lunedì 8 febbraio 2010

Da "La grammatica di Dio" (S.Benni)

"Tra gli dèi che gli uomini inventarono, il più generoso è quello che unendo molte solitudini ne fa un giorno di allegria." Callistrato
"Il mondo non era che perdita, solitudine e dolore. Che senso aveva in questo pianeta orribile quella creatura incongrua, che scodinzolava e uggiolava di gioia, e riempiva del suo peloso, sovrabbondante amore una casa desolata?"
"Mica posso piangere e ridere in mezzo alla strada, la gente vuol parlare. E se nessuno ti parla, allora ti tocca pensare. E io non facevo altro, allora. Pensavo che tanto mi faceva male la gola, perché è lì che di fermano le tristezze."
"E' crudele essere soli, ma è ancora più crudele ritornare soli, dottore."
"L'uomo saggio è sempre solo."
"[...] ma i rompicoglioni arrivano sempre anche quando non li aspetti, come le nuvole."
"Sono solo un metro e sessantadue per quarantasette chili, come posso reggere lo scricchiolio del mondo e le grida dei morti e il rock finto e il gelo e la fame, i trichechi mangiaostriche e i pusher caritatevoli."
"Ci sarà pure un posto per dormire, nel paese delle Meraviglie."
" - Non sono solitario - le dissi. E stavo per aggiungere: sono solo, è diverso."
" - Troia - sibila.
- Porco - sussurra lei. Mano nella mano, mentre il tortino cola giù dal tavolo e la luce della candela trema per il loro respiro affannoso. Come si amano, pensa il cameriere."
"Così capì: i lacrimoidi erano sogni trascurati, mai coltivati con cura, mai seguiti con passione. Sogni perduti senza combattere, sogni buttati via."
"In rapida successione bestemmia la Trinità e tutti i santi compreso Sant'Igino, santo quasi mai enumerato in blasfemia."
" - Sì - convenne Olmo Holmes - la passione è come una damigiana, sembra grande ma finisce anche quella. [...] E Quadrello concluse: - Se un muro crolla, vuol dire che c'era una crepa."
"Anche voi, pensateci bene, avrete almeno una volta sognato di entrare non visti in una casa per spiare, per guardare, per ascoltare. Per avere una vita in più della vostra."
"Il gregge dei supermercati, degli ingorghi, delle statistiche, la gente senza nome, nonera poi così amorfa e uguale come sembrava. Le case erano tutte diverse tra loro: ordinate o disordinate, vissute o trascurate. Ma ognuna con le sue rughe e i suoi segni, come nella fisionomia di un volto. Spesso, da alcuni di questi segni intuivo storie dolorose. Scatole di medicine, polvere, foto di persone scomparse, puzzo di alcol, tracce di miseria e abbandono. Ma la notte avvolgeva tutto in un abbraccio di compassione."
"Non si dovrebbe parlare di Dio. Non conosciamo la sua lingua. L'universo si manifesta e scompare senza parole, siamo noi a inventare una voce al suo terribile silenzio."
"Il silenzio era venuto, non lo avevo scelto."
"Penso che il mio silenzio mettesse in risalto, con maggiore chiarezza, quanto le loro parole fossero diverse dalla loro vita. E quanto, in cuor loro, sapessero che Dio era impronunciabile e distante."
"Nella varietà meravigliosa delle erbe, negli odori della terra bagnata o smossa, nella vita sotterranea di topi e insetti, vedevo parole e grammatiche nascoste, simili a ciò che cercavo."
" - Non si può parlare di Dio perché noi siamo le parole."
"Erano il libro del mondo, ma non potevano raccontarlo. Nessuno di loro poteva spiegarmi la grammatica di Dio."
"Perché se avessi riprovato avrei voluto di più. Volare davvero, volare in alto, come le oche selvatiche, lassù nel cielo. E sarei stata triste, perché avrei dovuto riflettere ancora di più sul mio destino di gallina. Io non sono nata per volare."
"Capii quel giorno che non sarebbe stato facile incontrare il diavolo. Perché il diavolo ama travestirsi, ma c'è anche chi ama travestirsi da diavolo."
"Guardava le case intorno e pensava: che strane, le persone. Quante cose hanno adesso che una volta non avevano. Non sanno più rinunciarci ma sembra che non le amino, rimpiangono le cose vecchie ma non saprebbero cosa farsene, non ne conoscono né la storia né il dolore."
"Le onde sono tutte diverse - diceva il vecchio. - Se ascolti bene, quando si infrangono a riva, non sentirai mai due volte lo stesso suono. Il mare è un grande musicista. E anche i pesci sono uno diverso dall'altro. Ci sarà sempre un riflesso, un ricamo sulla pinna, la miniatura di una squama che non avevi mai visto prima."

1 commento:

Sylvie Malaussène ha detto...

Un uomo in impermeabile, straordinariamente somigliante allo scrittore, ammira una grande nube bianca e grigia e un cielo stellato tra cui spiccano le lettere “a”, “b”, “c”. Alcune stelle sono luminose, altre più nitide, alcune sono cadenti.

Quando sfioriamo per la prima volta La grammatica di Dio non possiamo non soffermarci un minuto sulla copertina.

Benni dipinge un cielo di storie che hanno un unico filo conduttore: l’amarezza della solitudine. Accompagna la tristezza, si mescola con la comicità, ride con lo stupore, gioca con il senso del macabro, si sposa alla perfezione con il pragmatismo, danza con la crudeltà, va a braccetto con la solitudine, si risolleva con l’ironia, collega la morte al senso dell’esistenza.

“Tra gli dèi che gli uomini inventarono, il più generoso è quello che unendo molte solitudini ne fa un giorno di allegria.” Questa frase di Callistrato ci introduce nei mondi de La grammatica di Dio. Conosceremo personaggi di tutte le estrazioni sociali, di tutti i tempi, di tutte le età, li incontreremo in situazioni ai limiti dell’assurdo e del verosimile. Se all’inizio della storia saranno dipinti come potenti, alla fine saranno annientati dalla situazione. Al contrario, quelli che vivranno ai margini troveranno quasi sempre un riscatto nel corso degli eventi.

Da Boomerang a I due pescatori, Benni si arma della sua “ironia” e svela senza moralismi la disumanità cui gli uomini si stanno abbandonando. Emerge un mondo in cui ci si sfiora ma non ci si tocca, si parla ma non si comunica, si brama tutto e non si gode di niente, ci si sente abbandonati e si mette alla gogna l’amore. Gli uomini diventano puntini su un grande schermo, eternamente insoddisfatti, vittime delle proprie ossessioni e carnefici con i più deboli.

Frate Zitto, riferito ai volti umani, dice: “Erano il libro del mondo, ma non potevano raccontarlo. Nessuno di loro poteva spiegarmi la grammatica di Dio”. Il protagonista dell’omonima storia si rifugia nell’assoluto silenzio perché è convinto che solo nell’assenza della parola possa rivelarsi la divinità.

Nell’epoca della comunicazione globale, Benni ci dimostra che la solitudine sta aumentando e che la parola, portata all’eccesso, sta diventando asfissiante.

In questo quadro desolato, spiccano momenti straordinariamente comici e allegri. Benni ci saluta con l’ultima storia, una delle più belle, e ci indica la speranza come unica soluzione possibile in grado di annientare persino la Morte.

Attraverso la sua scrittura schietta e incalzante, il genio dello scrittore bolognese ci regala scorci agrodolci di vita, di Storia e di noi.