lunedì 12 aprile 2010

Da "La signora dei funerali" (M. Wickham)

"Sì, mi sono tuffato. E sai una cosa? Ho scoperto che tuffarsi è il modo migliore di vivere."
"- [...] Ce l'ho fatta. Probabilmente ci riusciresti anche tu.
- Non penso che proverò.
- Già. Forse è questa la differenza tra noi due."
"Se un uomo sorride, fallo di nuovo; se lui sorride un'altra volta, continua."
"Meglio cogliere l'opportunità ed essere infelice che rinunciare e poi rimpiangerla per sempre."
"Tu l'hai umiliata, l'hai sfruttata, hai trasformato una ragazza serena in un rottame isterico."
"Ne dubito. Quelli come te non finiscono mai distrutti. Sono gli altri che restano distrutti. Quelli che hanno la disgrazia di entrare in contatto con voi, quelli che vi accettano nelle loro vita, quelli che sono così stupidi da fidarsi di voi."
"Non ha senso aspettarsi che persone del genere provino dispiacere. [...] Devi soltanto farle uscire della tua vita il più rapidamente possibile e poi dimenticartene. Non bisogna continuare a tormentarsi."

1 commento:

Sylvie Malaussène ha detto...

È bellissima, affascinante, irriverente, spudorata. Datele la pagina dei necrologi, un abito nero, un vedovo inconsolabile e ne farà di strada. E di soldi. Il suo nome è Fleur Daxeny e di professione fa l’accaparratrice di vedovi ricchi.

Fleur s’infila nelle commemorazioni funebri in cui nessuno la conosce. Avvolta in un’aura di mistero, si aggira attorno al vedovo inconsolabile, mentre tutti sussurrano: “Ma chi è?”, “La conosci?”. Lei si presenta come quella lontana, vecchia, cara amica della defunta.

Il vedovo a quel punto è ossessionato dalla curiosità e cade nella rete. Il piano ha inizio. I due si incontrano per un caffè e parlano della povera moglie che non c’è più. Quindi iniziano le passeggiate che diventano cene e in un batter d’occhio eccola lì, armi e bagagli, pronta a prendere il posto della compianta coniuge all’interno della casa. L’obiettivo allora diventa un altro: avere in regalo una Gold Card. Raggiunta la somma desiderata, Fleur se ne andrà svanendo nel nulla.

Ma cosa succede se il vedovo di turno è Richard Favour, con la sua bontà senza fine? E con lui Gillian, l’introversa cognata, così insicura e silenziosa, Philippa, la figlia sull’orlo di una crisi di nervi, suo marito Lambert, un uomo senza scrupoli, e Anthony, l’altro figlio di Richard, adolescente in piena crisi con se stesso e con il mondo. Tutti sconvolti e messi a nudo dalla morte di Emily, l’adorata moglie che, poi si scoprirà, tanto adorabile non era.

Fleur riuscirà a portare una ventata di freschezza e spensieratezza anche in casa Favour, unirà la famiglia e farà saltare tutti gli equilibri di facciata lasciati dalla morte di Emily. Nessuno immagina quale segreto torbido rechi con sé questa donna e nessuno lo avrebbe mai scoperto se un giorno non si fosse presentata alla porta di casa Favour una ragazza, dicendo “Sono Zara, la figlia di Fleur”. Sarà lei a scombinare i piani e a porre Fleur davanti ad una scelta cui non potrà sfuggire.

Le premesse sono ottime ma siamo troppo lontani dalla freschezza e dalla tragicomicità di Becky Bloomwood, l’eroina per eccellenza dei romanzi della Kinsella. Il lettore si affeziona a tutti i personaggi tranne che alla protagonista, così algida e senza scrupoli. Il risultato è una storia che scorre ma non tocca il cuore di chi legge.