano come un insoddisfatto che se la prende con chi è riuscito e per frustrazione li chiama camorristi. Giocano con te come con lo shangai. Tolgono tutte le bacchette di legno senza farti muovere, così alla fine rimani da solo e la solitudine ti trascina per i capelli. E' uno stato d'animo che qui non ti puoi permettere. E' un rischio, abbassi la guardia, non riesci più a comprendere i meccanismi, i simboli, le scelte. Rischi di non accorgerti più di niente. E allora devi dare fondo a tutte le tue risorse. Devi trovare qualcosa che carburi lo stomaco dell'anima per andare avanti. Cristo, Buddha, l'impegno civile, la morale, il marxismo, l'orgoglio l'anarchismo, la lotta la crimine, la pulizia, la rabbia costante e perenne, il meridionalismo. Qualcosa. Non una gancio cui appendersi. Piuttosto una radice sotto terra, inattaccabile. Nell'inutile battaglia in cui sei certo di ricoprire il ruolo di sconfitto, c'è qualcosa che devi preservare e sapere. Devi essere certo che si rafforzerà grazie allo spreco del tuo impegno che ha il sapore della follia e dell'ossessione. Quella radice a fittone che si incunea nel terreno ho imparato a riconoscerla negli sguardi di chi ha deciso di fissare in volto certi poteri."
"Chiudersi, diventare silenzioso, quasi muto, una volontà di scappare dentro di sé e smettere di sapere, di capire, di fare. Smettere di resistere, una scelta di eremitaggio presa un momento prima di sciogliersi nei compromessi dell'esistente."
" - Mi manda chi a vita va po' ddà e va po' pure llevà!"
"Non sono mai riuscito a sentirmi distante, abbastanza distante da dove sono nato, lontano dai comportamenti delle persone che odiavo, realmente diverso dalle dinamiche feroci che schiacciavano vite e desideri. Nascer ein certi luoghi significa essere come il cucciolo del cane da caccia che nasce già con l'odore di lepre nel naso. Contro ogni volontà, dietro la lepre ci corri lo stesso: anche se poi, dopo averla raggiunta,, puoi lasciarla scappare serrando i canini. E io riuscivo a capire i tracciati, le strade, i sentieri, con ossessione incansapevole, con una capacità maledetta di capire sino in fondo i territori di conquista."
"Sapere, capire diviene una necessità. L'unica possibile per considerarsi ancora uomini degni di respirare."
"Era un pensiero ridicolo, ma in alcuni momenti non c'è altro da fare che assecondare i tuoi deliri come qualcosa che non scegli, come qualcosa che subisci e basta. Avevo voglia di urlare, volevo gridare, volevo stracciarmi i polmoni, come Papillon, con tutta la forza dello stomaco, spaccandomi la trachea, con tutta la voce che la gola poteva ancora pompare: - MALEDETTI BASTARDI, SONO ANCORA VIVO!"

giovedì 8 maggio 2008

Da "Le scarpe rosse" (J. Harris)

"Malata o sana? Felice o triste? Ricca o povera? Alla città non interessa. La città ha altre faccende di cui occuparsi. Senza fare domande, ti passa oltre, va per la sua strada e se ne infischia."
"L'ha sempre avuta quell'aria da diversa, di occhi che vedono cose troppo lontane e di pensieri che vagano oltre il limite del mondo."
"La morte è banale, diceva sempre mia madre, qualche settimana prima della sua morte in una strada affollata nel centro di New York. La vita è straordinaria. Noi siamo strordinarie. Abbracciaroe lo straordinario è festeggiare la vita."
"... e poi, come diceva mia madre, si dovrebbe prendere sempre tempo per scegliere il meglio."
"Il vento ha un effetto curioso sulla gente: la fa cambiare, la fa danzare. [...] Quando il vento è così può essere seduttivo, porta pensieri selvaggi e sogni ancor più selvaggi."
"C'è una simmetria, vedete. Per ogni colpo di fortuna, una mazzata; per ogni persona che abbiamo aiutato un dolore. "
"Be', aveva le stesse che hanno tutti, le possibilità che ti toccano in sorte il giorno in cui nasci, la sola opportunità, e c'è chi passa la vita a trovare scuse, ad accusare le carte e a desiderare di averne avute di migliori, mentre alcuni di noi giocano la mano, alzano la posta e usano ogni trucco, imbrogliano appena possono... e vincono."
"La questione della bellezza è che in realtà non ha molto a che vedere col nostro aspetto. Non c'entra con il colore dei capelli, l'altezza e la figura. E' tutta qui dentro. E' nel modo in cui cammini, parli, pensi [...] Chiamala atteggiamento, se vuoi. Chiamala carisma , o faccia tosta, oppure fascino. Perché in sostanza si tratta di stare diritti, di guardare la gente negli occhi, di lanciare un'occhiata assassina e di dire 'Fanculo, sono favolosa."
"L'ho guardato. Gli brillavano gli occhi. Ci crede sul serio, e poi gli importa, ecco quello che mi piace tanto di lui. Odio alla gente quando non importa, quando attraversa la vita senza che gliene importi o creda in nulla."
"Non mi piace essere fotografata, trovo che di rado assomiglio a me stessa."
"Ci sono venti buoni e venti cattivi. Devi scegliere solo quello che vuoi, ecco tutto. Fai ciò che vuoi. E' semplice. Puoi farti intimidire o rispondere all'attacco. Puoi cavalcare il tempo come l'aquila, Nanou, oppure scegliere di farti spazzare via."

