lunedì 30 dicembre 2013

Da "Gli ingredienti segreti dell'amore" (N. Barreau)



"La felicità è un cappotto rosso con la fodera a brandelli. (J. Barnes)"
"Gli anni non contano. Conta solo come li viviamo - disse mio padre una volta, mentre deponeva un mazzo di rose sulla tomba della mamma. E quando in autunno, affranta ma determinata, decisi di seguire le sue orme, la consapevolezza che ormai ero quasi sola al mondo mi colpì in pieno."
"Ci sono cose che facciamo e cose che non faremmo mai, o soltanto in determinate circostanze. Cose di cui gli altri ridono, o disapprovano, o se ne meravigliano. Cose stravaganti, che sono solo nostre. Io, per esempio, colleziono pensieri. Una delle pareti di camera mia è tappezzata di foglietti colorati pieni di pensieri fugaci, che ho fissato proprio perché non andassero perduti. Pensieri su conversazioni captate per caso al ristorante, sui rituali e sui motivi per cui sono tanto importanti, pensieri su baci scambiati al parco di notte, sul cuore e sulle stanze d'albergo, sulle mani, sulle sedie da giardino, le fotografie, sui segreti e su quando vengono svelati, sulla luce tra le foglie degli alberi e sul tempo quando si ferma."
"Quando si è infelici, o non si vede più nulla e il mondo sprofonda nella banalità perdendo ogni significato, oppure si vede con maggiore chiarezza e all'improvviso tutto acquista un significato. Perfino cose normalissime, come un semaforo che scatta dal rosso al verde, possono decidere se farti andare a destra o sinistra."
"Un buon libro è buono ad ogni pagina."
"Non esiste tutto questo destino, Monsieur Chabanais... Mi versi ancora un po' di vino, piuttosto."
"George Brassens cantò con voce carezzevole Je m'suis fait tout petit, e io pensai che ogni uomo nella vita incontra una donna da cui si lascia addomesticare volentieri."
"Il dispiacere è una terra dove piove e piove ma non cresce mai nulla." 

domenica 15 settembre 2013

Da "Profumo di cioccolato" (K. Littlewood)



"Da quella volta, Rose seppe che i pettegolezzi erano fondati: le specialità della Bliss Bakery erano davvero magiche. E per quanto vivessero in un paese, guidassero un minivan e a volte usassero il marsupio, suo padre e sua madre erano maghi pasticceri. Ovviamente, Rose non poté fare a meno di chiedersi se un giorno lo sarebbe diventata anche lei. Una maga pasticcera, si intende."
"Nonostante alzasse sempre gli occhi al cielo, Rose amava aiutare gli altri. Era contenta di sentire il sospiro di sua madre quando la vedeva tornare con tutti gli ingredienti giusti, le piaceva che suo padre l'abbracciasse dopo che aveva preparato un impasto per frollini friabile al punto giusto, amava il modo in cui gli abitanti della città canticchiavano soddisfatti dopo aver addentato il loro primo croissant al cioccolato della giornata, soffice e caldo. E amava come l'insieme degli ingredienti - alcuni normali, altri decisamente meno - non solo rendevano le persone felici, ma a volte persino molto più di questo."
"E così Rose raggiunse i suoi intorno al tavolo, dove la mamma aveva apparecchiato e stava servendo le uova strapazzate. Mentre mangiava, rimase ad ascoltare la sua famiglia: tutti parlavano e ridevano ognuno dei racconti dell'altro, e persino dopo che fu arrivato Chip ad aprire il forno rimasero incollati a quel tavolo. E Rose si accorse che, seduta in quella calda, affollata cucina, si sentiva davvero e profondamente felice."

mercoledì 11 settembre 2013

Da "Il cerchio dei robot" (P.K. Dick)


