domenica 24 gennaio 2010

Da "Zia Mame" (P. Dennis)

" - Il mattino è il momento giusto per chiacchierare. Su, che dobbiamo conoscerci meglio. - Avrei presto scoperto che per 'mattino' Zia Mame intendeva l'una del pomeriggio. Le undici erano 'mattino presto', mentre le nove corrispondevano a 'notte fonda'."
"Poi le cadde l'occhio sul mio vestito a lutto. - Oh Dio santo, bambino mio, non avresti qualcosa da metterti che non ti faccia sembrare una cornacchia malata? -"
"Zia Mame aveva un fascino caotico, ma leggendario, e inoltre ai miei occhi rappresentava qualcosa che non avevo mai avuto - una famiglia. Certo, che le potesse importare qualcosa di un ragazzino di dieci anni come ce n'erano migliaia non cessava di stupirmi, o meglio di confondermi. Eppure era così, e ho sempre pensato che nonostante tutte le persone che aveva intorno, e i suoi interessi, e le sue mille e mille occupazioni, zia Mame in fondo si sentisse un po' sola. I suoi critici sostenevano che per lei ero solo l'ennesimo blocco di argilla da plasmare, con colpi un po' troppo energici, a sua immagine e somiglianza, e bisogna ammettere che difficilmente Zia Mame si asteneva dal ficcare il naso nella vita degli altri. Ma aveva anche una sua tenace inaffidabile affidabilità. Insomma, finimmo per innamorarci, e per entrambi si tratto di un'esperienza irripetibile.
"Vera Charles è forse l'unica attrice vivente a possedere più abiti di scena che espressioni facciali."
"No, Mary, non se ne parla nemmeno. Non conosco donne al di sopra di ogni sospetto. Quelle che mi vengono in mente sono tutte al di sotto."
"Sentii che stavo per assistere al crollo della civiltà occidentale."
"Con l'usuale codardia che i maschi dispiegano quando vogliono sbarazzarsi delle femmine, per togliermi dai piedi Bubbles prima le provai tutte, tranne un bel no in faccia."
"Zia Mame rabbrividì, guardando da un'altra parte. Era a disagio ma quando uno nasce mangiatore di fuoco non rinuncia mai del tutto ai suoi talenti."
" - Ri... riprenditi l'anello e vattene! Vai a sposarti con un'ebreuccia, se ti piacciono tanto. Sarai molto più contento così. Tanto non sei come noi, e non lo sarai mai! [...] - Cara Gloria, Patrick non se ne rende ancora conto - disse Zia Mame alzandosi da tavola - ma dovesse vivere cent'anni nessuno gli farà mai un complimento migliore."
"L'autore dice che quel periodo si può considerare l'estate dorata del suo personaggio. Bella espressione, no?"

1 commento:

Sylvie Malaussène ha detto...

Scrivere di un libro così amato dal grande pubblico e dalla critica mette inevitabilmente in soggezione. Si teme di sconfinare nella ripetizione, di non aggiungere nulla a quanto penne più autorevoli abbiano già scritto.
Poi, ad un tratto, ci si ferma. Si sorride e si immagina Mame tutta in ghingheri che prepara un gin fizz e si scaglia con violenza contro questo disfattismo.
Solo allora si comprende quanto grandiosa sia l’opera di Dennis.
Siamo nell’America degli anni Venti. Patrick, un ragazzino di undici anni, in seguito alla morte del padre, viene affidato “a una donna molto, ma molto particolare come Zia Mame”, un destino che il suo stesso genitore “non avrebbe augurato neanche ad un cane.” Con lo stato d’animo di un condannato prossimo all’esecuzione suona il campanello del numero tre di Beekman Place, New York.
Da quel momento ha inizio uno dei romanzi più belli di tutti i tempi: la storia di Patrick ma anche quella di Mame, del loro rapporto a volte comico, altre tenero, altre ancora burrascoso.
Capitolo dopo capitolo Patrick cresce, va in collegio e poi all’Università. Vive le prime tormentate storie d’amore, trova lavoro, diventa adulto.
Il punto di riferimento e di ritrovo è sempre lo stesso: Mame, coi suoi salotti letterari, con le sue compagnie equivoche e all’avanguardia, creatura cangiante ed ingegnosa, tremendamente sincera ed esageratamente teatrale.
Incantevole è la metamorfosi continua del rapporto tra i due personaggi: i momenti in cui Mame è una guida si alternano ai momenti in cui diviene un’amica fragile. Zia e nipote si allontaneranno e si riavvicineranno fino a scoprire che non potranno mai fare a meno l’una dell’altro.

La struttura è episodica: ogni capitolo racconta un periodo della vita della protagonista, partendo dal paragone compiuto dall’autore tra la figura della zia e quella di un personaggio di un articolo di “Selezione”.
La prosa è lineare e ricca di riferimenti all’arte, alla letteratura, alla politica e alla musica di quel periodo. Il registro è comico, l’occhio del narratore è quello cinico e disincantato di Patrick che stride inevitabilmente con la malia di Mame in un gioco costante di contraddizioni e di opposizioni.

Una storia senza eguali, un personaggio indimenticabile.