giovedì 27 marzo 2008

Da "I quaderni del pianto" (M. Serrano)

"Essere poveri vuol dire tante altre cose oltre a non avere soldi."
"Adesso, ritornando a casa, mi sono incamminata verso l'albero. Come se potessi toccarla la bambina di allora, l'antica ladruncola. Sentivo l'odore di lei, della sua innocenza. Cercai di scoprire quanti strati di pelle bisognava cambiare prima di morire. Quanta fatica diventare adulti."
"La morte dei figli appartiene alle madri. [...] Perché il tuo papà aveva capito che a quell'età gli angioletti sono della madre e soltanto la madre li sa perdere."
"Pensai che al di là dell'affetto, le madri e le figlie non si conoscono mica tanto. Mi vergognavo per tutto quello che lei non sapeva di me."
"Quando dimenticavo certi dettagli, lui mi diceva che non aveva importanza. Che erano le sensazioni a permanere."
"Mi rendi così felice. Quattro parole. Diciassette lettere. L'immensità."
"Di lì in avanti, così come ad ogni aquilone sta appesa la sua coda, a ogni amore stava appesa la sua notte."
"Più avanti la vita mi avrebbe regalato tanti cieli azzurri, ma quello fu l'unico paradiso."
"Rimasi senza di lui. Vi domanderete se mi sia spezzata in due. Se sia stata trafitta dal pugnale del dolore. No. La sua assenza fu enorme, enorme, eppure qualcosa di strano prese il posto del tormento. Ero piena, come la luna. Follemente legata alla vita. Nulla mi avrebbe portato via quella sensazione. Ero una donna amata. Sapevo che presto o tardi la vita mi avrebbe dimostrato la sua avarizia, però confidavo nelle riserve che mi aveva lasciato l'amore."
"Lei ci insegnò che i sogni bisogna ricordarseli, altrimenti restano dentro al cuore creando nodi che poi avrebbero fatto male."
"Contemporaneamente mansueta e pazza."
"Non l'ho mai amato come il principe, però l'ho amato. Nessuno può avere due paradisi in una sola volta, qui sulla terra. Più tardi mi accorsi che la maggior parte delle donne non riesce ad avere neanche un quarto di paradiso e io ne avevo avuto uno intero tutto per me."
"Quando si contano le fortune, diceva la mia mamma laggiù in campagna, guai se superano la capienza di un cestino. Se sono troppe, vanno perdute."
"Siamo pazze tutte e due, signora, le risposi in tono fermo, tutte e due. Perché nessuno ci ha cresciute insegnandoci che gli esseri umani possono essere buoni e cattivi insieme."
"Forse la vita è così, due verità che scorrono insieme come due torrenti paralleli che sfociano nel medesimo fiume."
"Pensai che fosse una ritardata mentale perché non parlava e si raggomitolava in un angolo come una bestiola spaventata. Ma le splendevano gli occhi e riconobbi in essi la scintilla dell'intelligenza."
"Se menti a te stessa e fingi indifferenza , un bel giorno diventerai davvero indifferente. Prova a farlo, con pazienza. Alla fine anche la volontà vacilla e non sa bene se siano riusciti a convincerla oppure no. Allora la menzogna sarà indistinguibile, quindi non sarà più menzogna. Perché la maschera ha finito per confondersi con il volto e diventano la stessa cosa."
"I pazzi suscitano timore. A me ispiravano pietà. La loro miseria era triste, tanto triste. Essere pazzo non significa essere pazzo tutto il giorno. Curiosa malattia. A tratti arriva, poi se ne va. [...] Sono soprattutto gli occhi a cambiare. Non fissano con intenzione come quelli di chi ha la mente a posto. Sono occhi sperduti in un altro mondo, un mondo che non si condivide con nessuno. Come sono soli, in quei momenti. Ma Elvira mi diceva che io ero più sola di loro, perché ne ero consapevole."
"Chi ha perduto un figlio non vale più niente. E' morto due volte."
"Invece la sua testa è diventata decisamente selvaggia. Scoperta. Alla mercé degli elementi della natura. I capelli arruffati dal vento, inattaccabili da qualasiasi spazzola. Ciocche fuori da ogni controllo. Non si ripara dal freddo. Non si protegge. [...] La testa selvaggia è irresponsabile. E non perché ignori i rischi, semplicemente crede si debba rischiare per raggiungere la quiete finale. Perché il cerchio si chiuda. Allora pensa alla libertà. Come una sfera di cristallo piena di fiocchi di neve che dopo uno scossone si quietano."
"Un pianto ribelle l'assale, dopo tanto tempo passato senza piangere. E gliene è grata perché è un pianto che le lava la faccia. Un regalo, come il sole d'inverno."

