venerdì 23 novembre 2012

Da "Il giro di boa" (A. Camilleri)

 
"- Pietà l'è morta - diceva profeticamente una canzone, o quello che era, di parecchio tempo avanti. E via via stavano agonizzando macari la compassione, la fraternità, la solidarietà, il rispetto per i vecchi, per i malati, per i picciliddri, stavano morendo le regole della... - Non fare il moralista di merda - disse Montalbano a Montalbano."
"La cravatta però preferì infilarsela in sacchetta, se la sarebbe messa a tempo debito. Lo distrubbava assà andare in giro col cappio al collo fin dalla prima matina."
"Con ciò voglio dire che Catarella ha la fantasia, le alzate d'ingegno, le invenzioni di un picciliddro. Ed essendo piccilidro, queste sue cose le dice, senza ritegno. E spisso c'inzerta. Perché la realtà, vista con l'occhi nostri, è una cosa, mentre vista da un picciliddro è un'altra."
"Mangiare o non mangiare? Questo era il problema: era più saggio sopportare le fitte di un pititto vergognoso oppure futtirisinni e andarsi a riempire la panza da Enzo? [...] Ora una cosa era certa e cioè che mangiare di prescia non era mangiare, massimo massimo era nutrirsi. Differenza sostanziale, perché lui della necessità di nutrirsi come un armàlo o un àrbolo non ne sentiva in quel momento il bisogno. Lui aveva gana di mangiare godendo vuccuni appresso vuccuni e impiegandoci tutto il tempo che ci voleva."

lunedì 5 novembre 2012

Da "Pulp" (C. Bukowski)


"Chi è che vuole campare fino a 102 anni? Solo un scemo. Perché Céline desiderava continuare a vivere? Roba da matti. La signora Morte era matta. Io ero matto. I piloti degli aerei erano matti. Non guardare mai il pilota. Salite a bordo e ordinate da bere."
"Aspettammo e continuammo ad aspettare. Tutti quanti. Lo strizzacervelli non sapeva che l'attesa è una di quelle cose che fa impazzire la gente? La gente aspettava per tutta la vita. Aspettava per vivere, aspettava per morire. Aspettava in fila per prendere i quattrini. E se non aveva quattrini aspettava file molto più lunghe. Aspettavi per dormire e poi aspettavi per svegliarti. Aspettavi per sposarti e poi aspettavi per divorziare. Aspettavi che piovesse, poi aspettavi che smettesse. Aspettavi per mangiare, poi aspettavi per mangiare di nuovo. Aspettavi nello studio di uno strizzacervelli con una masnada di psicopatici e ti chiedevi se lo fossi anche tu."
"A volte le cose non sono proprio come sembrano, ecco tutto. Il migliore interprete dei sogni è chi li fa. Tenetevi in tasca i soldi. O puntateli su un buon cavallo."
"Noialtri, tutti quanti, dobbiamo buttar via la maggior parte delle nostre schifezze solo per capire dove siamo. Be', non dove siamo ma dove non siamo. Più roba buttate più riuscite a vedere. Tutto funziona alla rovescia. Andate all'indietro e il paradiso vi casca in grembo. Certo."

Da "Pane e tempesta" (S. Benni)



