venerdì 21 dicembre 2007

Da "Alice nel paese delle meraviglie" (L. Carroll)

"Perché, vedete, le erano ormai successi tanti fatti straordinari! Stava convincendosi che le cose assolutamente impossibili erano in realtà molto poche."
"Di solito Alice si dava degli ottimi consigli (sebbene li seguisse piuttosto di rado) e qualche volta anche si sgridava così severamente da farsi venire le lacrime agli occhi; un giorno, perfino, cercò di tirarsi le orecchie perché aveva imbrogliato se stessa giocando una partita a croquet contro se stessa. Perché questa curiosa bambina si divertiva un mondo a far finta d'essere due persone."
"Vediamo un po': era la solita Alice quella che s'è alzata stamattina? Quasi quasi mi sembra di ricordare che mi sentivo un pochino differente. Ma se sono la stessa allora il problema è: chi diavolo sono? Ah, questo è il grande indovinello."
"Chi sono? Prima di tutto ditemi questo; se vi pare che io sia la tal persona, verrò su, se no resterò quaggiù dino a che non sarò diventata qualcun'altra."
"Ricordati di non perdere mai la calma - disse il Bruco."
"Se ognuno pensasse ai fatti suoi - borbottò con un rauco grugnito la Duchessa - il mondo camminerebbe un bel po' più svelto."
"Ogni cosa ha una morale, purché tu la trovi."
"E la morale è questa: - Oh, è l'amore, è l'amore che fa girare in tondo il mondo!
- C'è chi dice - sussurrò Alice - che il mondo lo fa camminare chi bada ai fatti propri."
"Sii quel che sembri di essere o, se ti piace che te lo dica con parole più semplici, non immaginarti mai di non essere altrimenti che ciò che può apparire agli altri che ciò che tu fosti o potresti essere stato non fosse altrimenti che ciò che tu eri stato sarebbe apparso a loro essere altrimenti."

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