domenica 16 marzo 2008

Da "Diario di scuola" (D. Pennac)

"Statisticamente tutto si spiega, personalmente tutto si complica."
"Ho provato presto il desiderio di fuggire. Dove? Non è chiaro. Diciamo fuggire da me stesso e tuttavia dentro di me. Ma in un io che fosse accettato dagli altri."
"Dove sta il fascino della banda? Nel potervisi dissolvere con la sensazione di affermarsi. Gran bella illusione d'identità."
"La nascita della delinquenza è l'investimento segreto nella furbizia di tutte le facoltà dell'intelligenza."
"Ma guardiamoci bene dal sottovalutare l'unica cosa sulla quale possiamo agire personalmente e che risale alla notte dei tempo pedagogici: la solitudine e il senso di vergogna del ragazzo che non capisce, perso in un mondo in cui gli altri capiscono.[...] Gli insegnanti che mi hanno salvato non erano formati per questo. [...] Hanno capito che occorreva agire tempestivamente e si sono buttati. Non ce l'hanno fatta. Si sono buttati di nuovo, giorno dopo giorno, ancora e ancora... Alla fine mi hanno tirato fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita."
" - Lo sa qual è l'unico modo per far ridere il buon Dio? Raccontargli i propri progetti. - In altre parole, niente panico, non c'è nulla che vada come previsto, è l'unica cosa che ci insegna il futuro quando diventa passato."
"Poi venne il mio primo salvatore. Un professore di francese. In prima superiore. Che mi scoprì per quello che ero: un affabulatore sincero e allegramente suicida."
"Insomma diventiamo. Ma non cambiamo granché. Ci arrangiamo con quello che siamo."
"Poiché per quanto strano vi possa sembrare, o nostri allievi, voi siete impastati delle materie che vi insegnamo. Siete la materia stessa di tutte le nostre materie. Infelici a scuola? Forse. Scombussolati dalla vita? Alcuni, sì. Ma ai miei occhi siete fatti di parole, tutti quanti voi, intessuti di grammatica, tutti, pieni di discorsi, anche i più silenziosi e i meno attrezzati di vocabolario, abitati dalle vostre rappresentazioni del mondo, pieni di letteratura, insomma ognuno di voi, ve lo assicuro."
"Il gioco è il respiro della fatica, l'altro battito del cuore, non nuoce alla serietà dello studio, ne è il contrappunto. E poi giocare con la materia è un modo come un altro per abituarci a padroneggiarla. Non dia del bambino al pugile che salta la corda, è imprudente."
"Sapevamo che se la comprensione del testo è una dura e solitaria conquista della mente, la frase scema stabilisce invece una connivenza riposante che può esistere solo tra amici intimi. Soltanto con gli amici più stretti ci raccontiamo le storielle più stupide, come per rendere un implicito omaggio alla loro raffinatezza intellettuale. Con gli altri facciamo i brillanti, sfoggiamo il nostro sapere, ce lo tiriamo, seduciamo."
"Alla fine tu eri quello studioso, io il pigro. Era questa allora la pigrizia? Questo impantanarsi in se stessi? E lo studio cos'era, allora? Come facevano quelli che studiavano bene? Dove attingevano quella forza? Fu l'enigma della mia infanzia. Lo sforzo, in cui io mi annientavo, per te fu subito promessa di successo."
"Oggi no; è Nonnaccia Marketing a vestire grandi e piccoli. E' lei che veste, nutre, disseta, calza, incappella, rifornisce tutti quanti, è lei che barda lo studente di elettronica, gli fa inforcare roller, bici, scooter, moto, monopattino, è lei che lo distrae, lo informa, lo connette, lo mette sotto flebo musicale costante e lo sguinzaglia ai quattro angoli dell'universo consumabile, è lei che lo addormenta, è lei che lo sveglia e quando lui si siede in classe è lei che vibra nella sua tasca per tranquillizzarlo: sono qui, non aver paura, sono qui, nel tuo telefonino, non sei ostaggio del ghetto scolatico!"
"Oggi esistono cinque specie di bambini sul nostro pianeta: il bambino cliente da noi, il bambino produttore sotto altri cieli, altrove il bambino soldato, il bambino prostituito, e sui cartelloni della metropolitana il bambino morente la cui immagine, periodicamente, protende verso la nostra indifferenza lo sguardo della fame e dell'abbandono. Sono bambini, tutti e cinque. Strumentalizzati, tutti e cinque."
"E' questo l'amore in materia di insegnamento, quando gli studenti volano come uccelli impazziti. [...] Salvare dal coma scolastico le rondini sfracellate. Non sempre si riesce, a volte non si trova una strada, alcune non si ridestano, rimangono sul tappeto oppure si rompono il collo contro il vetro successivo: costoro rimangono nella nostra coscienza come le voragini di rimorso in cui riposano le rondini morte in fondo al nostro giardino, ma ogni volta ci proviamo, ci abbiamo provato. Sono i nostri studenti. Le questioni di simpatia e di antipatia per l'uno e per l'altro non c'entrano. Nessuno di noi saprebbe dire il grado dei nostri sentimenti verso di loro. Non di questo amore si tratta. Una rondine tramortita è una rondine da rianimare, punto e basta."

