mercoledì 25 febbraio 2009

Da "Non vi lascerò orfani" (D. Bignardi)

"E' bello stare accanto a chi muore".
"Questo è la morte, oltre alla mancanza di chi non c'è più: è la vita, con tutti i suoi ricordi. E amore. Tutto l'amore che chi se ne va ci ha dato, buono o cattivo che sia stato. Per quello soffriamo tanto quando ci muoiono i genitori: sappiamo bene che nessuno ci amerà mai più così. Ci piangiamo addosso, meschini. Se muoiono di malattia è un'agonia. Se muoiono improvvisamente una sciabolata al cuore."
"Devo star commodo, devo andare nelle stalle, diceva, e si metteva quel che voleva lui."
"Ogni scusa era buona per viaggiare, mangiare e bere in compagnia, far festa: il babbo amava la vita e la vita amava lui, finché non si ammalò."
"Quando però era di buon umore mi stringeva soffocandomi e mi diceva che ero la bambina più bella del mondo a fare il giro due volte, e che una bella come me c'era solo a Honolulu."
"Ma perdere un genitore a quarant'anni fa più male che a venti. A venti è uno strazio, ma sei in corsa e corri. A quaranta è un dolore che non passa più. [...] Non potrai più far felice nessuno con così poco. Con nessuno ti sentirai più te stesso come con lui."
"Balle. Bisogna sempre seguire il proprio istinto."
"Volevo camminare sui suoi passi quotidiani, guardare quello che che vedeva lei, respirare la stessa aria e ascoltare gli stessi rumori, volevo tenerla ancora un po' con me."
"Alla mamma piacevano le persone zoofile e diceva sempre che erano buone di animo, mentre quelle non zoofile non lo erano."
"Io, secondo la mamma, ero identica a mio padre: besctia ed egoiscta, e me l'ha ripetuto così tante volte che mi ci sono affezionata."
"Inutile cercare di ribattere, soprattutto alla mamma, grande cultrice dei disegni del Fato, che ognuno dovrebbe essere artefice del proprio destino."
"Ma l'amore è amore. E' quando non c'è più che capisci quanto ti manca, anche se è faticoso da sopportare."
"Non era tipo da santini e rosari, probabilmente sentiva Dio più nei sassi bianchi e tondi del suo amato fiume Sillaro o nella sua pelliccia di astrakan che non dentro a una chiesa."
"Ho capito che la vita della mamma è stata più faticosa e spesso più triste, ma non più brutta. Forse non ci sono vite brutte."
"Le coordinate della vita di una donna a volte sono banali."
"Mi piace dare un senso a tutto, e immaginare un lieto fine per ogni cosa. Ho sofferto per i nostri litigi, ma quanto mi hanno temprato, e insegnato a combattere: io almeno me la racconto così. Tanto ormai è così che è andata."
Allora d'inverno la strada tra Ferrara e Castello era quasi sempre immersa nella nebbia, che per me era un personaggio di famiglia, quasi come Micione."
"La mia canzone preferita era La Giacca di Claudio Lolli. Diceva 'Bisogna andare fino in fondo, in fondo a tutto, in fondo a noi, in fondo agli argini del mondo, alla paura che mi fai... In fondo dove non troveremo nemmeno un'ombra per riposarci, in fondo dove sarà fatica, sarà sudore esser sincero'. Io volevo andare fino in fondo, in fondo a tutto. Avevo capito che quella era la mia strada, andare in fondo alle cose, specialmente se mi facevano paura."
"La mamma ci teneva al suo sguardo impreciso sulle cose."
"Se mi distraggo, se non sto attenta, la sua mancanza mi investe come un'ondata di caldo o una musica improvvisa. Sovrappensiero spruzzo un profumo che mi ha regalato, il suo regalo di Natale, e improvvisamente lei è lì. Con la sua pelle abbronzata, l'ansia, il suo calore, l'odore della pelle, gli occhi neri; è lì che mi sovrasta, mi avvole, mi toglie il fiato, mi riempie."
"Non ho scritto che ci descriviamo sempre come grasse dure, gialle patocche e con la barba, e che ogni anno diciamo che al mare stavolta non metteremo il costume ma una vestaglietta."
"Infine grazie a Luca. Perché, nonostante io sia besctia ed egoscta, mi ama."

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