"Che strano, pensò lui. Una volta, ai tempi in cui la amava, pensava di aver imboccato la strada giusta, di essere stato un buon marito. Adesso, invece, ogni volta che ci pensava finiva per rammaricarsene, soltanto l'idea gli sembrava qualcosa di impensabile. Il tempo e l'intimità, l'assurdità della vita. La guardò allontanarsi e si sentì solo, capì che forse non aveva ancora le risposte. L'importanza delle aspettative... dentro di lui, questo era ancora il modello, il metro di giudizio. Erano divorziati da due anni, ma in quel lasso di tempo non aveva ancora conosciuto nessuna che potesse eguagliarla. Devo frequentarla, penso Jim. Devo starle ancora intorno."
"La musica, con la sua progressione ascendente, l'intensità della sua cupezza e del senso di isolamento che evocava, lo aiutò a schiarirsi le idee. Il peso che gli gravava addosso sembrò trasferirsi alla musica. La grandiosa struttura della musica assorbì quel peso, accettandolo."
"Ah, pensò, respirando quell'aria. La libertà, l'idea di movimento, i camion, le auto. Tutti stavano andando da qualche parte. Tutti erano di passaggio, pensò; non c'era nulla di stabile, lì. Niente di fisso. Poteva essere qualunque cosa volesse. Era questo che la esaltava."
"Mentre guidava, pensò che da un certo punto di vista il mattino presto era il momento migliore della giornata. L'aria era fredda, ma il cielo era luminoso; c'era in giro un odore di buono, le sembrava che tutto fosse più salubre. La nebbia della notte si era diradata e la foschia non era ancora arrivata."

giovedì 8 agosto 2013

Da "Una voce di notte" (A. Camilleri)




"Matre santa! Ancora du' anni e sarebbi addiventato sissantino! D'ora in poi non avrebbi cchiù pigliato un mezzo pubblico, nello scanto che qualichi picciotto, vidennolo, si susiva e gli cidiva il posto. Po' arriflittì che i mezzi pubblici avrebbi potuto continuari a pigliarli tranquillamenti pirchì quella di cediri il posto all'anziani, era 'na costumanza che non s'usava cchiù." 
" - Ma l'impiegato non devi giudicari se le carte servino o no. Le devi sulamenti firmare e basta.
- E che è, un robot, l'impiegato? Non è dotato macari lui di un ciriveddro per pinsari? L'impiegati non sapi che quelle carte non servino a nenti, pirchì dovrebbi 'mpignarisi?
- Che si dovrebbe fari, secunno vossia?
- Aboliri l'inutilità.
- Dottore, secunno mia è 'na cosa impossibbili.
- E pirchì?
- Pirchì l'inutilità fa parti 'ntegranti dell'omo.
Montalbano lo taliò 'mparpagliato. Stava scoprenno un Fazio filosofo."
" - Vedrà che anche l'esame tossicologico risulterà negativo. - fici l'avvocato. 
- Come fa a dirlo?
- Perché conosco il mio cliente. Non fa e non ha mai fatto uso di stupefacenti.
È già stupefatto di suo? - spiò il commissario."
"Che bella gente! Non si facivano scrupolo di ricattari un povirazzo se non stava al loro ordini. Aviva voglia l'avvocato Nullo Manenti a farisi il bagno dintra al sò fituso profumo, avrebbi sempri fituto di cloaca."
" - Me lo faresti 'n autro cafè?
- Sta passanno, dottori.
- Che mi prepari per stasira?
- Triglie con la cipuddrata.
Forsi la vita tutto sommato non era poi tanto disaggevoli, pinsò scordannosi 'mmidiato dei suoi problemi di digestioni."
"L'italiani non amano sintiri le voci libbire, le virità disturbano il loro ciriveddro in sonnolenza perenni, preferiscino le voci che non gli danno problemi, che li rassicurano sulla loro appartinenza al gregge."
"Ora gli era smorcata 'na fami lupigna. Si conzò la tavola nella verandina, annò a taliare nel frigo. Adelina gli aviva priparato piatti squasi vegetariani: 'na parmiggiana che faciva sbiniri per il sciauro che faciva e 'na insalata di tutto, dalla lattuca ai passuluna, dalle patati ai citrioli. S'assitto fora. La nottata era scurosa, ma serena. Lontano supra al mari si vidiva qualichi rara lampara. Mentri si mittiva 'n vucca la prima forchittata, Montalbano pinsò che, tutto sommato, meglio d'accussì non sarebbi potuta annare." 

martedì 23 luglio 2013

Da "Una lama di luce" (A. Camilleri)


"Caminaro per 'na vintina di minuti 'n mezzo alla terra arata di frisco. Montalbano 'nni sintiva il sciauro trasirgli dalle nasche, la terra adura di bono quanto il mari."
"Pirchì non si pò campare per anni e anni e anni con una pirsona accanoscennola di dintra e di fora, senza avvirtiri che in questa pirsona è avvinuto un qualichi cangiamento."