martedì 4 marzo 2008

Da "La passione secondo Thérèse" (D. Pennac)

"Bisognerebbe vivere a posteriori. Decidiamo tutto troppo presto. Non avrei mai dovuto invitare quel tizio a cena."
"La specie umana è una decisione di donna, Benjamin. Nemmeno Hitler ha potuto opporvisi."
"Julius il cane e io rimuginavamo tutto questo tornando su a Belleville. Cercavamo di trarre le conseguenze di quella conversazione, come dicono i politici. Ma le conseguenze non hanno bisogno di nessuno che le tragga, diversamente dalle conclusioni che non chiedono altro. La conseguenza è infatti l'atterraggio di fortuna di una conclusione tratta male. Vedevo l'avvenire in nero. Inutile guardare in aria per sapere che la copronuvola ci seguiva."
"Il velo dell'amore rende ciechi, punto e basta. Se volessi farci le carte, semplicemente non potrei. L'amore non si predice, si costruisce."
"Non vogliamo quello che vogliamo, ecco come stanno le cose."
"No, Malaussène, quando si ha una piccola tana per sé non bisogna cercare di ingrandirla. Bisogna trarre profitto dai propri limiti. [...] Ba mian ling long, come dicono i cinesi, bisogna sapersi adattare all'ambiente circostante."
"Nè gli uni né gli altri capivano davvero cosa facessi. Mi allenavo segretamente. Anticipare la disgrazia senza far condividere i tormenti dell'anticipazione, ecco il vero eroismo".
"Dopodiché mi sono concesso un giro di Belleville, macchina fotografica usa e getta in mano. Ho fotografato quello che mi capitava sott'occhio, senza ricerca né distinzione; i ricordi sono figli del caso, solo gli imbroglioni hanno la memoria in ordine."
"Oggi posso testimoniarlo, la verità non ha né capo né coda."

domenica 10 febbraio 2008

Da "Un giorno in più" (F. Volo)