" - Non sarà mai felice, - diceva - la felicità è come l'acqua. Non arriva in un momento, bisogna trovarla, preparare la pompa, fare un pozzetto, mettere le tubature e i rubinetti. Dopo che te la sei conquistata con fatica, allora la puoi bere."
"Il nonno sapeva che la nuvola sarebbe calata sul paese. E dentro quella nube nessuno riesce a vedere cosa ha vicino. Il nemico non ha più volto, un amico diventa un'ombra ostile. E ognuno cammina a pugni avanti, per non sbattere contro qualcosa. Ogni voce suona minacciosa. Tutti siamo stranieri e invisibili l'uno all'altro."
" - Sei un gran bel tipo e hai un bel mattarello, ma io non sono fatta per i viaggi, sono una pianta da erbario. Resterò qui.
- Capisco, - disse Rasputin - nel mondo c'è chi sta fermo e chi cammina.
- Sì. E c'è chi cammina ma non vede mai niente, e chi sta fermo ma vede tutto quello che gli sta intorno - rispose lei."
"Ho sempre pensato che la vita è come il vino: si vede subito la differenza tra il buono e il cattivo. Adesso so che è più complicato. E se io avessi dentro del vino guasto?"
"Gli gnomi Pignoni esistono ancora. E sapete qual è il segreto? Invece dell'ecologia, usano la stoquilogia. Amano il posto dove stanno, il segreto è tutto qui. Ma praticano anche la vieniquilogia, accolgono con gentilezza chi chiede ospitalità. E la vadovialogia: se cambiano posto, amano quello nuovo. Il consiglio che vi do è questo: se il bar sparirà, cercate un altro posto per stare insieme. E soprattutto non perdete mai la speranza. E dont ghivapp ior lov. Non rinunciate a ciò che amate."
" - Piovi pure, cielo nero, grandina, e tu, vento, soffiaci contro! Noi abbiamo sempre mangiato pane e tempesta. E terremo duro."
"Nessun mostro è peggiore di quello che si nasconde. E nessun delitto è peggiore di quello del forte contro il debole. Maledetto chi ti porta via l'acqua, chi ti deruba del pane, chi ti toglie la libertà. Il tuo paese ha conosciuto ingiustizie e crimine, e ha servito mostri i cui artigli si chiamavano autorità, partito, investitura divina o gradimento del popolo. Altri ne verranno, mostri ipocriti e ridenti, ma tutti prima o poi faranno la stessa fine. Marciranno nel pozzo profondo della storia. Non devi obbedirgli, non devi diventare come loro."

mercoledì 31 ottobre 2012

Da "L'uomo di neve" (J. Nesbø)



"Harry sorrise. Fino a quel momento gli piaceva, ma ovviamente ero disposto a rivedere la sua opinione. Cercava sempre di concedere agli altri una seconda possibilità di finire sul suo libro nero."
"Siamo tutti pazzi. Siamo fantasmi senza volontà, incapaci di trovare la strada di casa. È sempre stato così."
"Avere paura di quello che non si conosce è una reazione naturale, e chi non ce l'ha non vive a lungo."
"No, non lasciarti andare. Il male non è una cosa, è un'assenza di cose. Un'assenza di bontà. L'unica cosa di cui avere paura sei tu stesso."
"- Cosa vuoi fare?
- Cercare.
- Cosa?
- Quello che meno ci aspettiamo.
- Perché?
- Perché se si cerca qualcos'altro si rischia di non vedere quello che è davvero importante. Scoprirai cosa stai cercando solo dopo averlo visto."
"Per esempio, la pazzia e il male sono due cose diverse? Oppure siamo stati noi a decidere che quando non capiamo più le ragioni della distruzione la chiamiamo pazzia?"
"Le storie interessanti non parlano mai dei successi continui, ma piuttosto delle sconfitte spettacolari."
"Più invecchio, più sono propenso a credere che il male sia male, con o senza disturbi psichici. Chi più chi meno, abbiamo tutti una predisposizione alla malvagità: ma questo non cancella la colpa. Insomma, siamo tutti malati, tutti soffriamo di disturbi della personalità; lo si vede da come ci comportiamo. La legge dice che siamo tutti uguali, ma non è vero."
"Mi dica : è più malvagio togliere la vita a chi vuole vivere, o negare la morte a chi vuole morire?"