Da "Il gioco degli specchi " (A. Camilleri)


"E allura che forsi la vicchiaia potiva essiri 'na regressione verso la giovintù? No, ma quanno mai, casomà era un avanzamento verso l'imbicillità."
"- Che havi?
- Pinseri.
Enzo arripitì 'na frase che gli piaceva assà. 
- La minchia e la panza non vonno pinseri."
"- Chi voliti sapere di ddra gran buttana? -  attaccò Cuncetta. Principio sì giolivo ben conduce."

Da "Giorno da cani" (A. Giménez-Bartlett)


"Ci sono giorni che cominciano strani. Ti svegli nel tuo letto, riprendi conoscenza, metti un piede a terra, prepari il caffè... eppure l'idea di futuro che ti vedi davanti supera lo spazio di una giornata. Senza guardare avanti, vedi. Poi, il minimo gesto comincia ad assumere lo stesso tono profetico e fatale."
"Pensare che ti stai muovendo in una direzione completamente sbagliata è la cosa peggiore che ti possa capitare. Ti fa sentire stupido, come un bambino che, giocando a nascondino, cerca da una parte mentre i suoi compagni se la ridono dalla parte opposta."
"L'amore: scelte, decisioni, incertezze, insicurezze, sensi di colpa, sofferenza... meno male che mi ero lasciata alle spalle tutto quanto! Alzai il bicchiere da sola e brindai al mio tempestoso passato sentimentale e al mio pacifico presente erotico." 
"Tutto ciò non faceva che confermarmi fino a che punto sia nocivo tutto quel che ha a che fare con l'amore. Un piaga che il genere umano si trova a sopportare, che da secoli mina la sua coerenza e le sue capacità."
"Nel suo cervello di cane era rimasta impressa l'immagine dell'assassino, e tuttavia lui non poteva trasmettermela. Curiosa associazione: poteva trasmettermi il suo affetto ma non tutta la verità. Dev'essere per questo che il cane è il migliore amico dell'uomo."
"Presi la giacca e tagliai la corda senza salutare nessuno. Avrei cenato da sola, in qualche trattoriaccia da camionisti, e avrei preso dei maccheroni ben annegati nella salsa di pomodoro e un'enorme morcilla fritta con cipolla come secondo. Una minuscola ribellione contro tutte le regole del bon-ton."
"Forse ci sono relazioni che bisogna saper troncare e iniziare di nuovo più volte, pensai mentre mi rivestivo stando attenta a non svegliarlo. Forse in uno di quegli inizi si trovava la via giusta."
"Non mi piacciono le condoglianze, le parole di conforto e le frasi di circostanza. Non c'è niente da dire davanti alle avversità: può darsi che tutto nella vita prima o poi si risolva, ma c'è qualcosa di ingiurioso nel ricordarlo a chi sta soffrendo. L'unica cosa che mi sentii di dire fu: - Ce lo facciamo un bicchiere, viceispettore?"
"La vita è stupida quasi quanto la morte, e molto più stancante."

 

venerdì 5 luglio 2013

Da "Il sorriso di Angelica" (A. Camilleri)


"Angelica era lì. Tiniva il cellulari all'oricchio. Montalbano, con lintizza, raprì la porta. E sapiva, mentri che lo faciva, che non stava sulo raprenno la porta di casa, ma macari quella della sò pirsonali dannazioni, del sò 'nferno privato."
"Era l'unica al munno che l'accapiva come manco lui arrinisciva a d'accapirsi."
"Montalbano sintiva dintra alla testa come un vento furioso che 'mpidiva ai sò pinseri di formarisi, di concatenarisi l'uno all'altro, erano come foglie cadute che la vintata sparpagliava da ogni parti, anzi, manco erano pinseri, ma spezzoni, frammenti, immagini, che duravano un secunno e po' vinivano travolti via, scomparivano."

lunedì 22 aprile 2013

Da "La caccia al tesoro" (A. Camilleri)