"Muore solo un amore che smette di essere sognato." P. Salinas
"Mi capita spesso, quando vado a letto, di pensare alle mie cose, ma negli anni ho scoperto che al mattino sono più buono con me stesso."
"Le donne che passeggiano per Parigi hanno qualcosa di diverso. Non ho mai capito veramente cosa sia a renderle più belle ai miei occhi. Sembrano sottratte per natura alla volgarità del mondo. Forse perché il loro modo di vestirsi rivela sempre qualcosa di intimo. I loro vestiti le raccontano, le determinano. Una volta una spilla, una volta un cappello, i guanti, una fascia, una collana, un colore su un altro. Ci sono vestiti che stanno bene solo a donne bello, altri che stanno bene solo a donne col carattere bello."
"Sono sempre stato un malinconico con la vocazione di essere una persona allegra."
"Ha anche una barca, anzi, per essere precisi un motoscafo. Tipico di chi è più interessato ad arrivare che a viaggiare."
"E' come se ci fossimo incontrati nella porta girevole di un hotel. Ci siamo salutati ma stiamo andando in due direzioni opposte. Tu pensi che le persone incontrate in momenti diversi creino rapporti diversi?"
"A volte le persone sono solo delle porte, dei passaggi. Tu per me, io per te. Anche gli sconosciuti, ogni incontro è una porta. [...] Potresti trovare in lei degli elementi di crescita."
"Esatto! Per rendersi ridicoli ci vuole coraggio. [...] E poi lo so come fai, ti conosco. Chissà quale altra bugia ti inventerai per giustificare la tua non azione."
"Mi piace accendere il telefono la mattina e sentire che mi arrivano messaggi. Mi piace così tanto che la sera a volte ne mando un po' e poi spengo il cellulare, così trovo le risposte quando mi sveglio. Se voglio essere sicuro di ricevere risposte, mando messaggi con il punto di domanda finale. Spedisco domande al mondo."
"Non mi piacciono gli uomini che ti portano fuori a cena e ti chiedono dove vuoi andare. Mi piacciono quelli sicuri, con le idee chiare, che sanno dove portarti. Non mi piace chi finge di essere gentile. Mi piacevano quelli che mi versavano l'acqua perché erano educati, quelli ce se c'eri tu o la nonna era uguale. E non erano attenti solo perché era la prima sera."
"Quell'uomo l'aveva totalmente annientata. Nemmeno la mia amicizia l'aveva potuta aiutare. Edoardo [...] era una persona di quelle persone che probabilmente tutti, prima o poi, incontriamo almeno una volta nella vita. Quelle persone che per un motivo inspiegabile e misterioso ti agganciano e non riesci a lasciare finché non ti distruggono e ti fanno in mille pezzi. Anche a persone intelligenti come Silvia può capitare. Anzi il fatto che lei cercasse di dare un senso al modo in cui lui si comportava l'aveva completamente mandata fuori di testa. Come un rebus di cui non trovi la soluzione. Non ho capito perché mi ha detto così! Perché ha fatto questo? Cosa voleva dire? Dove ho sbagliato? Quelle persone cui diamo un'importanza enorme: pendiamo dalle loro labbra. dal loro giudizio. Basta una parola negativa e tutti i complimenti che ci hanno fatto fino a quel momento non hanno più valore. Hanno il potere di annientarti o innalzarti con una sola parola. Si entra in competizione con noi stessi per avere un loro parere positivo. [...] Sono relazioni che non riesci a gestire; razionalmente capisci che ti fanno male ma non puoi liberartene perché nascono in te le stesse dinamiche mentali di un tossicodipendente. Tutto diventa ingestibile Perfino una cosa semplice come mandare dei messaggi al telefono diventa oggetto di dubbi universali: l'ultimo messaggio inviato è il mio, che faccio: ne mando un altro perché non mi ha risposto, aspetto, chiamo con l'anonimo? Faccio quella offesa o è meglio la versione spiritosa e simpatica? Inizio a offenderlo, dicendo che almeno per educazione dovrebbe rispondermi?"
"I nostri genitori si sono dannati per non farci mancare niente quando a noi sarebe bastato così poco per stare bene. Una parola, una carezza, un abbraccio uno sguardo d'approvazione."
"La vecchiaia è un posto dove vivi di ricordi. Per questo, quando sei giovane, vivi creandotene di belli."
"Come quando mandi un sms a una persona che ti piace e non risponde subito. Dopo averlo inviato, vai a rileggerlo ogni tre secondi e guardi anche l'ora dell'invio. [...] E' brutto quando l'ultimo messagio inviato è tuo e devi solo aspettare. Quando hai paura di essere invadente. [...] E quando sei in quella situazione non c'è niente da fare, ti senti in un angolo. L'unica soluzione è non scrivere più."
"Spesso mi piace fantasticare sul fatto di vivere in un posto tranquillo in campagna o al mare ma la verità è che io sono cresciuto in città e la città mi piace. Andare in centro e passeggiare guardando le vetrine, anche se poi non compro niente, mi fa sentire bene. Entrare in libreria, fermarmi in un bar e sfogliare i libri appena comprati, leggere la copertina di un cd mentre sorseggio un tè. Questo sarà uno dei miei progetti per il futuro: capire dove voglio vivere. Perché i posti e le città sono diversi anche in base all'età e alle fasi della proprio vita. Per questo chi abita sempre nella stessa città rischia di non cambiare mai."
"Com'è generosa la natura. Guarda quanti semi ci sono in una sola anguria. Questo è quello che si dice amare la vita."
"[...] Forse per la prima volta nella vita non avevo a che fare con una ragazza ma con una donna. Non saprei nemmeno come spiegare la differenza. Era una sensazione, un profumo, un modo di parlare ma soprattutto di guardare."
"Non era stupido, lo capiva anche lui ma gli innamorati fanno finta di niente e hanno il terrore di addentrarsi in certi discorsi, per non avere la certezza di essere i soli ad amare."
"[...] Credo che l'uomo perfetto giustamente cerchi la donna perfetta. Non avrei chance. [...] Magari adesso più che cercare, voglio vivere quello che mi capita, quello che la vita mi dà. Amo giocare. Essere libera. Faccio un lavoro a NY che mi piace e che mi sono trovata da sola. Sono felice e fiera di me anche quando faccio spesa e spingo il carrello. Se mi va la sera esco, altrimenti me ne sto a casa a leggere o a guardarmi un film o a cucinare qualcosa di buono per me o per gli amici. A volte mangio a tavola e apparecchio oppure mi siedo per terra con la schiena appoggiata al divano. Mi apro una bottiglia di vino anche se sono sola. Non devo discutere. Sono indipendente. Difenderei questa condizione con tutte le mie forze. Sempre eppure anch'io avrei bisogno di un abbraccio, di arrendermi e perdermi tra le braccia di un uomo. Un abbraccio che mi faccia sentire protetta anche se so proteggermi da sola. Sono in grado di fare le cose di cui ho bisogno ma a volte vorrei far finta di non esserlo per il piacere di farle fare a qualcun altro per me."
"Vorrei uno che mi piace e vorrei poterglielo dire senza che si spaventi, senza che mi faccia sentire che gli sto troppo addosso. Vorrei un uomo che con la stessa serenità mi cerchi quando non lo cerco io. Come hai fatto tu, venendo qui. E poi soprattutto vorrei un uomo che c'è [...] E' uno sguardo. Uno sguardo dietro a tutto. E' un modo di guardarti in silenzio che significa tutto per me. Significa che c'è."
"Amo le donne, le ho sempre amate. Come si fa a non amarle? Perché le donne sono belle. Belli i loro contorni, le loro mani, la pelle, i fili contorti dei loro pensieri. Belli i profumi colorati dei loro desideri. Come le loro paure, i loro piccoli turbamenti. Amo la bellezza dei loro gesti. Amo come si asciugano le lacrime con la mano e il sorriso improvviso che fanno dopo aver pianto come bambine. Squarci di luce inattesi. Amo le donne. Senza di loro me ne sarei già andato. Senza di loro non sarei mai più tornato."
"La vita non è ciò che ci accade ma ciò che facciamo con ciò che accade..."
"Visto che ogni persona con cui stiamo è come uno specchio che ci restituisce un'immagine ogni volta diversa di noi, che spesso persino noi ignoriamo, viviamo questo incontro senza portarci tutto il bagaglio di ciò che siamo stati. [...] Diventiamo leggeri, spogliamoci di ciò che siamo stati. A volte si ha un'idea vaga di noi. Spesso non conosci te stesso, ma dipingi te stesso per come ti vedi e ti percepisci. Noi lo capiremo vivendoci."
"A me, per esempio piace conoscere una persona a memoria. [...] Non parlo di routine o monotonia, ma di sapere a memoria una persona. Non so come spiegartelo, è come quando studi le poesie a scuola, in quel senso intendo a memoria. [...] Significa, come quando ripeti una poesia, prendere un po' di quel ritmo che le appartiene. Una poesia, come una persona, ha dei tempi suoi. Per cui conoscere una persona a memoria significa sincronizzare i battiti del proprio cuore con i suoi, farsi penetrare dal suo ritmo. [...] A me piace amare una persona e conoscerla a memoria come una poesia, perché come una poesia non la si può comprendere mai fino in fondo. Infatti ho capito che amando non conoscere mai altro che te stesso. Il massimo che puoi capire dell'altro è il massimo che puoi capire di te stesso."
"Non c'è niente di nobile nell'essere superiore a qualcun altro. La vera nobiltà consiste nell'essere superiore al te stesso precedente."
"L'ho capito dopo che le difficoltà superate hanno avuto un valore enorme, che porsi dei problemi e risolverli è essenziale."
"Tacere con lei è un'emozione che mi riempie."
"Anche a me piacerebbe condividere il resto della vita con una persona ma non riesco a farlo con uno che non amo, solo perché non c'è di meglio. La medaglia d'argento. Conosco un sacco di persone che stanno con la medaglia d'argento, la seconda classificata piuttosto che star sole."
"Lei era un caos affascinante. Non ho mai incontrato una donna così."
"Tutte mi lasciavano un senso di vuoto infinito. Con le altre non riuscivo ad andare dove ero stato con lei. Magari erano anche belle, simpatiche, intelligenti, ma con loro non riuscivo a tornare dove ero stato con lei, un posto che apparteneva solo a noi due."
"Avrei desiderato altro: momenti, situazioni, attimi."
"Ho capito che è bello stare con qualcuno quando il rapporto aiuta a promuoversi alla propria altezza."
"Secondo me può anche succedere che una persona ti ami e tu non te ne accorga. Ma quando una che ti ha amato smette di farlo è impossibile non accorgersene."
"Per me è sempre stata un casa col tetto di vetro: posso osservare il cielo sentendomi al sicuro."
"Lei è un respiro, un pensiero, un'emozione, è confusione e chiarezza."
"Lei non era e non è il mio tesoro ma gli strumenti per trovarlo. Lei è il cartello che indica la strada."

venerdì 4 gennaio 2008

Da "Un giorno perfetto" (M. G. Mazzucco)

"Consapevole, subito, senza scampo, di non voler rivivere quel passato né fuggire in qualunque futuro. Di non volere una donna nuova, una vita nuova, voglio stare dove sono già stato. L'unica novità che cerco: tornare con te."
"La vita è questa concatenazione di eventi banali, casuali e perfino privi di senso, le cui conseguenze sono così imprevedibili, così sproporzionate alle volte."
"La felicità più intensa sembra destinata a durare un istante, e invece."
"La vita che se ne va così - una collana sconnessa di momenti che non significano niente."
"Sì, pensava, io vivrò non solo diversamente da come hai vissuto tu, ma in maniera del tutto antitetica. Io diventerò il tuo opposto, il tuo negativo. Tu non puoi vivere senza il consenso degli altri e io voglio essere per gli altri una sfida e un pugno in faccia. Tu ami l'attività pubblica e io la fuggirò. Tu volevi per me un ruolo pubblico, io sarò soltanto un oppositore. Tu credi nel successo, nella carriera - io non so nemmeno cosa sono. Tu vuoi la notorierà, io preferisco che nessuno sappia il mio nome. Tu avrai funerali di stato e io morirò anonimo in qualche strada sperduta di Roma che tu non avrai mai sentito nominare o in una periferia qualunque di una qualunque città. Tu ti fai pagare lo stipendio dallo stato, io lo stato non lo riconosco, la paga dello stato la disprezzo e la rifiuto. Tu dispensi elemosine, io le accetterò, perché se anche donassi tutto ciò che possiedi mai renderesti agli altri ciò che gli hai rubato. Tu hai vissuto di favori, i favori che hai elargito e quelli che hanno elargito a te, io non ho debiti né crediti da riscuotere. Tu ami la giurisprudenza, io la detesto e oggi ho dato il mio ultimo esame. Tu ami il mare solo perché puoi sorvolarlo col tuo motoscafo e spopolarlo col tuo fucile subacqueo, io non ho mai preso in mano un fucile, né mai trafiggerò un pesce, anzi mi considero un pesce anch'io - silenzioso invisibile libero e segreto. Tu ami i vestiti firmati, perché solo una griffe ti convince di essere elegante, io vado vestito di stracci. Tu non hai mai letto un libro che non ti fosse utile, io leggo solo se non volgiono insegnarmi niente. Tu pensi che studiare significa prendere una laurea, io cercherò di capire me stesso e il mondo nel quale mi hai invitato. Tu credi in Dio, io non credo e non crederò. Ora predichi la felicità familiare che non hai saputo trovare, tu che hai sprecato due volte la buona occasione, e io farò propaganda per le famiglie nuove che tu disconosci, nelle quali i bambini non hanno un padre e una madre e qualche fratello, ma padri e madri e fratelli e sorelle in coloro che amano."
"Sul lungotevere la colonna di auto intrappolate nel traffico sprofondò nel tunnel sotto i palazzi neri di smog. Aris si chiese dove andava tutta questa gente. Lavora, mangia e dorme e solo quando è troppo tardi si accorge di non aver vissuto. Finestrini chiusi e facce impenetrabili al volante. Sono tutti morti e non lo sanno ancora."
"Non ho pietà di lei, la amo. Anche se ha sposato mio padre - la amo così com'è. Perché ha trent'anni e ha avuto modo di capire cosa non conta. Per come cammina, nervosa, in fretta, come se stesse perdendo un treno. Per la cura con cui maneggia le cose, perché sa che possono rompersi. Perché è presente anche quando ti ignora, per la malizia che ammicca nell'oscurità della pupilla, per la sua mancanza di entusiasmo e la sua austerità e per tutto ciò che di lei non so. Perché ho ventitre anni e preferisco trovarla oggi che diventare l'uomo di cui potrebbe innamorarsi domani."
"Qusta città è troppo vecchia, ci sei tu su ogni ponte, a ogni incrocio. Ogni strada mi parla di te. Non posso più vivere a Roma. Voglio un mondo giovane, voglio abitare un palazzo nel quale non sei mai entrata, voglio una macchina nuova nella quale non sei mai salita, voglio un paesaggio che non ho mai visto con te."