Da "Ho il tuo numero" (S. Kinsella)

 
"La prospettiva. Devo vedere le cose nella giusta prospettiva. Non è un terremoto e neppure la strage di un pazzo armato o una fusione nucleare, no? Nella classica delle catastrofi, la mia non è poi così tremenda. No, non così tremenda. Un giorno, quando mi ricorderò di questo momento, mi verrà da ridere e penserò: - Che scema sono stata a preoccuparmi!".
"No, non andare in iperventilazione, Poppy. Pensa positivo. Devo solo vedere la cosa da un'angolazione diversa. Tipo... che cosa farebbe Poirot al mio posto? Lui non si farebbe prendere dal panico. Manterebbe la calma e userebbe le sue celluline grigie per ricordare un minuscolo, fondamentale dettaglio in grado di svelare il mistero. Stringo forte gli occhi. Su, celluline griie, date il meglio di voi."
"Qualsiasi cosa sia accaduta, la vita è troppo breve per non fare pace. La vita è troppo breve per portare rancore."
"Ma in questo momento sono fra le braccia di un uomo di cui potrei essere innamorata e non ho sposato l'uomo che sono sicura di non amare. E, da quello che vedo, mi sembra che per adesso le cose vadano piuttosto bene."

martedì 26 giugno 2012

Da "Il lato oscuro dell'anima" (J.R. Lansdale)



"Mezzanotte. Nera come il cuore di Satana."
"Il pozzo del suo stomaco gli dava l'impressione di essere vuoto come la fine del mondo, il cuore era un rumore di passi nel fango del petto."
"Non sanno cosa fare di noi, per cui di solito ci mandano al diavolo.
È più facile lasciarci andare che rompersi la testa a pensare a noi. Dopo i diciott'anni la vita non vale la pena di viverla. A quel punto le regole cominciano ad applicarle anche a noi. Ma adesso siamo solo ragazzi traviati che col tempo si rimetteranno in carreggiata."

mercoledì 9 maggio 2012

Da "Le Beatrici" (S. Benni)



"Oh, è curiosa la vita nel Medioevo. Che poi Medioevo lo dite voi, io dico milleduecentoottantaquattro, poi voi lo chiamerete come vi pare, le epoche gli si dà il nome dopo. Le dittature, ad esempio, se ne parla male solo dopo, intanto tutti se le puppano."
"Perché nel Medioevo, belline mie, se non si va d'accordo con babbo e mamma mica ci si impasticca, mica si va all'estero con l'Erasmus, mica dallo psicanalista, mica in college. Noi si va di corsa in convento, capito?"
"Io invece tanto gentile e onesta devo parere. Devo camminare a occhi bassi. Mi sono guardata tutte le merde di cane da casa mia a piazza Santa Maria Novella."
"Padre nostro che sei nei cieli vieni giù armato..."
"Che ore sono? Non voglio saperlo. Le ore in cui si aspetta non hanno la durata del tempo quotidiano. La loro misura non è quella di un pendolo che oscilla regolare, ma quella di un cuore che batte, a spasmi e inciampi. Il tempo dell'attesa ti circonda, ti avvolge interminabile."
"A volte penso: è tempo perso questo aspettare? O è il tempo più necessario e prezioso, il prezzo che dobbiamo pagare all'affetto, alla cura, alla fratellanza?"
"Tutto questo è una canzone vecchia
Dentro una valigia di ricordi smarriti
Di tanghi usati, in vecchi spartiti."
"E fare finta di essere una vecchiaccia insopportabile che urla bestemmia sputa, urla puzza sanguina così almeno nessuno avrà pena di te e tu potrai tenerti stretto tra le mani grinzose un pensiero un fiore di carta una mela, potrai pensare come unico sollievo come unica allegria:... perché qualcuno dovrebbe volere bene a una come me?"
"Quelli che non ascoltano un piano lontano di notte, e non credono che i vecchi possano avere le ali, né che uno possa sentirsi solo davanti a una televisione. Quelli che forse non salteranno mai giù da un ultimo piano."
"Cerco l'amore. Come tutti, da Cenerentola a Godzilla."
"La gelosia è per i lupi, la vendetta per gli uomini. L'ha sposata, è ingrassato e la picchia una volta a settimana. E il mostro ero io."
"Volete camminare con me signore, per le vie della Parigi notturna? è una notte di luce quasi piena e noi quasi ci ameremo. Nessun urlo o ululato o macchia di sangue per strada. Solo una vaga malinconia. La luna la luna, è una severa maestra. Anche stasera non uccidiamo. Balliamo. Domani forse, qualcuno ci ucciderà."

lunedì 7 maggio 2012

Da "XY" (S. Veronesi)


"Un fatto non può tornare come torna un conto, perché noi non conosciamo tutti i fattori necessari ma soltanto pochi elementi per lo più secondari. E ciò che è casuale, incalcolabile, incommensurabile, ha una parte troppo grande." F. Dürrenmatt
"La citazione di Cartesio: va bene l'irrazionalità, va bene l'ignoto, va bene tutto, ma l'edera non può salire più alta del muro che la sostiene."
"I posti contengono un destino: ricordi? L'hai detto tu quando te ne sei andata di casa. Allora dimmi una cosa: che destino può contenere un posto simile?"
" - Come faresti senza di me?
- Vivrei avviluppata nella mediocrità."
"Se esistono le parole per dirlo, è possibile."
"A volte illudersi ha una sua strategica importanza."
"[...] ma certe decisioni sono più difficili a  spiegarsi che a compiersi, e non necessariamente sono quelle sbagliate."
"Era paura fresca, vitale, provata mentre facevo qualcosa di attivo e di intenzionale - e questa paura non paralizza come quella melmosa e febbricitante nella quale stagnavo fino a ieri, quando ero solo spettatrice, lontana, passiva, inebetita."
"Tra l'altro, anche sapere che questa strada qui porta e qui finisce fa un certo effetto. In un mondo così intrecciato, così pieno di incroci e alternative, dove tutto confina con tutto, fa effetto sapere di trovarsi alla fine di qualcosa."
"E di nuovo la possibilità di scoprirmi inadeguata mi spaventa, certo, ma è una paura che non vedo l'ora di affrontare , perché non mi raggiunge nel mio tinellino dell'Ikea dal quale cercavo di tenerla fuori, non filtra da sotto le porte, non mi raggiunge attraverso la linea telefonica o la televisione: questa paura me la sono scelta, mi ci sono buttata a capofitto, è mia."
"Così come sapevo che certe domande non devono nemmeno essere fatte, poiché è bene che la risposta rimanga imperscrutabile."
"Là sono malata e passo la giornata a dimenticarmene. Qua sono malata e passo la giornata a ricordarmene. Si tratta del più grande progresso che si possa fare."
"A cosa dovrebbe mai credere colui che passa la vita davanti a uno schermo, se non alle cose che gli vengono dette da quello schermo?"
"Un conto è recintare il pollaio, ha detto, e tutt'un altro è prendere la volpe."
"Il telefonino, nientemeno: l'Ungeist del nostro tempo, lo spirito maligno attraverso il quale la gente si stordisce e si ferisce e si tradisce [...]."
"Se si osserva solo ciò che si comprende finisce che si esiste solo in ciò che si comprende."
"Si deve capire tutto, altrimenti si deve credere tutto."
"[...] per quelle donne che abortiscono come ho abortito io: per rabbia, per frustrazione, per infelicità - be', per loro non può esserci nulla perché queste donne, le donne come me, semplicemente spariscono."

giovedì 29 marzo 2012

Da "L'odore della notte" (A. Camilleri)