"Aviva un cori d'asino e uno di lione."
"Accomenzò a 'nsultarli tutti, architetti, 'ngigneri, geometri, capomastri, muratori, con una raggia irrazionale, ma talmenti forti che il sangue gli faciva battiri le tempie.
- Ma pirchì me la piglio tanto? - si spiò. Certo, il guasto alla natura, la morti del gusto, la prevalenza del laido, non sulo ferivano, ma macari offinnivano. Però era chiaro che 'na bona parti della sò arraggiatura era dovuta al fatto che a 'na certa età s'addiventa 'nsofferenti, non tinni va beni una. Altra conferma che stava addivintanno vecchio.
"L'interessarono assà quelli assistimati nel ripiano cchiù in alto: Venere in Pelliccia, Justine, L'histoire d'O, un trattato di psicopatologia sessuale, dù annate di Penthouse rilegate... Doviva travgliare assà di mano, la perla rara."
"- Allora dimmelo tu perché mangi tanto. [...] La virità è quella  che 'na volta mi disse 'n amico. E cioè che il mangiare è per mia 'na sorta di acceleratore delle funzioni del mio ciriveddro. Tutto qua. Epperciò basta con la vrigogne e i rimorsi."
"La mancanza di prove non è prova della mancanza."

Da "La danza del gabbiano" (A. Camilleri)



"Dicono che la luci della virità arricria chi ne è colpito e lo tiene càvudo."
" - Ma quali mulini a vento? Questi sono mostri veri! - s'arribbillò Montalbano primo."

lunedì 15 aprile 2013

Da "L'età del dubbio" ( A. Camilleri)




"Prima di nesciri, la taliò. Pariva un cani vagnato, i vistiti che si era rimittuti non erano completamenti asciutti ed erano pieghe pieghe, la crocchia nìvura dei capilli si era sciogliuta e le cummigliava mezza facci. E po' aviva un modo di stari assittata che il commissario aviva notato in certi profughi, pronti a lassari per sempre la seggia indova stavano assittati o a ristarinni supra a quella seggia per l'eternità."
"Non c'è dubbio che a forza di non avere dubbi ti vieni a trovare senza nessun dubbio nella merda. Allora è meglio forse farti venire qualche dubbio."
"Ma era giusto, era onesto essiri saggi davanti alla ricchizza dell'amuri?"
"Si 'nfilò sutta alla doccia stannoci a longo, appresso si annò a corcari. Stremato dalla curruta e dalla filicità. La quali, quanno è veramente granni, è capace di tagliarti le gamme pricisa 'ntifica a un granni dolori."

venerdì 12 aprile 2013

Da "La pista di sabbia" (A. Camilleri)



"Raprì l'occhi e di subito li richiuì. Da tempo gli accapitava 'sta specie di rifiuto dell'arrisbiglio, che non era per prolungare qualichi sogno piacevole che oramà gli capitava di fari sempri cchiù raramenti, no, era pura e semprici gana di restare ancora tanticchia dintra al pozzo scuro, profunno e càvudo del sonno, ammucciato propio in funno in funno, indovi sarebbe stato impossibile che qualichiduno l'attrovasse. Ma sapiri d'essiri irrimediabilmente vigliante. Allura, sempre con l'occhi 'nserrati, si misi ad ascutari il rumore del mare."
" - Grazie, maestro, per l'ampiezza, la dovizia e la varietà degli elogi che profondamente mi commuovono.
- Mimì, vattelo a pigliare dove sai."
" - M'è venuto un attacco di gelosia tardiva, va bene? 
- No, non va bene. È illogico.
- La logica la lascio tutta a te. Io ragiono in un altro modo."
"Sì. Devo denunziare un furto con scasso. O forse un tentativo di furto con scasso. Quello che è certo è che lo scassamento c'è stato. Di cabasisi."
"Se uno fa una cosa, chi autorizza un'altro a spiare pirchì l'ha fatta? Odiava 'sto tipo di dimanne."

giovedì 4 aprile 2013

Da "Il campo del vasaio" (A. Camilleri)






"Montalbano s'arricordò che in tempi oramà remoti il mari, quando s'arritirava, lassava sulle spiagge sulo alghe profumate e conchiglie bellissime che erano come un regalo che il mari faciva all'omini. Ora invece ci restituiva la nostra stessa fitinzia."
"Marito divoto, patre felice e adultero eventuale." 
"Semprici la risposta: pirchì la nova mafia spara a tinchitè, a dritta e a manca, a vecchi e piccilidri, indove capita capita e non si degna mai di dari 'na spiegazioni di quello che ha fatto. La vecchia mafia no: spiegava, cuntava, chiariva. Certo non a voci o mittenno nìvuro supra bianco, chisto no, ma a segni. La vecchia mafia era maestra di semiologia, che sarebbi la scienza dei segni che servino a comunicare."
"Doppo, dintra a quel silenzio del munno, forsi dell'universo, Montalbano sintì nasciri un sono breve, sgraziato e strammo, seguito da un altro eguali e da un altro ancora eguali. Che era? Ci mise un certo tempo a capire che quel sono nasciva da lui. Stava chiangenno alla dispirata."
"Pirchì certe volte, quanno oramà sei quasi vecchio, l'odiato davanzale dal quale sei caduto picciliddro ti torna pressante alla memoria e tu ti metteresti in pellegrinaggio per rividirlo come lo vidivi allora, con l'occhio della 'nnuccenza."
"Fino a quanno avrebbe potuto reggiri? Meglio piccamora non pensaricci, meglio starsene a taliare il mari che, a Vigàta o a Boccadasse, sempre mari è."

mercoledì 27 marzo 2013

Da "Riti di morte" (A. Giménez-Bartlett)

 
"Come in tutti i progetti grandiosi, l'importante è studiare prima la scenografia, il resto non è che una serie di conseguenze verso il lieto fine."
"Quando si cambia si cambia e, contrariamente a quanto si creda, bisogna cominciare dalle piccole cose, ingredienti indispensabili di ogni profondità esistenziale."
"Hugo, il mio primo marito, un uomo dall'intelligenza scettica, diceva sempre: - Aspettati sempre la cosa più prevedibile, la più scontata e banale: l'inglese abbottonato e il francese con la baguette sotto il braccio, questo è il copione della realtà. - Niente di più esatto."
"Il matrimonio è una sostanza untuosa che ti resta sempre sulla pelle, anche a strofinarla col sapone." 
"Evitare di mettere in discussione una situazione di comodo è una regola d'oro per avere successo nella vita."
" - Allora, secondo lei, soffrono solo quelli che non hanno niente da mangiare? - No, perché alla fine chiunque si rende conto che, anche quando i problemi materiali sono risolti, la vita è abbastanza disastrosa lo stesso."
"Siamo sempre lì a romperci la testa perché gli altri pensino bene di noi, è assurdo."
"Non è giusto che venga ancora maltrattata dopo tutto quello che ha sofferto. E poi, non era lei a dire che la donna è delicata come un fiore? - A ogni fiore il suo giardiniere. - Ci sono fiori, Garzòn, che nascono nei fossi. Nessuno li annnaffia, nessuno se ne cura. Ricevono solo la benedizione della pioggia e del sole...".
"Tutte palle, Fermìn! L'unica vita che conta è quella che non c'è ancora stata, quella che abbiamo davanti."
"Pensai che il male non è altro che una materia fatta di follia, di ignoranza, di miseria morale, di dolore accumulato, di povertà ereditata, durezza, vuoto interiore. Sullo schermo un'indossatrice mostrava un vestito ricchissimo, di ispirazione orientale. Pensai che era una bella cosa. Per quanto fosse ingiusto, era consolante che una donna potesse sentirsi una volta tanto come un'imperatrice."

venerdì 15 marzo 2013

Da "Gli onori di casa" (A. Giménez-Bartlett)


"Il mio orgoglio generale è già finito alle ortiche la prima volta che ho dovuto chiedere aiuto per cambiare una gomma. 
- Non l'ha fatto da sola? Mi meraviglio! Lei, è una donna così indipendente...
- Non faccia il furbo Fermìn. Ho detto che ho rinunciato all'orgoglio, non alla cattiveria."
"Si ricordi che l'amore è sempre generoso."
"Una mente sana è un grande dono per chi la possiede: cancella le brutte esperienze, trattiene quelle migliori."
"Gli esseri umani sono molto diversi l'uno dall'altro, ma imparano bene la parte che viene loro assegnata e non mancano mai di interpretarla."
"La legge è inesorabile: più cedi, più ti calpestano. Il matrimonio è una trappola micidiale! Se non lo sapevo io che mi ero sposata tre volte! Fossi stata single, mi sarei fatta ancora delle illusioni: le piccole abitudini condivise, le premure quotidiane, la comprensione Bullshit! anglicizzai il mio furore. Finii il bicchiere in un sol colpo e me ne versai un secondo. Spensi il televisore, meglio non avere nozione della stupidità altrui quando se ne ha abbastanza della propria. Magari così è più facile sopportarla."
"Una tipica idealizzazione, che dovrebbe essere annoverata tra le patologie, e chiamarsi sindrome del viaggiatore. Improvvisamente arrivi in un posto e ti sembra che lì vivresti in perfetta calma e felicità. Ma non è vero. Nel bagaglio di ciascuno di noi c'è sempre un carico completo di manie, traumi, frustrazioni e complessi insuperabili, che in breve tempo, se anche ci trovassimo nel paradiso terrestre, quello della Genesi, si estenderebbe fino a riempire tutto lo spazio disponibile e a trasformarlo in un posto insopportabile come quello che abbiamo lasciato poche ore prima."
"La pratica della convivenza amorosa è difficile perché la mente dell'altro non segue mai i percorsi che ci aspettiamo."
"La verità serve sempre."
"Quella sensazione avrebbe dovuto farmi presagire già allora i nuvoloni neri che incombevano sul nostro futuro insieme, ma ogni amore ai suoi primi passi è sordo alle previsione meteorologiche che annunciano tempesta."
"A volte quelli che fanno più male sono i ricordi belli."
"Guardi, ispettore, o l'amore o la libertà, le due cose insieme non si possono avere. E la solitudine è una brutta bestia quando non la si è cercata."
"Forse il solo modo di vivere in assoluta libertà sarebbe vivere senza essere amati da nessuno."
"Ma l'essere umano è fatto così, e così sono fatta io: d'inverno rimpiango il caldo dell'estate, e in estate mi piacerebbe aver freddo. In città sogno il verde della campagna, e appena mi trovo in mezzo ai fiori ho voglia di andarmi a vedere un bel film in versione originale. Come se non volessi saperne di essere completamente felice."
"Si vede che bisogna dare consigli solo sulle cose di cui non si ha la minima idea."