"E' terribile pensare che la nostra vita è un romanzo senza intreccio e senza eroi, completamente sconnessa, priva di coerenza, fatta solo di pause e di vuoti, di digressioni insensate."
"Una volta - erano sposati da due o tre anni - Emma gli disse che la sua esistenza trasognata era così irreale che aveva la sensazione di essere in realtà morta. E non era affatto una sensazione sgradevole. Quella non vita si era portata via tutte le ambizioni, tutte le insicurezze, tutte le delusioni. Quella smemorata serenità del corpo, quella ripetitività quotidiana, l'assenza del futuro, era esattamente ciò che gli altri chiamavano felicità."
"Se pensa di essere così poco memorabile [...] lei si sottovaluta parecchio."
"La letteratura - pur votata all'inevitabile fallimento - è l'unica cosa che consente di sopportare quella perversa follia che è la vita."
"A volte lui stesso aveva l'impressione che tutto intorno a lui fosse la Siberia - il paese ghiacciato dei non-sentimenti, delle non-parole, dei silenzi."
"E avrebbe voluto che le restasse qualcosa di quest'uomo gentile e irraggiungibile, comprensivo e distratto - qualunque cosa: uno scontrino, un bottone, un biglietto qualsiasi. Ma non aveva niente, non le restava niente."
"Domani non esiste, domani è una parola che non conosco, che non ho imparato."
"Per amare dobbiamo imbarcarci su tutti i progetti che passano, senza chiedere niente, pieni di fiducia, nel presente, nel futuro."
"Hai dunque paura di essere nell'azione e nel coraggio quello stesso che sei nel desiderio?" (Macbeth, Shakespeare)
"Chi ci cerca nelle certezze con cui si definiscono i generi e i ruoli, chi crede di sapere chi siamo, chi ci cerca nella vita che stiamo vivendo vede di noi solo l'ombra che proiettiamo. Ma noi non siamo così."
"Disse al professore che lei aveva preso l'aereo una volta sola, quando era andata in viaggio di nozze sul Nilo, e allora non si era nemmeno accorta di volare. Ma se avesse dovuto prenderlo di nuovo le sarebbe piaciuto vedere sotto le nuvole, non il passato, ma il futuro, perché il futuro non è ancora successo e potrebbe anche essere bellissimo."
"Gli ho fatto leggere il mio quaderno [...] Quando è successo? mi ha chiesto Aris, sconvolto. Possibile che ti ho risposto così? Non credo di averti mai incontrata a Parigi. E' un sogno, gli ho spiegato. A che ti serve annotare i sogni? ha detto lui. Sono solo i detriti del giorno."
"Sono patetica. Perché sono qui? Che vado cercando? Io appartengo ad un altro mondo. Anche se non so quale. E mai in nessun posto mi sono sentita a casa."
"E all'improvviso fu sopraffatta dalla meraviglia. Chi avrebbe detto che le sarebbe toccata una felicità così inattesa e impunita. Eppure, che scatenata energia dà scoprire che, fra tanta gente nel mondo, sono io che stavi aspettando. Chiedimi chi sono e ti sorprenderò. Lascia che mi liberi di tutto quello che mi hanno incollato addosso da prima ancora che nascessi. Non voglio avere nient'altro che me."
"Cosa sognano i bambini? Ma perché del resto? I sogni non sono mai veritieri. E quando lo sono - a chi e cosa servono le loro profezie?"
"Allora si disse che se questo è un reato, anche amarti lo è, che se noi vogliamo trovarci non dobbiamo pensare al futuro: vedremmo solo una nebulosa di decisioni e rimorsi. Dobbiamo inoltrarci senza voltarci indietro e abbandonarci, al buio, al di sotto di tutto. Calarci, lentamente, dentro l'oscurità dell'altro. E forse laggiù, nella nostra tenebra, ci incontreremo oltre le differenze - oltre l'età, oltre le nostre storie, oltre le nostre vite. [...] Ora la muoveva solo la fretta di lasciarsi dietro spiegazioni e promesse. Di raggiungere, di là da tutto quanto in lei cambia, ciò che è permanente e vero. Raggiungere il centro, segreto, di se stessa. [...] Nel buio Maja avrebbe potuto trovare il coraggio di dirgli che quella casa sull'Aventino lei voleva prenderla davvero. Che aveva bisogno di ritagliarsi uno spazio inviolato, di raccapezzarsi perché la sua vita stava esplodendo e la forza della deflagrazione la scagliava lontano."
"Io credo che un altro mondo è possibile ma so che non sarà qui."