"Rimettendosi corcato, Montalbano si concesse un'elegia alle scomparse mezze stagioni. Dove erano andate a finire? Travolte anch'esse dal ritmo sempre più veloce dell'esistenza dell'omo, si erano macari loro adeguate: avevano capito di rappresentare un pausa ed erano scomparse, perché oggi come oggi nessuna pausa può essere concessa in questa sempre più delirante corsa che si nutre di verbi all'infinito: nascere, mangiare, studiare, scopare, produrre, zappingare, accattare, vendere, cacare e morire. Verbi all'infinito però della durata di un nanosecondo, un vìdiri e svìdiri. Ma non c'era stato un tempo nel quale esistevano altri verbi? Pensare, meditare, ascoltare e, perché no? bighellonare, sonnecchiare, divagare?"
"- Dica alla signora che sarà vendicata - disse solennemente il commissario posandosi una mano sul petto. E capì d'essere completamente 'mbriaco."
"- Soffri di mare? - gli spiò a un certo momento il commissario.
- No, soffro di me. - 
- Perché? - 
-  Perché certe volte mi capita di rendermi conto quanto sono stronzo a seguirti in certe tue alzate d'ingegno.- "

Da "La gita a Tindari" (A. Camilleri)


"Visto che non erano arrinisciuti a cangiare la società, avevano cangiato se stessi."
"Capì che la sofferenza gli si stava cangiando in una rabbia insensata e stupida. Si vrigognò: quello che in quel momento stava pinsàndo non era cosa che gli apparteneva."
"Sempre, nel corso di ogni indagine che si era venuto a trovare tra le mani, c'era stato un giorno, anzi, un preciso momento di un certo giorno, nel quale un inspiegabile benessere fisico, una felice leggerezza nell'intrecciarsi dei pinsèri, un armonioso concatenamento di muscoli, gli davano la certezza di poter camminare per strada ad occhi inserrati, senza inciampare o andare a sbattere contro qualcosa o qualcuno. Come capita, certe volte, nel paese del sogno. Durava picca e nenti, quel momento, ma era bastevole. Ormai lo sapeva per spirènzia, era come la boa della virata, l'indicazione della vicina svolta: da quel punto in poi ogni pezzo del puzzle, che è poi l'indagine, sarebbe andato da sé al posto giusto, senza sforzo, bastava quasi solo volerlo."
"Nuttata persa e figlia fìmmina."
"In qualche parte del mondo che non si capiva, perché le facce di tutti quelli che patiscono l'orrore sono tutte uguali."

Da "La voce del violino" (A. Camilleri)



"La brevità il commissario era sempre pronto a scusarla dovunque e comunque."
"Montalbano, fu un attimo, si commosse. L'ampio bacino di Venere. Questa straordinaria capacità tutta femminile di capire profondamente, di penetrare nei sentimenti, di riuscire ad essere contemporaneamente madre e amante, figlia  e sposa."
"Montalbano niscì fora, s'assittò su una panca allato alla porta e al primo boccone di senti ringiovanire di quarant'anni, tornò picciliddro, era il pane come glielo conzava sua nonna. Andava mangiato sotto quel sole, senza pinsare a niente, solo godendo d'essere in armonia col corpo, con la terra, con l'odore d'erba."

mercoledì 28 marzo 2012

Da "Ricomincio da te" (E.Moreno)




