lunedì 14 luglio 2008

Da "Firmino" (S. Savage)

"Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo."
"Guardatelo il Cavaliere dalla Trista Figura: fatuo, cocciuto, clownesco, ingenuo sino alla cecità, idealista sino al grottesco - e chi è costui se non la sintesi di me stesso? La verità è che non sono mai stato a posto con la testa. Solo, non combatto contro i mulini a vento. Faccio di peggio: sogno di combattere contro il mulini a vento, muoio dalla voglia di combattere contro i mulini a vento. [...] Cosa cambia in fin dei conti? Una causa senza speranza è solo e soltanto una causa senza speranza, punto."
"Ora, maltrattato e frastornato dalla vita, ripenso all'infanzia sperando di trovarvi una qualche conferma del mio valore, un qualche segno che io ero destinato, almeno per un certo periodo, a essere tutt'altro che un dilettante e un buffone, e che, se ho fallito, ciò è accaduto per un'ineluttabile circostanza e non per mia inadeguatezza."
"In questo senso, somigliava a un libro: attraverso di essa potevi indagare mondi che non erano tuoi."
"Se c'è un merito da riconoscere alla letteratura è che infonde un senso di fatalità. Niente, più di una vivida immaginazione, riesce a privare una persona del suo coraggio."
"E' mai possibile che io, a dispetto della apparenze tutt'altro che promettenti, abbia un Destino? E con ciò, intendo quel genere di cose che succedono alle persone nelle storie, dove gli accadimenti di cui è fatta una vita, per quanto vorticosi e ribollenti possano essere, infine sono sempre una manifestazione, in quel loro stesso vorticare e ribollire, di un preciso disegno. Le vite, nelle storie, hanno sempre un significato e un fine."
"Riuscii a conversare con tutti i Grandi. Dostoevskij e Strindberg, per esempio. Subito riconobbi in loro dei compagni di strada afflitti, isterici come me. E da loro appresi un insegnamento prezioso: per quanto piccolo e insignificante tu possa essere, nulla vieta che la tua follia sia tra le più grandi."
"Rido per non piangere. Cosa che, naturalmente, non mi è possibile fare... Come ridere, d'altro canto, se non nella mia testa, dove quel riso è più doloroso delle lacrime."
"Compresi che l'intensità del dolore, com'è ovvio, era direttamente proporzionale alla mia smisurata vanità."
"Adesso lo capisco, quanto fosse contraddittoria la sua indole. Ma a quei tempi le uniche contraddizioni che sapevo riconoscere erano le mie."
"L'amore non corrisposto fa male, ma l'amore che non può essere corrisposto riesce davvero a buttarti giù."
"Mi veniva da piangere. Così vicino al nome di Jerry misi le parole ANIMA GEMELLA e SOLITUDINE. Adesso capivo come quel cestino di fili metallici intrecciati sistemato sul davanti della bicicletta gli servisse proprio per trasportare in giro la sua immensa disperazione e come quell'occhio spostato tutto da una parte se ne stesse imperterrito a fissare il nulla di cui era fatta l'esistenza umana, e l'infinitezza di tempo e di spazio."
"Non sono mai stato a posto con la testa, ma non sono pazzo. Inarcate pure un sopracciglio, inarcateli pure entrambi ma rimane assodato il fatto che una cosa è sognare a occhi aperti e ingannare se stessi, tutt'altra cosa è avere una rotella mancante. E non è possibile che un tipo come me sia pazzo senza saperlo."
"[...]Quando cioè mi dedico a quel che io chiamo "sognare", prendendo tutta la roba insensata di cui è fatta la vita e dandole un inizio, uno sviluppo e una fine."
"E' interessante come le illusioni non finiscano mai. [...] La vita è breve ma c'è sempre qualcosa da imparare prima di tirare le cuoia. Una delle cose che ho notato è come gli estremi finiscano per fondersi. Immenso amore diventa immenso odio, la tranquillità della pace si trasforma nel clamore di guerra, il tedio più sconfinato dà origine a smisurata eccitazione."
"Sotto il profilo psicologico, ubriacarsi è di gran lunga più utile di quanto la gente non creda."
"Se si è soli, penso che aiuti essere un po' pazzi, purché non si esageri."
"Si vedevano immagini di treni carichi di gente affamata che stendeva le braccia scarne fuori dalle sbarre dei carri bestiame, cataste di cadaveri emaciati - le facce da ratti. E Jerry disse che quelle immagini lo facevano vergognare di essere uomo. Concetto che per me era nuovo."
"Be' ecco il perché: la differenza tra assumere una maschera, che è sempre occasione di libertà, e averla imposta è la stessa che intercorre tra un rifugio e una prigione."
"Penso sempre che ogni cosa durerà in eterno, ma non è mai così. In realtà, niente esiste per più di un istante, tranne ciò che custodiamo nella memoria."
"Suonavo e pensavo a Mamma, che era scomparsa, a Norman, che non era riuscito ad esistere, e pensavo sempre a Jerry, che aveva smesso di esistere, e anche a me stesso, certo, quel me stesso che non era sicuro di voler esistere. Mi resi conto che non avevo mai saputo, prima d'allora cosa fosse davvero la solitudine."
"Quando piove, il cuore piange." (Verlaine).
"Ciascuno è nemico di se stesso, Firmino. Dovresti saperlo ormai."
"E in conformità a quanto precedentemente asserito, il Ratto Firmino, abusivo, girovago, parassita, saccente, guardone, roditore di libri, sognatore ridicolo, mentitore, parolaio e pervertito, con il presente documento, è sfrattato da questo pianeta."
"Era tempo di andare. Jerry era solito dire che se uno non desiderava tornare a rivivere la propria vita, allora l'aveva sprecata. Non saprei dire. Anche se mi considero fortunato di aver vissuto la vita nel modo in cui l'ho vissuta, non mi piacerebbe essere così fortunato due volte."

Nessun commento: