lunedì 14 novembre 2011

Da "Volevo essere una gatta morta" (C. Moscardelli)

“Credo che gli incontri nella vita non avvengano mai per caso. Noi, in particolar modo, ci siamo cercati e, una volta trovati, non ci siamo più lasciati.”
“È perché la mia generazione è stata funestata dalla favola di quella stronza di Cenerentola.”
“Le gatte morte non guidano di sera. Io sì.”
“Infreddolita nel mio loculo, sono ingrassata dieci chili (la dieta è per chi se la può permettere, la palestra anche: siete mai entrati in un supermercato per comprare proteine e verdura?), fumo un pacchetto di sigarette al giorno (l’unico lusso che ancora mi concedo) e bevo come una spugna per affogare i miei dolori di donna single e grassa. Ecco: diciamo che sono nella mia fase Bridget Jones. Quella Sex and the City purtroppo non è mai arrivata.”
“Ve l’avevo detto che, spesso, vediamo solo quello che vogliamo vedere.”
“Se poi mi dimostravo di vedute aperte, buongustaia e con una passione smodata per gli alcolici, per la maggior parte degli uomini ero una mignotta; per quelli con più di un neurone, una compagna di bevute.”
“Dipende esclusivamente da te. Devi lavorare su te stessa per migliorarti, sempre.”
“Come ho già detto, siamo troppo dietrologiche. Attribuiamo significati a parole e gesti che significati proprio non ne hanno.”
“Avete presente il film La verità è che non gli piaci abbastanza? Ecco, imparate le battute a memoria.[…] un uomo, se è veramente interessato a voi, sa sempre come trovarvi.”
“[…] l’uomo brutto non esiste Può essere un tipo, ma brutto mai. Ha la pancia? È un tenerone. Ha il capello brizzolato? È affascinante. Ha cinquant’anni? È maturo. Per la donna invece non c’è scampo: se è brutta, è brutta e basta.”
“[…] quello che non abbiamo riesce sempre a rovinare quello che abbiamo e io non voglio più commettere questo errore.”
“Ero talmente ossessionata dall’idea di piacere che non avevo proprio preso in considerazione il fatto che che mi stava di fronte in realtà potesse non piacere a me.”

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