"Tra noi due, ci fu solo silenzio. E questo fu l'inizio della fine."
"Scoprii quel pomeriggio la sensazione di sicurezza più intensa che ci sia: l'abbraccio di una madre spaventata."
"Indugiai nel momento più bello degli incubi: quando riconosci che cos'è e diventi cosciente che non c'era niente di vero."
"Dov'è la differenza tra fare una pazzia e diventare matto?"
"Sarei potuto restare immobile nel grande sbadiglio. Rimanere invischiato nella routine, rinunciando a ogni piacere e accumulando riposo." Avrei potuto evitare qualcunque cambiamento, assentarmi con la mente e presentarmi unicamente con il corpo. Ma davvero potevo restare nello sbadiglio? No, impossibile, se non altro, ora, sono in movimento."
"Quand'è che un regalo si trasforma in un dispetto?"
"[...] il dolore - disse - è un privilegio dei vivi."
"Ci fu un momento in cui futuro e passato non mostrarono più alcuna differenza: domani era uguale a ieri, ieri sarà uguale a domani."
"Adesso so che quando compaiono le date da ricordare spariscono tutte le altre; che quando la scusa per cenare insieme è una data da celebrare, tutto ormai è già stato perduto."
"Sorrise e non fu per il caffè, ma solo perché qualcuno si era accorto che esisteva."
"Imparai che la menzogna è l'ultima spiaggia del disperato."
"A quasi quarant'anni, vivevo, esistevo e mi muovevo in 445 metri quadri."
"Si instaurano rapporti speciali con alcune persone ma anche rapporti con persone speciali. Non fa differenza: entrambi ci lasciamo un ricordo che dura tutta la vita."
"Lassù compresi che le distanze esistono perché l'uomo le attraversi, per puro piacere: solo per questo."
"E lì rimasi a bearmi di quella solitudine che si trova solo nei luoghi più piccoli, nei momenti più belli."
"Pensai, non lo nego, di restarmene lì seduto: quando non c'è una meta non c'è neppure fretta."
"Imparai che la mente è in grado di inventarsi storie a cui crede solo lei; che la gelosia può offuscare qualunque verità, coprire ogni menzogna; che nei momenti più brutti è raro affidarsi alla ragione, al dialogo, alla franchezza... piuttosto facciamo ricorso ai sospetti, alla diffidenza, alla certezza che ci vengono da una verità che deve essere tale per il semplice fatto che è stata concepita da noi."
"Non voglio che cresca tra l'indifferenza di due adulti, tra i rancori mal dissimulati di due persone che dopo essersi tanto amate si sono dimenticate con la stessa intensità. Non voglio che cresca pensando che l'amore è questo."
"C'è una parola che riassume questa rivoluzione esistenziale: tempo. Tempo per conoscere nuovi luoghi; tempo la mattina per apprezzare una carezza e, la sera, un abbraccio più intimo. Tempo per parlare di problemi e soluzioni, per baciare dappertutto il corpo dell'altro, per imparare cose da disegnare a chi ci sta vicino, per sapere che i bambini hanno sempre voglia di giocare con i genitori, per leggere e apprezzare quel che si legge, tempo da perdere perché ce n'è, per bearsi della solitudine e per stare in compagnia..."


lunedì 26 marzo 2012

Da "Bar Sport" (S. Benni)

"L'uomo primitivo non conosceva il bar. Quando la mattina si alzava, nella sua caverna, egli avvertiva subito un forte desiderio di caffè. Ma il caffè non era ancora stato inventato e l'uomo primitivo aggrottava la fronte, assumendo la caratteristica espressione scimmiesca."
"Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi di artigianato."
"Non sono ubriaco: sono leggermente euforico per l'ingestione di piccole quantirà etiliche."
"Pescare non è un hobby, è una malattia. Il vero pescatore di riconosce da come racconta. Se mentre descrive un luccio di sei etti si esalta, allarga le braccia e salta per tutta la stanza, non è un vero pescatore. Ma se balbetta per la commozione, una lacrima gli scende dall'occhio e un bigattino gli sale lungo la manica, ecco il nostro uomo."
"Oggi siamo tutti uguali: soprattutto i poveri, ospiti d'onore nei discorsi dei cardinali, nelle riunioni conviviali, nei servizi dei telegiornali. Oggi siamo tutti uguali. Il 26 però vado al Sestrière. Buon Natale."

lunedì 23 gennaio 2012

Da "Il ladro di merendine" (A. Camilleri)

