domenica 21 febbraio 2010

Da "Il club dei filosofi dilettanti" (A. McCall Smith)

"Se ci barrichiamo tutti finiremo per essere isolati e tristi."
"Cucinare quando si è arrabbiati richiede moderazione con il pepe."
"Le persone che amiamo non ci mettono mai in imbarazzo."
"C'era una bella differenza tra la rassegnazione o l'accettazione della solitudine e la libera scelta di stare soli."
"E allora, si chiedeva Isabel, chi è più felice: chi è consapevole e ha dei dubbi o chi è sicuro delle sue certezze e non le mette mai in discussione?"
"Solo gli immaturi e gli stupidi si lasciano impressionare dalla depravazione."
"Sono contenta di essere intellettualmente stimolante."
"Viviamo tutti nel disordine, ci si trova meglio."
"La moralità dipende dalla comprensione dei sentimenti altrui."
"Ci sono cose che bisogna scoprire da soli. A volte bisogna lasciare che gli altri sbaglino."
"Si capisce sempre, pensò: le persone si illuminano quando sono davvero contente di vedere qualcuno. Non ci si può sbagliare."
"- La vita sta diventando complicatissima e volevo una giornata in cui combinare qualcosa e tirarmi un po' fuori. Sono sicura che mi capisci. - Sì, sono quei giorni in cui vuoi rannicchiarti su te stessa e far sparire il mondo. Capita anche a me."
"Fare il male non era difficile, non era una cosa che si premeditava accuratamente. Bastava una frase o un gesto casuale, semplicissimo. Era la teoria di Hannah Arendt: la semplice banalità del male. Solo il bene era frutto di eroismo."
"C'è una soluzione per tutto. [...] Per tutto. Basta ridurre il problema all'osso e ricominciare da lì. Basta fare un elenco ed essere ragionevoli."
"Erano persone tolleranti, proprio come i buongustai, che tendevano perlopiù ad avere un atteggiamento conciliante ed espansivo. Chi stava ossessivamente a dieta, invece, era triste e ansioso."
"La gente si fa capire ogni cinque secondi. Guarda come si muovono gli occhi. Dicono tutto."
"C'erano pochi passeggeri: un uomo con l'impermeabile e la testa affondata nel petto, una coppia che si abbracciava, incurante di ciò che gli stava intorno, e un adolescente con una sciarpa nera al collo, un piccolo Zorro. Isabel sorrise tra sé e sé: un microcosmo della condizione umana, rifletté. Solitudine e disperazione, amore ed egoismo; e i sedici anni, un mondo a parte."
"La mente umana, una volta scossa nelle sue certezze, poteva rifiutare la nuova realtà oppure cambiare direzione."

1 commento:

Sylvie Malaussène ha detto...

Sullo sfondo di una Edimburgo elegante e fascinosa prende forma questo giallo intellettuale. Isabel Dalhousie è la direttrice della “Rivista di etica applicata” e la fondatrice del Club dei filosofi dilettanti. È single, laureata in filosofia e ricca ereditiera di una famiglia di avvocati.

Delusa dall’amore della sua vita, Isabel vive in una grande casa in compagnia della governante Grace, donna schietta e genuina, trascorrendo le giornate tra le parole crociate dello “Scotsman” e la revisione degli articoli della rivista. Adora la compagnia di sua nipote Cat, proprietaria di una gastronomia, e odia il suo compagno Toby, l’uomo dagli intollerabili pantaloni color fragola.

Amante dell’arte e della musica, durante un concerto Isabel assiste ad una scena drammatica: un ragazzo di nome Mark Fraser precipita a testa in giù dal loggione della Usher Hall.

In pochi istanti la vita della protagonista precipita in una miscela di incredulità, orrore e dolore. Gli investigatori e i giornali sembrano accreditare l’ipotesi di un suicidio. Isabel non ne è convinta e inizia ad indagare in compagnia di Jamie, l’ex fidanzato di Cat, di cui è segretamente innamorata. Sulle tracce della storia di Mark, scoprirà presto che dietro i volti rassicuranti della borghesia di Edimburgo si celano intrighi inaspettati: amori torbidi, tradimenti, minacce, accuse di insider trading. Imparerà a diffidare dalle apparenze e la linea tra il bene e il male le apparirà sempre più sottile e in continuo movimento. Un finale a sorpresa ed altre sconvolgenti rivelazioni nel “microcosmo della condizione umana […] solitudine e disperazione, amore e egoismo”.

La narrazione, scorrevole ma mai banale, è piena di citazioni legate all’ambiente culturale e ritmata dalle riflessioni di etica applicata. Arrivati all’ultima pagina non possiamo che concordare con la recensione di Vanity Fair: “Miss Marple è risorta, a Edimburgo”.