mercoledì 27 febbraio 2013

Da "La briscola in cinque" (M. Malvaldi)


"L'unica cosa piacevole di un giorno di metà agosto, alle due di pomeriggio precise, quando uno respira aria liquida e tenta di non pensare che alla cena mancano ancora sei o sette ore, è andare con qualche amico al bar a prendere qualcosa. Ci si siede ai tavolini all'aperto, si sistemano bene i pantaloni dal cavallo bagnato da strizzare, si svapora dieci secondi e poi si ritorna magicamente in sé; il più in forma del club va dentro, al banco, a ordinare perché il barista scorgendovi vi ha guardato con odio e adesso sta lavando i bicchieri (o meglio, il bicchiere: lo stesso da cinque minuti) e quindi, se qualcuno non va dentro a ordinare, addio. L'importante però è che ci sia la brezzettina. Quel filino di vento della giusta intensità, che solleva lievemente la camicia dalla pelle, ti conta dolcemente le vertebre e ti rinfresca i vani tra le dita dei piedi a cui la ciabatta infradito di plastica ha dato finora ben poco sollievo, ma talmente delicato da non scompigliarti il riporto. L'aroma iodato della brezza marina ti dischiude le narici, ti convince a respirare e quando l'eroe che ha fatto le veci del cameriere ritorna, con la roba da bere e le carte, l'umore è tornato sereno e il pomeriggio, rispetto a prima, si è accorciato un bel po'. Queste cose sono piacevoli a vent'anni: a ottanta sono il sale della vita."
"Anni di duro lavoro al Comune di Pineta, in cui se non fai colazione quattro volte per mattina non sei nessuno, lo avevano forgiato sia fisicamente che caratterialmente: infatti, oltre che maleducato, era anche un rompicoglioni."
"Io vendo vino e cibo, mica discorsi."
"Età diciannove anni, sesso femminile, casomai ci fosse bisogno del dottore per questo, morta all'incirca tra le due e le cinque ore fa, non di meno niente di più. Causa del decesso, strangolamento. Varie ed eventuali, il mondo è pieno di stronzi."
" - Buongiorno.
- Dipende.
- Come scusi?
- Dipende dalle sue intenzioni."
"Il tono, il tono. È sempre il tono che fa la domanda. La stessa domanda, fatta con due toni diversi, può portare a una risposta o a una rissa."

domenica 17 febbraio 2013

Da "L'acustica perfetta" (D. Bignardi)