“Fai quello che vuoi. Ma non parlare, te lo dico come un fratello e nel tuo stesso interesse, non parlare per nessuna ragione al mondo. Se m’interrompi mentre sto mangiando questo nasello, sono capace di scannarti.”
“Aurelio Lapecora aveva disperatamente domandato al figlio d’essere aiutato e quello, tra lui e suo padre, ci aveva messo di mezzo l’Oceano.”
“Un autentico cretino, difficile a trovarsi in questi tempi in cui i cretini si camuffano da intelligenti.”
“Taliò la copertina, il risvolto, lo richiuse. Non arrinisciva a concentrarsi. Sentiva crescere in lui, lentamente, un acuto disagio. E a un tratto ne capì la ragione. Ecco, quello era un assaggio, un anticipo dei quieti, familiari, domenicali pomeriggi che l’attendevano, magari non più a Vigàta ma a Boccadasse. Con un bambino che, svegliandosi, l’avrebbe chiamato papà invitandolo a giocare con lui… La botta di panico lo pigliò alla gola.”
“Montalbano e Valente manco parsero averlo sentito, sembravano pigliati da altri pinsèri, e invece erano attentissimi, facevano come i gatti che, quando tengono gli occhi chiusi e mostrano di dormire, stanno invece contando le stelle.”
“ – Non ci si difende mentendo con uno che ha detto la verità! -“
“Per un attimo, ma solo per un attimo, il tortino gli andò di traverso a causa di un pinsèro che gli passò per la testa: l’ha fatto per farsi perdonare la storia di Mimì. Poi la bontà del piatto ebbe il sopravvento.”
“Il commissario pigliò il picciliddro per mano e principiarono a caminare a lento a lento. Per un quarto d’ora non dissero una parola. Arrivati a una barca tirata a sicco, Montalbano s’assittò sulla rena, François gli si mise allato e il commissario gli passò un braccio attorno alle spalle. – Io persi a me matri ch’era macari cchiù nicu di tia - esordì. E iniziarono a parlare, il commissario in siciliano e François in arabo, capendosi perfettamente.”
“Montalbano si commosse. Quella era l’amicizia siciliana, la vera, che si basa sul non detto, sull’intuito: uno a un amico non ha bisogno di domandare, è l’altro che autonomamente capisce e agisce di conseguenzia.”
“Era in anticipo per l’appuntamento con Valente. Fermò davanti al ristorante dov’era già stato la volta precedente. Si sbafò una sautè di vongole col pangrattato, una porzione abbondante di spaghetti in bianco con le vongole, un rombo al forno con origano e limone caramellato. Completò con uno sforma tino di cioccolato amaro e salsa all’arancia. Alla fine si susì, andò in cucina e strinse commosso la mano al cuoco, senza dire parola. In macchina, verso l’ufficio di Valente, contò a gola spiegata. – Guarda come dondolo, guarda come dondolo, col twist…”
“Montalbano fece un’inversione a u proibitissima in quel tratto, andò dritto in cucina e spiò al cuoco, senza manco salutarlo: - Ma lei, le triglie allo scoglio, come le cucina?”
“Arriva un momento – pinsò – nel quale t’adduni, t’accorgi che la tua vita è cangiata. Ma quando è successo? – ti domandi. E non trovi risposta, fatti impercettibili si sono accumulati fino a determinare la svolta. O macari fatti ben visibili, di cui però non hai calcolato la portata, le conseguenze. Spii e rispii ma la risposta a quel quando non la sai trovare. Come se avesse importanza, poi!”
“Almeno una volta ogni tre mesi me ne scappo qua, non lascio né indirizzo né telefono. Mi depuro, passo le acque della solitudine, questo posto per me è come una clinica nella quale mi disintossico da un eccesso di sentimenti.”

mercoledì 11 gennaio 2012

Da "Italiani con la valigia" (B. Severgnini)