"Sara ha sempre amato la natura, è l'unica cosa in cui nonè cambiata, ma nel tempo ho capito che il suo è un amore ossessivo, estremo. Come se nei tramonti, nei cieli, tra le nuvole, cercasse l'assoluto che gli umani non potevano darle. Allora non me ne rendevo conto, ma Sara è sempre srara ostinatamente alla ricerca di qualcosa, come se la vita da sola non le bastasse."
" - Mi piacciono gli amori infelici - aveva risposto. Ci ho messo trent'anni a capire che lo pensava davvero."
"Tornano i conti, quando si è molto felici. E anche quando si è molto infelici, ma questo dovevo ancora scoprirlo."
"Una passione non vissuta è peggio di una consumata."
"Massimo, queste sono chiacchiere. Stronzate. Io ci sono sempre stato. Sono trent'anni che ci sono. Ogni giorno. Da tredici anni vivo con lei, faccio l'amore con lei, litigo con lei, mi annoio con lei, faccio i conti dei soldi con lei, parlo di cosa fanno i bambini, di chi compra il pane, di chi prende il gatto sul terrazzo prima di dormire, trovo i suoi assorbenti usati in bagno, i suoi capelli nella doccia, la spazzatura fuori dal secchio, perché non sta attenta quando la butta... È questo l'amore, Massimo, esserci. L'amore è il mio. Non un bacio non dato, una scopata mancata. È il mio l'amore, sono io il suo uomo, non sei tu. E non potevi esserlo, perché non lo sei stato. Sono io che l'aspetto, anche se mi  ha detto un mare di balle, anche se si è innamorata di te e ti ha strusciato il culo sul cazzo, ti ha pensato la notte, ha dubitato di me. Io la amo lo stesso. La amo comunque, perché ho deciso di amarla. Io l'ho voluta, l'ho scelta, anche se non la conoscevo, hai ragione che non la conoscevo, se avessi saputo com'era forse non l'avrei scelta. Che importanza ha? L'ho fatto. Io ci sono, non tu."
" - Chi è felice ha ragione - dice Guelfo, citando Tolstoj."
" - Io ho sempre pensato che la tua vocazione fosse quella di stare da solo, che stessi bene qui.
- Non senza tua madre. Ma per tenerla con me, ho imparato a rinunciare a lei -  dice, strizzandomi l'occhio."

sabato 16 febbraio 2013

Da "Le ali della sfinge" (A. Camilleri)


"Ma indove erano andate a finire quelle prime matinate nelle quali, appena arrisbigliato, si sentiva attraversato da una speci di correnti di filicità pura, senza motivo?"
"Come aveva fatto presto la gente ad addivintari cannibale! Da quanno nelle case era trasuta la televisione, tutti si erano abituati a mangiare pane e cataferi."
"- Pirchì hai tanta prescia?
- Cazzi miei.
Mimì si susì, fece un inchino, s'assittò novamenti.
- Di fronte a una così esaustiva spiegazione delle tue ragioni - disse - mi ritengo pienamente soddisfatto."
"- Ci sono momenti nei quali mi piacerebbe essiri don Chisciotte.
- C'è 'na differenza sostanziale, Mimì. Don Chisciotte cridiva che i mulini a vento erano mostri, mentre questi sono veramente mostri e si fingono mulini a vento."

venerdì 15 febbraio 2013

Da "La vampa d'agosto" (A. Camilleri)


"Gaspare Miccichè era un quarantino russo di capilli e àvuto sì e no un metro e quaranta. Aviva vrazza lunghissime e le gammi storte. Pareva una scimmia. Sicuramente Darwin, se avisse potuto vidirlo, l'avrebbe abbrazzato per la filicità."
" - Ma mi spiega pirchì battono le mano ai morti?
- Forse pirchì hanno fatto bene a moriri."
"Montalbano taliò sconsolato il mari di carte che abbisognava nuovamente traversare. 
- Fazio, mi fai un piaciri?
- Ai comandi, dottore.
- Mi spari?"

Da " La piccola ombra" (B. Yoshimoto)


"Ciò di cui ho sempre avuto timore sono i mutamenti d'animo delle persone, di sicuro non le minacce della sorte o della natura."
"Mia madre se ne era andata da questo mondo in punta di piedi."
"La vita è il susseguirsi di una molteplicità di incidenti, e a noi non resta che osservare quello che avviene attorno alle persone che amiamo. La verità è che non ci è concesso nessun movimento. I nostri sentimenti mutano in continuazione e sono l'unica prova a testimonianza del nostro amore."
"La tristezza che si prova nell'arco della vita è qualcosa che assomiglia molto al mio peluche visto di schiena: osservato da lontano può anche stringere il cuore, ma se gli si passasse davanti, molto probabilmente ci si accorgerebbe che è tutto eccitato e si sta godendo la vista. O addirittura che sta gioendo per la magnificenza dello spettacolo."

martedì 29 gennaio 2013

Da "Lucertola" (B. Yoshimoto)


"Certo, se si guardasse la vita usando i treni come unico punto di osservazione, se non si confondesse la loro funzione con quella di portarti a casa e riportarti a lavoro, quasi tutte le persone che sono qui sopra, con i soldi che hanno con sé adesso, potrebbero andarsene in questo stesso istante molto lontano, nemmeno immagini quanto."
"A Lucertola piace ordinare da mangiare a casa. Non le piace andare a cena fuori Non è che odio l'umanità, dice, è che non i sento di vedere gente."
"Mi piace così, quando i confini tra le cose si confondono. La notte che sfuma nel giorno, la salsa che si spande nel piatto, gli articoli dell'emporio che invadono il caffè. Dev'essere l'influenza del mio amore per lei. Lei assomiglia alla luna di sera. Una luce bianca che sembra sempre sul punto di fondersi con la gradazione azzurro pallido del cielo."
"L'espressione fare i conti può avere una sfumatura minacciosa ma anche rassicurante. Può voler dire chiarire, mettere a posto qualcosa. Fare i conti con i miei traumi passati fu doloroso ma anche bello, perché questo processo prese la forma di Akira. E comunque sembrò senz'altro meglio che farsi venire una nevrosi da un giorno all'altro, come quelle donne che si sposano piene di entusiasmo con un collega d'ufficio salvo poi provare un irresistibile desiderio di strangolare il loro bambino appena nato."
"Le persone che pronunciano parole così lo fanno come per caso, come se non avessero nessuna importanza, ma in realtà, in qualche parte profonda di loro, devono conoscere il potere di quello che hanno appena detto. Sentire di averti dato qualcosa che hanno portato da chissà quale luogo infinitamente distante."
"Anche in mezzo a una folla, gli spiriti affini riescono a comunicare. Si riconoscono tra la folla per qualcosa di familiare, di intimo, che ognuno dei due ritrova nell'altro."

Da "Un anello da Tiffany" (L. Weisberger)


"Chissà se esistevano veramente persone felici di accogliere ospiti improvvisati che passavano a 'fare un salutino' o a 'vedere come va'? Forse i carcerati."
"Russell è un tipo fantastico, e certo sembra l'uomo perfetto. Ma niente di tutto questo ha senso se non è perfetto per te."
"La sua idea era di occupare il tempo fino a quel momento con una bottiglia di vino e un po' di autocommiserazione di qualità."
"Emmy sbuffò. - Da che cosa si vede? Dalle zampe di gallina o dalle Signore senza Anelli riunite per un tè, proprio come faranno tra cinquant'anni?-"

venerdì 18 gennaio 2013

Da "La luna di carta" (A. Camilleri)



" - E allora che si fa?
- Che si va tutti a magnà.
Doppo una mangiata esaustiva e una lenta passiata meditativo-digestiva, un pedi leva e l'autro metti fino ad arrivari al faro e ritorno, andò in ufficio."
"Lascia perdere i medici. Si vede che il picciliddro non era d'accordo con voi sul fatto di essere messo al mondo. E considerato com'è il mondo, non mi sento di dargli torto."
"Si mise in macchina, partì, fatti un centinaro di metri si dette una manata sulla fronti, santiò, principiò una pericolosa svolta a U mentre tri automobilisti che stavano darrè a di lui a gran voce gli rivelavano che:
primo, era un grandissimo cornuto,
secondo, sò matre era stata una fìmmina di facili costumi, 
terzo, sò soro era pejo della matre."

Da "La pazienza del ragno" (A. Camilleri)


"La sò càmmara di letto, a taliarla alla luce del sole, da quanno c'è lei è come se avesse ripigliato colore, come se le pareti fossero state ripittate di luminoso bianco. Dato che non c'è nessuno a taliarlo, s'asciuca una lagrima con la punta del linzolo."
"E principiò a fare qualichi passo narrè, come fa uno quanno necessita di spazio per taliare meglio una cosa nel suo insieme, nella giusta prospettiva."
"Non aveva preannunziato la visita, sapeva per spirenzia che l'apparizione improvvisa di un omo di liggi genera minimo minimo disagio macari nell'onestà fatta pirsona, la quali subito si addomanda: che ho fatto di mali? Pirchì tutte le pirsone oneste pensano sempre di aviri fatto qualichi cosa di mali, macari a loro insaputa. Quelle disoneste, invece, sono convinte di aviri agito sempre onestamente."