"I libri però hanno una propria vita e fanno ciò che vogliono."
"Quando non possono acquistare una cosa, gli amanti - o le vittime?- del falso viaggio ripiegano solitamente su due attività: la fotografia e le riprese con la videocamera."
"Il turista, come abbiamo visto, si vergogna raramente di essere turista. Si vergogna, semmai, di non esserlo abbastanza. Si rammarica di non aver visto quello che doveva vedere."
"Gli alberghi non sono soltanto un ottimo rifugio dalla vita domestica, come sosteneva George Bernard Shaw in You Never Can Tell. Ancor più dei trasporti pubblici, costituiscono un osservatorio sul carattere di un Paese."
"Davanti al cibo, ho notato, anche i viaggiatori più esperti si trovano spesso a malpartito, e finiscono per condividere questa riflessione di D. H. Lawrence: adoro provare cose nuove, e scoprire quanto le detesto."
"I migliori tra gli italiani con la valigia - quelli che insieme alla valigia portano in viaggio anche occhi e cervello - si inquietano quando sentono dire che l'Italia fino a oggi ha funzionato perché era ingovernata, o era governata poco e male. Si inquietano perché sanno che - fosse governata in maniera normale, come una qualunque Olanda - l'Italia funzionerebbe meglio. [...] Sono stanchi, gli italiani, di essere speciali. Dopo aver viaggiato, vogliono tornare in uno Stato come gli altri: magari meno spumeggiante, ma più onesto e funzionante. Hanno voglia, deposta la valigia, di vivere in un Paese normale."
"Questo, più che un reportage, è una confessione: come un marito possa portare una moglie in viaggio di nozze su un treno per 9001 chilometri, tant'è la distanza tra Mosca e Pechino, in seconda classe, ossia con due sconosciuti dentro lo scompartimento.[...] Però è un viaggio straordinario, e se la moglie sorride ancora alla stazione di Pechino è una moglie straordinaria, e forse avete fatto bene a sposarla."
"Si cercano i treni, insomma, e si trovano i passeggeri. E i passeggeri ne hanno, da queste parti, di cose da raccontare."
"Il treno disturba così poco gli scenari attraverso i quali ci porta, che il cuore si riempie di quiete [...]." R. L. Stevenson
"Le stazioni dell'Europa centrale andrebbero visitate all'alba, quando la gente cammina indaffarata e non ha ancora assunto l'espressione sconfitta che segue le prime umiliazioni della giornata."
"Nessuno mangia come loro. Nessun altro popolo al mondo mostra la stessa ingordigia annoiata, metodica, implacabile. Nessuna nazione, salvo l'America, sa passeggiare e allo stesso tempo masticare, assaggiare, piluccare, affondare i denti in hot dogs formato gigante, patatine in confezioni extralarge, hamburgers, cheeseburgers, fishburgers, scampi fritti, apple pies, sfoglie con lo sciroppo."
"Quando vivevo a Londra ero convinto che, se fossero state istituite le Olimpiadi della buona educazione, l'Inghilterra le avrebbe stravinte. Nessuna nazione al mondo, pensavo, è più cortese. [...] Poi, qui in America, ho capito che gli inglesi sono, in fondo, dei dilettanti. [...] Tutto questo rende impegnativa la vita a noi italiani. Non perché la cortesia americana sia fasulla - questo sarebbe l'aspetto sano e normale della questione. Il dramma è un altro: spesso questa cortesia è genuina. [...] Questo vale anche per il leggendario Have a nice day, che tu possa avere una buona giornata. Gli americani lo pronunciano almeno dieci volte l'ora, e danno l'impressione di credere a quello che dicono.[...] La gentilezza, in mano agli americani è un'arma. Con il sorriso sulle labbra riescono a farci fare quello che vogliono. Noi italiani in particolare, abituati ad essere maltrattati, davanti a una voce cortese siamo assolutamente indifesi. [...] Talvolta la cortesia americana è ancora più insidiosa. Talvolta noi stranieri abbiamo la sensazione che la gente, negli Stati Uniti ci dica cosa fare. Impartiscono ordini, mascherati da auguri e complimenti. Lo stesso Have a nice day, pensandoci bene, è un comando: l'obbligo è quello di passare una buona giornata, anche se per caso volessimo trascorrerne una pessima, per lamentarci poi tutta la settimana."
"Da quassù, in questa sera di dicembre, l'Italia appare serena, ricca e fortunata. Fa rabbia pensare che, con un po' di sforzo, potrebbe esserlo davvero."